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Libri, Autografi e Stampe

giovedì 05 dicembre 2019, ore 11:00 • Roma

293

Piranesi, Giovanni Battista

Antiquariorum Regiae Societatis Londinensis Socii Campus Martius Antiquae Urbis Romae, 1762

Stima

€ 10.000 - 12.000

Lotto venduto

€ 17.620

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Roma, 1762. In 2° grande (mm. 595 x 433). Con 2 frontespizi calcografici paralleli in latino e in italiano,2 grandi iniziali figurate incise a pp. 2 e 3, testo in cornice affrontato in latino e in italiano,4 grandi illustrazioni calcografiche sulle due pagine di dedica a Roberto Adam e a p. 68 e 69, con 48 tavole incise, numerate I - XLVIII, di cui 1 doppia e 3 ripiegate comprensive della monumentale pianta del Campo Marzio in più rami (tavv. V-X), sporadiche fioriture, tavola XXXIII staccata, legatura dell'epoca in mezza pelle marrone, sciupata, mancanze. Ex libris incollato al frontespizio.

Note Specialistiche

PRIMA EDIZIONE IN BARBE del Piranesi su Campo Marzio con filigrana del giglio in doppio cerchio in alcune tavole. L’opera comprende la monumentale pianta in sei lastre del Campo Marzio (numerata V-X) e la tav. XXXI incisa da Arnold Westerhout su disegno di Francesco Fontana in cui vengono raffigurati i lavori di estrazione della colonna Antonina. Nell’edizione risulta ad alcuni esemplari in fine volume un "Catalogo delle opere date finora alla luce da Gio. Battista Piranesi" ma non presenti nel nostro esemplare. Questa è la più vasta ed importante opera di ricostruzione archeologica di Piranesi, dove riuscì a integrare la sua cultura antiquaria con il suo mestiere di architetto - designer moderno. Nella prefazione ci dice che il suo intento era di studiare le abitudini e il modo di vivere il territorio di una società antica, attraverso lo studio dei resti architettonici e per fare ciò  non solo descrive l'esistente ma riesce a ricostruire la città come avrebbe dovuto essere. Ciò sia nella mappe che descrivono l'evoluzione del territorio dalle paludi del Tevere fino alla monumentale città descritta nella visionaria Iconogaphia, sia nelle tavole con le vedute dove libera gli edifici antichi dalle aggiunte del periodo medievale isolandoli in un contesto drammatico, sia in quelle dove immagina gli edifici originali.
L.Ficacci, Giovanni Battista Piranesi, Catalogo completo delle acqueforti, nn. 483-534."La genesi dell'opera risale alla seconda metà del decennio precedente, la sua pubblicazione è annunciata come prossima già nel primo tomo delle Antichità Romane, (1756). La grande pianta di Campo Marzio in 6 rami, eseguita in collaborazione con Robert Adam ed a lui dedicata, è datata, sulla lastra, 1757.L' approbatio è del 1761. La lastra di Westerhout (n. XXXI), riproduce la soluzione tecnica adottata da Carlo e Francesco Fontana per il, recupero della Colonna di Antonino Pio nel 1705." Hind, p.85; Focillon, nn. 428- 479; Wilton -Ely, nn.559-612.

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