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Autografi - Doria, Gino [Biagio]
Documenti, oggetti personali, lettere come da elenco allegato, 1900
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In asta mercoledì 20 novembre 2024 alle ore 16:00
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Note Specialistiche
"Veramente c'è da discutere sul verbo camminare applicato al napoletano. Anzi, io voglio appunto dire che il napoletano ignora che cosa sia camminare, mentre sa assai bene cosa significa passeggiare. Il napoletano non cammina mai, ma passeggia sempre: anche se sia il napoletano più attivo, più energico, più preso dagli affari, più difettoso di tempo". da Del carattere dei napoletani, Il napoletano che cammina, p. 23.
Chi non conosce Gino Doria, non conosce Napoli. Ne è stato l'essenza, lo spirito, la voce, il sorriso, l'ironia, il sarcasmo, l'allegria e la profonda cultura, che solo don Benedetto Croce ha saputo eguagliare...non a caso sono stati fraterni amici. Queste carte di Doria ci restituiscono un uomo ai suoi affetti, perlopiù familiari, una figura che esce - dalle righe della corrispondenza con e dei parenti - arricchito di una veste ancor più umana, fuori dal Mito che lo circonda per calarsi nella quotidianità. Impossibile dar conto di questo corposo insieme di memorie, che meriterebbero studi approfonditi perché aprono interessanti chiavi di lettura all'opera e alla vita di Doria. Decine le lettere a Orsolina, ma anche tantissime quelle alla madre, sia dal Sud America che da ogni altro luogo nel mondo. E tutte ricche di particolari sulla sua condizione, la vita sua e quella degli altri. Con il suo consueto occhio clinico. Ma su tutto direi che spicchi il diarietto in pelle verde che raccoglie 33 battute e aforismi sul fascismo: un documento tutto da studiare alla luce del suo dichiarato e conflittuale rapporto con Mussolini, e della provvidenziale amicizia con Croce che lo mise al riparo dagli strali del fascismo. Se mai questo documento fosse saltato fuori allora....la storia di Biagino Doria sarebbe stata ben diversa.