Informazioni
- Ex works.
- Importante palmares.
- Storia documentata.
- Sesto esemplare allestito.
- Gruppo 4.
- Matching numbers.
Note Specialistiche
La Fulvia “Fanalone”, è una macchina unica, speciale, vincente. Alla fine del 1968 nacque una macchina utilizzata prima in corsa e solo poi presentata per la produzione di serie. Era soprannominata “Fanalone” per gli aggressivi fari interni di profondità da 170 mm e aveva importanti dettagli di produzione che nulla avevano a che vedere con tutte le Fulvia precedenti. Molti dei pezzi prodotti per quella macchina portavano impresso il numero 818.540. Di vetture ne vennero prodotte 1278 tra il 1969 e il 1970 per il reparto corse lancia, per le scuderie dell’epoca come Jolly Club, 3 Gazzelle, Grifone e per i privati.
Per le scuderie e i privati che lo richiedevano erano disponibili motori con caratteristiche simili agli originali ma capaci di erogare più potenza. Invece i motori delle vetture destinate al Reparto Corse Lancia erano tutt’altra cosa ed evidenziavano molti dettagli da corsa: gli specialisti delle “esperienze meccaniche” del settore motori Lancia modificavano testate, sedi valvole, collettori, scarico, poi i basamenti attraverso delle fusioni e dei rinforzi ben differenti da quelle destinate alla produzione. Il materiale da corsa “ESPER MECC” è riconoscibile oltre che per la sigla per molti dettagli come nella vettura con numero di scocca 1006 (la sesta prodotta), anno di produzione 1968, con un Palmarès che la distingue come la più vincente delle ufficiali del Reparto Corse Lancia.
Partendo dalla carrozzeria: cofani e portiere erano in peraluman con spessore ridotto. Nella parte posteriore del gruppo quattro l’intero parafango destro veniva stampato senza lo sportellino per il carburante, sostituito con un foro vicino al montante destro del tetto, per l’uscita del manicotto del serbatoio maggiorato a forma di L per accogliere la ruota di scorta. I cristalli del lunotto anteriore, nei primi 200 esemplari erano sottili e leggeri ma sì screpolavano nell’uso sportivo, per cui furono sostituiti con vetri ben più resistenti. Sedendoci al posto di guida, nel gruppo 4 tutto cambia tutto radicalmente a cominciare dalla protezione interna vettura con roll bar a gabbia. Il volante in legno fu sostituito con il volante Fusina nei primi esemplari. Con l’omologazione in gruppo 4, il cruscotto e la palpebra vennero completamente rivisti con uno stampo nuovo in vetroresina alluminio, sui quali erano sistemati tutti gli strumenti, le leve in una posizione più sicura, i fusibili. Sul cruscotto delle vetture del Reparto Corse Lancia viene a mancare il tachimetro. I sedili nella versione da gara erano prevalentemente degli avvolgenti Ferrero ma, nei trasferimenti, venivano usati i due sedili Recaro reclinabili. La pedaliera era completamente rivista. Nelle gruppo 4, tra sedile e bagagliaio veniva interposto un lamierato in Avional per evitare eventuali passaggi di vapori del carburante in abitacolo. Nel motore le differenze tra stradale e gruppo 4 sono tantissime e tutte nascoste! Balza agli occhi il coperchio motore nelle classiche tinte giallo e blu, colori della città di Torino con le scritte Lancia esterne leggermente più piccole. Molti i dettagli di numerazioni e punzonature particolari stampigliate. Come carburatori, in questo esemplare, sono presenti dei Weber da 45. Il basamento subì negli anni trasformazioni importanti e la preparazione fu notevole con rinforzi un po’ ovunque. Il cambio fu pensato dall’inizio proprio per la 1.6 HF ed il suo uso agonistico. Proprio per questa ragione si aggiunse un rinvio finale per aggiungere una quinta marcia; l’operazione produsse un cambio pesantissimo con l’aspetto di un omino con testa (da qui il termine “testone”) ma affidabile. Il cambio per le competizioni fruiva di molte possibilità di scelta di rapporto finale ed ovviamente anche i rapporti potevano essere diversi.
La Fulvia gruppo 4 chassis 1006 appartiene al lotto delle prime quattro vetture preparate dal Reparto Corse Lancia con tutte le specifiche del gruppo 4 in allegato J. Solo citando le gare internazionali sostenute dalla vettura, sedettero alla guida Sandro Munari (RAC 1969, non classificato), Harry Källström (Spagna 1969, primo assoluto), Simo Lampinen (Svezia 1970, non classificato - Portogallo 1970, primo assoluto - RAC 1970, non classificato - 4 Regioni 1971, primo assoluto), Tony Fall (Montecarlo 1970, non classificato); Amilcare Ballestrieri (Sanremo, RAC), Sergio Barbasio (Wiesbaden 1970, non classificato - Rally Tulipani 1970, terzo assoluto - Sanremo 1971, terzo assoluto – Semperit - 999 minuti 1971, terzo assoluto); Alcide Paganelli-Ballestrieri-Ireland (84 Ore del Nürburgring 1969) e James Ireland (Marathon de la Route 1969). Anche i navigatori che si sedettero a fianco dei piloti erano i più forti dell’epoca. Tra essi annoveriamo il maestro Mario Mannucci, Pierino Sodano, John Davenport e Gunnar Haggbom. A fine carriera, la vettura con chassis 1006 è stata venduta ad Amilcare Ballestrieri. Per poi passare di mano a un importante storico italiano del marchio Lancia, autore di alcuni libri sul marchio di Torino.