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Molte sono le auto amate per un motivo o per l’altro. Alcune ricordano degli aspetti precisi della nostra storia. Poche, come la Fiat 1100 raccontano così tante storie dell’Italia, dalla fine degli anni 30 alla fine dei 60. La 1100 nacque da una costola della Fiat 508C, la Nuova Balilla 1100 e venne soprannominata “musone” per l’imponente calandra. La Fiat 508 C fu introdotta per la prima volta nel 1937, alimentata da un motore a 4 cilindri da 1.089 cc, invece del precedente da 1 litro della Balilla. La potenza aumentava di un terzo, a 32 CV a 4.000 giri/min. All'epoca, il suo comfort, la sua maneggevolezza e le sue prestazioni erano prodigiose, il che la rendeva "l'unica auto per la gente che era anche l'auto per un pilota". Insolite per un'auto a basso prezzo del tempo erano le sospensioni anteriori indipendenti. Nel 1939 l'auto subì un rifacimento del muso e diventò la Fiat 1100, qualche volta conosciuta “retrospettivamente” come 1100 A per distinguerla dai modelli seguenti. L'auto aveva ricevuto una griglia più alta e più definita, che gli valse il soprannome popolare di 1100 “musone”: con barre orizzontali cromate, le tre superiori estese all'indietro su aperture a forma di finestra su ciascun lato del cofano motore, ridisegnato. I tipi di carrozzeria disponibili erano sei, tutti derivati dal modello precedente: berlina, berlina cabriolet, decappottabile, berlina sportiva, passo lungo e taxi. Nessun cambiamento significativo venne apportato alla meccanica dell'auto. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1948, la 1100 ricevette alcuni aggiornamenti meccanici e negli interni e fu ribattezzata 1100 B. Il motore 1100 B, rivisto, produceva 35 hp a 4.400 giri/min, grazie a più grandi collettori di aspirazione e scarico e ad un carburatore più grande. All'interno, un nuovo volante e una nuova strumentazione. La 1100 B era disponibile come berlina, passo lungo e taxi. Un totale di 25.000 esemplari fu realizzato tra il 1948 e il 1949. La 1100 B durò solo un anno, fino al 1949, quando la macchina fu reintrodotta con un nuovo bagagliaio e un nuovo nome, 1100 E.
23 e 24 aprile 1950: alla Mille Miglia, non meno di 204 dei partenti iscritti erano auto di serie. In quell’anno la storia incontra la leggenda: dopo tredici ore di guida che lo portarono alla vittoria, con circa sette minuti di vantaggio sull'equipaggio che seguiva, il conte Giannino Marzotto uscì dalla sua macchina indossando un doppiopetto e una cravatta intonata al colore della sua vettura, una Ferrari 195 S Berlinetta Touring in un'insolita livrea blu pastello. Ma altre storie si avvicendano in quell’anno durante la gara; una è quella che porta, col numero di gara 114, la vettura qui in asta a percorrere senza fallo i 1500 km di percorso, con l’equipaggio Paolo Rossi - Alessandro Rossi, per giungere 125° assoluta e 35° nella categoria Turismo 1100, mantenendo una rispettabilissima velocità media di 86, 24 km/h sul percorso. La vettura ha pertanto ottenuto la certificazione del Registro 1000 Miglia e la prova dell’epoca è testimoniata da numerose foto che la ritraggono sia a Brescia che nel passaggio attraverso Firenze. L’auto attualmente ha documenti olandesi ed ha ottenuto il certificato Fiva. Dispone dell’Estratto Cronologico che censisce tutti i trasferimenti di proprietà nella storia della vettura, in Italia. La vettura si presenta in un meraviglioso azzurro cenere nella stessa livrea con cui corse nel 1950, coi medesimi numeri di gara, le insegne della scuderia “Squadra Garisenda”, il terzo faro centrale di profondità.