L'Ottocento fu il secolo d'oro dei viaggiatori stranieri in Italia, sull'onda lunga del Gran Tour settecentesco, un viaggio con tappe fisse che prevedeva il ritorno in patria...ma alle volte no. Questo è il caso della Baronessa Haldon, che si innamora perdutamente dell'Italia (e forse degli italiani) e decide di passare il resto della sua vita a Napoli, tra Palazzo Capomazza presso l'Arco Mirelli e Villa Manffedi di Torre del Greco. Non sappiamo precisamente quando arrivi a Napoli, sicuramente dopo il 1882, sappiamo per certo che vi rimarrà fino alla morte, avvenuta nel 1926. Donna di ampie disponibilità economiche, come si arguisce dalla contabilità di casa, ma dotata anche di quella squisita sensibilità inglese che la rende recettiva verso la vitalità partenopea. Una sensibilità che traspare dalle pagine del suo fortunato volumetto, Donna Agnese, il cui eloquente sottotitolo illustra già la materia: Stories of the neapolitan underworld. E già perché il mondo sotterraneo napoletano è quello che affascina di più Mary Palk,che comunque frequenta con eguale disinvoltura i bassifondi come i palazzi del potere: e di ciò vi è ampia testimonianza nel corposo carteggio con Elena di Francia, sposata Savoia, altra straniera illustre che decide di trascorrere gran parte della sua vitta a Capodimonte. La Palk risulta molto attiva nelle opere di beneficenza, come da tradizione anglosassone, come anche nella Croce Rossa, di cui vi è testimonianza in una cartella di documenti. La passione per i viaggi si concretizza nei due grandi album di foto: soprattutto il primo, contiene 120 stampe all'albumina di varie misure, con credito dei fotografi da negativo (P. Sebah e soprattutto H. Béchard); il secondo album, in tela blu con inciso in oro il nome della Palk e la data 1882, testimonia il lungo viaggio per il Mediterraneo, con 87 stampe all'albumina perlopiù di grande formato (alcune a firma Naya e Sommer).