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Libri, Autografi e Stampe

lunedì 10 dicembre 2018 e martedì 11 dicembre 2018, ore 10:30 • Roma

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Diderot, Denis - d'Alembert, Jean-Baptiste Le Rond

Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, 1770

Stima

€ 6.000 - 8.000

Lotto venduto

€ 11.875

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Livorno, dans l'imprimerie de la Société [puis] de l'imprimerie des éditeurs, 1770-1779. In 2°. 33 volumi: 17 di testo, 12 di Recueil de planches, 4 volumi di Supplément dictionnaire, 2787 planches incise dagli originali francesi, i volumi di testo includono un ritratto del dedicatario, Pietro Leopoldo, 4 vignette e varie tavole duplicate, fioriture e bruniture, legatura coeva in piena pergamena rigida, doppio falso tassello al dorso, qualche abrasione, difetti e mancanze. Lotto non passibile di restituzione.
Terza pregevole edizione in folio della celebre Enciclopedia illuminista, impressa in 1500 esemplari e ben più rara dell’originale francese uscita a Parigi tra 1751 e 1772. ''La vasta eco suscitata nel mondo dalla pubblicazione di quel grandioso monumento della scienza umana e dello spirito filosofico innovatore del suo tempo, che fu l’Enciclopedia del Diderot, stampata in Francia dal 1751 al 1772, ed il posto eminente tenuto da Livorno in quell'epoca nel mercato editoriale italiano... indussero due cittadini livornesi, l’Abate Michelangiolo Serafini e Filippo Gonnella, ad unirsi al fiorentino Pietro Gaetano Bicchierai, per assumere l’iniziativa di stampare a Livorno la terza edizione....della immensa opera degli Enciclopedisti francesi, che precorse e preparò gli spiriti ad uno dei più vasti sconvolgimenti politici europei e forse mondiali: la rivoluzione dell'89. L’Abate Serafini, coltissimo e studioso, fondatore della prima biblioteca pubblica in Livorno... esercitava già, insieme al mercante Gonnella, l’arte tipografica nella nostra città, pubblicando, nel 1768, il Nouveau Dictionnaire des sciences, des arts et de métiers. (...) Mentre, infatti, in Francia si stavano ancora stampando gli ultimi volumi dell'Enciclopedia, gli editori Serafini, Gonnella e Bicchierai, rivolsero, verso la seconda metà del 1769, una supplica al Granduca Pietro Leopoldo per ottenere la facoltà di pubblicarne a Livorno una nuova edizione e, mentre pregavano il Granduca stesso di accettarne la dedica, lo ''supplicavano'' di conceder loro l’uso gratuito di un magazzino situato nell’interno del vecchio bagno dei forzati, ove sorse poi l’ospedale civile, ora demolito per costruire l’attuale Palazzo del Governo. (...) La mente aperta e lungimirante di Pietro Leopoldo, noto universalmente per le geniali e ardite riforme politiche, sociali, religiose ed economiche, applicate, durante il suo Granducato, alla Toscana, dalla quale fece scomparire ogni traccia di medio evo, gli permise non solo di approvare che si stampasse a Livorno la nuova edizione dell’Enciclopedia ma, accettandone anche la dedica e consentendo, successivamente, che gli Editori innalzassero le "Regie armi" sulla propria stamperia, mise, in certo qual modo, sotto la sua protezione l’impresa di un’opera arditissima, avversata e temuta dalla consorteria dei principi europei, preludio all’affermazione dei "Diritti dell’Uomo'' che, per merito degli Enciclopedisti francesi, si affacciavano, in quel momento, minacciosamente, alla ribalta della vita politica e civile dell‘Europa e del mondo. Appena giunti i nuovi caratteri dall’Inghilterra, nel gennaio del 1770, gli editori iniziarono subito la stampa dell'opera, ma ben presto si accorsero che il locale, concesso loro dalla munificenza del Granduca, era insufficiente allo svolgimento del complesso lavoro, per cui, il 15 giugno 1777, si rivolsero nuovamente a lui supplicandolo umilimente che (a spese del Governo) fosse costruito un aumento a detto Magazzino, con altro da fabbricarsi sopra alle Botteghe annesse alla Muraglia Maestra del Bagno (dei Forzati), dichiarandosi essi disposti a pagare l'importo della pigione che al Granduca piacesse stabilire. La costruzione fu pronta entro pochi mesi: non appena gli editori ne furono in possesso, dettero un nuovo impulso al lavoro, e sempre per concessione di Pietro Leopoldo innalzarono le "Regie Armi" all'ingresso della tipografia. Ai primi dell’anno 1779, dopo nove anni di ininterrotto e fecondo lavoro, uscì dai vecchi e gloriosi torchi l’ultimo dei trentatre grandi volumi in folio dell’immenso lavoro del Diderot (...).'' Guido Chiappini, pubblicato sulla rivista del Comune di Livorno ''Liburni Civitas'', a. XV, f. IV, 1942, pp.166-176.

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