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Automobili e Motociclette

da lunedì 14 giugno 2021 a lunedì 28 giugno 2021, ore 17:00 • Online

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1995 Castagna Alfa Romeo Vittoria (Castagna)

telaio n. 0001, motore n. AR06120*000097

Stima

€ 195.000 - 225.000

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Informazioni

* Esemplare unico.* Vettura nuova. Conservata, leggero restauro.* Vettura del Salone Internazionale dell'Automobile di Ginevra 1995.* Meccanica Alfa Romeo “Busso” elaborata.* Esemplare targato, perfettamente funzionante.

Provenienza



Note Specialistiche

Nel 1995, Uberto Pietra e Gioacchino Acampora, iniziano la rinascita del marchio Castagna e lo fanno con una creazione spettacolare, la Castagna Alfa Romeo Vittoria, basata sul telaio dell’Alfa 75, col motore 3 litri “Busso”, con richiami alle Alfa TZ e sfide di design innovativo. Creano un’auto unica, verniciata nel tradizionale “Biancospino” Alfa Romeo. Potrebbe essere l’auto che proietta agli anni 2000 ma resta un prototipo. Dimenticata per anni e rifiorita ora a nuova vita.

La Carrozzeria Castagna

La "Castagna" nacque quando Carlo Castagna rileva una prestigiosa bottega nella quale si producevano carrozze. Verso la fine dell'800, iniziò la collaborazione con la ditta Ottolini e Ricordi, importatori per l'Italia dei quadricicli Benz. Agli albori del XX secolo l'automobile assurse a simbolo della nuova età industriale. Nel 1905, dietro commissione della Regina Margherita di Savoia, la Castagna realizzò un double phaeton di colore bianco, su autotelaio Fiat 24-32 HP, dotato d'ogni tipo di accessori all'epoca disponibili. È del 1913 la realizzazione della celebre “Aerodinamica”, costruita per il conte Ricotti, utilizzando un autotelaio ALFA 40-60 HP. La forma della carrozzeria era ispirata alla navicella di un dirigibile ed è considerata il primo esempio di monovolume nella storia dell'automobile.

Nel 1915, alla scomparsa del fondatore, la direzione aziendale venne assunta dal figlio Ercole che, in conseguenza al costante aumento di commesse anche provenienti dall'estero, decise di ampliare la struttura produttiva. La ditta inizia a collaborare con le maggiori case produttrici di telai e automobili, italiane ed estere, soprattutto con quelle più esclusive come Isotta Fraschini, Lancia, Alfa Romeo, Daimler-Benz, Hispano-Suiza. Particolare successo, negli Stati Uniti come in Europa, ebbero i modelli Isotta Fraschini 8 AS carrozzati coupé de ville e cabriolet. L'esposizione a New York giova così tanto alla ditta da spingere Ercole Castagna a spostare tutta la produzione nella nuova fabbrica che viene avviata ai massimi regimi producendo, oltre che componenti per le nascenti industrie di aeronautica e di automobili, più di 100 vetture annue. Nel 1919 la carrozzeria è la prima in Italia con 400 dipendenti e un'area lavorativa di 32.000 mq di cui 20.000 coperti. Molto avviata anche la produzione per conto di terzi: grazie al reparto di cromatura galvanica, primo ad essere installato in Italia, venivano eseguite molte lavorazioni per aziende esterne nei settori dell'arredo, della componentistica e della minuteria metallica. Fra le varie società va ricordata la Compagnie Internationale des Wagons-Lits per la rifinitura e la produzione di elementi per carrozze ferroviarie. La fama raggiunta in quegli anni le fece ricevere elogi da varie personalità di spicco, come Gabriele D'Annunzio. Nel 1939 la ditta passa sotto il controllo del fratello minore Emilio Castagna, diplomato in arti visive all'Accademia di Brera. Oltre che allo stile, Emilio da molta importanza anche alle nuove soluzioni, tecniche ed ingegneristiche, e investe molto nella ricerca di nuovi brevetti di soluzioni. Tra le proposte tecniche innovative, anche la realizzazione di alcune show car su meccanica Alfa Romeo, Cisitalia e FIAT. Molti effetti hanno portato Castagna ad un lento declino: il primo segnale è provenuto dalla chiusura della Isotta Fraschini Automobili in seguito al crollo del mercato americano, così la ditta perse prima il mercato migliore dove agiva e successivamente il telaio migliore su cui era abituata a creare le proprie carrozzerie. Progressivamente le vetture si avviavano ad una produzione massificata, alla costruzione a scocca portante e i "vestiti tailor-made" erano sempre meno richiesti. Così nel 1954 la carrozzeria chiuse i battenti.

