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Dipinti e Disegni Antichi e Arte del XIX Secolo

lunedì 27 maggio 2019, ore 11:30 • Roma

312

Scuola toscana, inizi secolo XVIII

Paesaggio allegorico con uccelli

Stima

€ 18.000 - 24.000

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Informazioni

olio su tela
cm 141 x 268

In un'ampia radura circondata dal bosco, un uccellatore ben nascosto dai cespugli, accompagnato da alcune donne, tende la sua trappola; una gabbia sopra la quale, come irresistibile esca, troneggia impettita una tanto seducente quanto insidiosa donna-civetta, con i seni in evidenza ed un'espressione senza dubbio ammiccante.

Attratti dal seducente richiamo, vi convergono una moltitudine di uccelli che, come in uno scenario di ovidiana memoria, vanno trasfigurandosi e assumono sembianze antropomorfe, con teste ora di prelato, ora di giudice, ora di grotteschi indefinibili personaggi.  Uomini-uccello dunque, tutti ugualmente abbindolati dalla giovane sensualissima arpia che costituisce insieme il fulcro narrativo ed il centro prospettico della audace composizione.

Un beffardo destino attende tutti questi ignari e malcapitati uomini-uccello, accecati dal torbido istinto; essi verranno infatti prontamente spennati dalla vecchia seduta accanto all'uccellatore, per il diletto delle giovani donne che, maliziosamente divertite, assistono alla scena.

La tela, inedita e di grande impatto visivo, costituisce una sorta di celebrazione satirica delle insidie dell'erotismo ma anche, in quanto tale, una sarcastica derisione dell'ordine costituito, delle gerarchie sociali nel loro fragile artificioso equilibrio, sempre minato dagli  irrefrenabili, "animaleschi" istinti umani.

Tale spiccata vena ironico-sarcastica della donna-civetta ha origini iconografiche antiche, indagate da Paul Perdrizet nel suo studio dedicato a La chasse a la chouette - contribution a l'histoire de la peinture satirique, in "La Revue de l'Art ancienne et moderne", Paris 1907, pp.143-150. In una rara incisione cinquecentesca eseguita da Giacomo Franco e disegnata, presumibilmente, da Giovan Battista Franco, è rappresentata una scena molto simile a quella del nostro dipinto (Ibidem, fig. 3, p. 147).

Sono noti inoltre due quadri davvero bizzarri, chiaramente derivati l'uno dall'altro e legati compositivamente all'invenzione del Franco, uno conservato al museo di Calais e l'altro presso il museo di Besançon, dove la figura principale è una Venere nuda, o seminuda, accosciata su un grosso trespolo da richiamo e mossa come un burattino da Mefistofele in persona.

E' stato inoltre recentemente esitato dalla casa d'aste parigina Artcurial, 27 marzo 2015, lotto 145, un dipinto dal medesimo soggetto.

Privo di quell'ostentato erotismo alla francese e depurato da ogni sulfurea presenza, se non forse ancora ravvisabile nella vecchia arcigna che spenna gli uomini-uccello, l'opera offerta nel lotto si distingue per un umorismo giocoso e per una inconfondibile, garbata eleganza di stampo italiano.

Il dipinto, ancora con la cornice originale, che era parte di un importante arredo di antica villa rustica toscana, nei pressi della città di Siena, si inserisce in un filone culturale variegato entro cui convergono il gusto per la commedia dell'arte e lo stile galante, le suggestioni del primo Illuminismo, la tendenza anticlericale della dilagante massoneria, un orientamento del pensiero in senso libertino ed anticonformista, tendente ad un laicismo diffuso e dissacrante.

Ringraziamo il dottor Gabriele Quaranta per l'assistenza fornita nella catalogazione del lotto.




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