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La prima parte riguarda la Cifratura delle parole e frasi. Da c.Biv inizia il "Cap. secondo. il qual narra xii amaestramenti interrogati a Platone Philosofo. Biir: Cap. iii delle sette Eta del Mondo Biiv : Cap. quarto delle sette eta de lhuomo. B3r: Cap.v. de la creatione de lhuomo e delli animali. B3v: Cap. sexto che ti dichiara li comandamenti della santa Madre Chiesa per salvar l'anima tua. A Ciiv. STANZA composta da 4 distici a rime alternate. C3r AVRE SENTENTIE Et utili documenti, testo in terzine a rime incatenate. Il testo inizia così: "Nota Lettore che ti diletti di leggere o scrivere in Zifere per non essere intesosolum da persone cha hanno qualche intelligentia, poniamo che tu volessi scrivere queste parole seguente. Nella sapientia si ammestra quattro cose, scriverai in questo sottoscritto modo, cioe, metterai sempre la prima lettera de la parola in ultima della parola, si come segue uidelicet. (...)". Intrigante manuale di cifratura per sostituzione del sec.XVI, che si colloca nella più ampia tradizione di manuali e pratiche crittografiche la cui origine parte da Polibio, passa per Cesare e giunge poi dall'età medievale al Rinascimento. "All'inizio vi sono 27 esempi di alfabeto cifrato che consistono nell'alterare e diversificare l'ordine alfabetico conosciuto, per riuscire a scrivere le frasi con le lettere poste nella nuova posizione." Quindi segue la precettistica più tradizionale, divisa in più paragrafi secondo uno schema abbastanza tradizionale per questo genere di opere, la cui intrinseca vocazione popolare era volta a "comunicare un sapere ampiamente accettato e soprattutto immediatamente fruibile dagli strati medi e popolari". (vd. A.Giacomello, Ad instantia di Leonardo il Furlano. I libri di un editore del XVI secolo. pp.133-141). Della presente operetta sono note 4 edizioni: la prima stampata a Venezia per Guglielmo de Fontaneto nel 1543; la seconda stampata a Brescia da Damiano Turlino nel 1546; la terza a Venezia da Agostino Bindoni nel 1547; quindi la presente, senza note tipografiche ma ascrivibile a quel torno di anni. E forse ne esiste anche un'edizione milanese citata dal Pitré, del 1544.