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Informazioni
Bell'insieme di documentazione relativa all'attività primaria di Umberto Saba, ovvero quella antiquaria. Il primo dei cataloghi raccoglie volumi dalla prestigiosa Biblioteca Diamante editi a Firenze da Barbera, gli altri due (cataloghi 91 e 97) contengono invece una selezione di edizioni rare, rigorosamente descritte e presentate in ordine alfabetico. Sia le due fatture che tutte le lettere con relative buste sono indirizzate ad Alessandro Dudan, avvocato e collezionista di Roma. Ma anche amico di Saba, come si evince dal contenuto di un paio di missive, quelle datate 28 maggio e 28 giugno 1928, dove Saba non esita a chiedere all'amico Dudan un favore davvero personale. " In questi giorni è partita per Roma, diretta al Ministero di Grazia e Giustizia, accompagnata dal parere favorevolissimo della locale R. Procura, la pratica che ho fatta, affinché il mio pseudonimo letterario di UMBERTO SABA, col quale sono ormai da 20 anni generalmente conosciuto (mentre nessuno conosce più il mio cognome di POLI), mi venga ufficialmente riconosciuto come il mio vero cognome. Il Ministero non fa generalmente che rattificare la decisione della R. Procura; tuttavia, come la pratica può rimanere giacente al Ministero per molto tempo, il mio avvocato - Ugo Volli - mi ha consigliato di rivolgermi a qualche mia buona conoscenza a Roma, e possibilmente ad un legale; affinché egli possa sollecitarne l'evasione. Ricordando l'amicizia che mi ha sempre dimostrata, ho pensato subito a lei. (...) A parte, le spedisco in omaggio il mio ultimo libro (naturalmente di versi) PRELUDIO E FUGHE, ed un fascicolo a me dedicato della fiorentina Solaria." Ritorna sulla questione ad un mese di distanza, il 28 giugno, sempre chiedendogli se possa intervenire per evitare ulteriori lungaggini: "Sono stufo di questa questione, e voglio risolverla rapidamente." Perché Umberto Poli cambiò nome? "C’è indubbiamente, come è accaduto a molti scrittori (uno per tutti Stendahl) un gesto netto di rifiuto del padre, anzi come ha scritto Jean Starobinski a proposito dell’autore francese, una “uccisione” rituale del padre. Il suo pseudonimo fu il frutto dei pessimi rapporti che aveva con il genitore, aristocratico e sprecone, ma anche una scelta di campo culturale, guardando alle radici ebree della madre (il termine saba in ebraico significa “nonno”) e all’amatissima balia Peppa Sabaz". Così scrive Mario Baudino, nel suo ultimo volume intitolato Lei non sa chi sono io, e dedicato appunto agli pseudonimi in letteratura. Queste lettere dimostrano la cura e premura che Saba mise in questa vicenda, un'esigenza che sentiva primaria. Nelle lettere del 1926 e '27 si parla di libri, di riduzioni di prezzo per libri risultati scompleti, di opere proposte sulla Dalmazia. Alessandro Dudan, conte dalmata, fu avvocato, giornalista e Senatore per tre legislature per il Gruppo Fascista. Morì a Roma nel 1957.