 

La Castagna Alfa Romeo Vittoria

Nel 1994 Uberto Pietra, esperto conoscitore di auto e collezionista e Gioacchino Acampora, architetto-designer, hanno rilevato i diritti sul marchio Castagna, scaduto da quarant’anni, ed hanno voluto riprendere la filosofia della famosa Carrozzeria dei primi del secolo, cioè proporre auto in esemplare unico e costruite totalmente a mano. Così, tra il 1994 ed il 1995 hanno costruito questo prototipo denominato “Vittoria”, dal nome della figlia di Pietra, basato sull’auto sportiva Alfa Romeo SZ/ES 30 e su pianale e meccanica dell’Alfa Romeo 75 V6 3.0 potenziata. A muovere il tutto, il famoso cuore Alfa Romeo “Busso”. Con il nome Alfa Romeo “Busso” si intende una famiglia di motorizzazioni benzina con architettura V6 per uso automobilistico prodotti dal 1979 al 2005. La denominazione deriva dal nome del suo progettista Giuseppe Busso. Questo propulsore è considerato (ed ha avuto riconoscimenti ufficiali) come uno dei migliori motori a benzina aspirati, e nello specifico è stato spesso ritenuto come uno dei migliori con architettura V6. Numerosi sono i parametri in cui il “Busso” è ritenuto eccellente, come nell’erogazione, prestazioni, elasticità, efficienza, affidabilità ed anche nel sound. Questo motore è stato l’ultimo componente realizzato nello Stabilimento Alfa Romeo di Arese. L’auto in questione ha il motore elaborato da un’azienda specializzata nella preparazione di motori per auto da corsa per il campionato “DTM”. Questo motore eroga 254.8 hp a 5740 giri/minuto, come specificato da tabella di prova al banco (contro i 180 hp dell’auto di serie). Durante il 1994 e parte del 1995 questa base su Alfa Romeo 75 fu costruita secondo le specifiche della SZ/ES 30, con le sospensioni anteriori a bracci oscillanti e posteriormente con ponte De Dion a geometria specifica. Sono stati aggiornati gli ammortizzatori con Koni più rigidi e freni con pinze Brembo a 6 pistoncini, dischi forati e ventilati. Cerchi in lega di magnesio “Tecnomagnesio” nelle misure 8 x 18” anteriori e 9 x 18” posteriori. Il serbatoio benzina è di sicurezza da corsa, brevettato. La carrozzeria è tutta in alluminio battuto a mano e rivettato su una struttura in acciaio specifica, prodotta da una famosa società di battilastra di Torino. La costruzione definitiva e la verniciatura sono state affidate alla Carrozzeria Sonnino di Busto Arsizio (VA). All’interno sono stati montati sedili provenienti dalla BMW serie 8 con cinture di sicurezza integrate, strumentazione specifica ed accessori della Momo, tutti gli interni sono rivestiti in pelle verde scuro ed Alcantara in tono. Lo stile all’epoca era stato considerato controverso, l’auto aveva una forma sbalorditiva per quei tempi, con una interessante caratteristica extra che è il tetto completamente in vetro, infatti dal parabrezza a doppia curvatura (fatto costruire specificamente) fino al lunotto è tutto in vetro senza soluzione di continuità. Le estremità anteriore e posteriore alternano forme piene e vuote. La parte anteriore racchiude tra una fanaleria sottile (di derivazione Opel Calibra) una rielaborazione molto particolare e personale del tradizionale scudetto Alfa Romeo, che si staglia nel vuoto. Il colore Alfa Romeo Gardenia contrasta con le estremità anteriore e posteriore dettagliate in nero e prodotte specificamente in carbonio, l’aspetto generale è fatto di forme raccordate ed altre violentemente spezzate. Decisamente un design personale e con poche concessioni ai compromessi. Forse al tempo è stata considerata troppo avveniristica. La Castagna Vittoria ha debuttato al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra nel marzo 1995, in uno stand specifico. Il 14 marzo 1995 la vettura compare in un articolo del quotidiano italiano “Corriere della Sera” con commenti lusinghieri durante la presentazione al Museo “Bagatti Valsecchi” di Milano, mentre molti commenti positivi sono comparsi sulla stampa mondiale dopo il Salone di Ginevra. L’auto è stata conservata da Uberto Pietra per lunghi anni nei dintorni di Milano ed è poi stata riportata al suo splendore originario nel 2020-2021.

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