Informazioni
Poema inedito che ebbe gran diffusione e fama, circolando manoscritto alla fine del XVII e all’inizio del XVIII sec. Il nostro esemplare contiene 15 canti, ma si conoscono copie con 14 e con 16. Con aneddoti vivacemente satirici, talvolta triviali, descrive la vita quotidiana di una comunità di frati, con attacchi violenti agli ordini religiosi. L'autore, un frate gesuita, prima di morire avesse affidato il manoscritto nelle mani di un amico e che questi ne avesse fatte redigere alcune stesure per mano di copisti. Oltre che di piacevolissima e facile lettura, il manoscritto cita località comprese tra l’Emilia e la Lombardia, riferimenti precisi e nomi di personaggi. Poche notizie su Chiesa, solo il Quadrio riferisce che morì a Novellara e che compose molte poesie in volgare sotto il nome di Accademico Occulto o Accademico Lepido, ma che la sua opera maggiore fu il Poema Fratesco. L’autorevole Girolamo Tiraboschi, nella sua Biblioteca Modenese, alla fine del Settecento così lo lodava: “Il Poema in sé stesso per la novità dell’idea, per la piacevolezza e la varietà de’ racconti, per la leggiadria delle immagini, e per la facilità dello stile e verso, benché non troppo colto, è certamente uno de’ più eccellenti che in questo genere abbia l’Italia...”. Piantanida III, 2907 e sgg. Melzi III, p. 150; Tiraboschi, Bibl. Modenese, II, p. 25; Quadrio, Storia della Poesia, II, p. 328; Vinciana 2908.