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Privilegio di papa Alessandro III rivolto a Guido priore della chiesa di S. Maria di Reno, con cui il pontefice, confermando quanto già fatto dai suoi predecessori Innocenzo, Lucio, Eugenio e Anastasio, prende sotto la sua protezione la detta chiesa, stabilendo che essa sia in perpetuo affidata all'Ordine agostiniano e confermando tutte le donazioni ad essa dirette in passato da pontefici, principi e fedeli, nominando in particolare: la chiesa di S. Salvatore di Bologna, la chiesa di S. Andrea in Torricella, la chiesa di S. Donnino "iuxta Bagnum", la chiesa di S. Maria in Raticosa, la chiesa di S. Giacomo di Casadio e il ponte sul Reno vicino alla detta chiesa di S. Maria; stabilisce inoltre, fra le altre cose, che i confratelli non possano allontanarsi dalla chiesa senza licenza scritta del priore, che nessuna autorità ecclesiastica o secolare possa imporre a S. Maria decime o altri gravami, né imporre altro priore che non sia eletto dalla comunità dei confratelli. Il documento, "dato per mano" di Gerardo notaio di Santa Romana Chiesa, reca gli elementi roborativi tipici del privilegio pontificio, tra cui la "rota" (recante con ogni probabilità la piccola croce presente nella corona superiore di mano del pontefice), il "bene valete" e le sottoscrizioni del pontefice stesso e dei cardinali.