Fotografia: le città nella storia

Dalla Venezia di Carlo Naya alla Shanghai di Marco Zanta – scopri le fotografie d’autore attraverso epoche e obiettivi diversi in asta il 18 dicembre

Le fotografie di città diventano più interessanti quando consentono di fare dei confronti fra le età diverse in cui sono state realizzate e i tanti stili dei fotografi che si sono succeduti nel riprenderle. Partiamo da Venezia che da questo punto di vista è piuttosto difficile perché, essendo stata al centro di un eccesso di attenzione ha quasi finito per consumare la sua immagine. Fra i primissimi a documentarla c’è stato Carlo Naya (lotto 260, 261, 262, 263, 264) di cui qui abbiamo una bella collezione di riprese: un originale panorama dall’alto del campanile di San Marco, un classico come quello dei Ponte dei Sospiri e una curiosa basilica di San Marco con la torre dell’orologio realizzata con una albumina successivamente colorata a mano. 

Lotto 260. Carlo Naya. Basilica di S. Marco e Torre dell’Orologio, Venezia, anni 1870. Stima € 300 – 400

Totalmente diverso – e siamo negli anni Quaranta del Novecento – è lo sguardo di Osvaldo Bohm (lotti 27, 28, 29, 30) che riprende una città che oggi non sapremmo tanto riconoscere nella sua antica quotidianità.

Lotto 30. Osvaldo Bohm. Senza titolo (Venezia), anni 1940. Stima € 200 – 300

Arriviamo infine a Fulvio Roiter (lotti 294, 295, 296) con immagini degli anni Sessanta che riprendono in bianco e nero la città senza nessuna concessione retorica e una successiva ripresa degli anni Ottanta dove il Carnevale e le sue maschere non erano ancora diventati un inflazionato meccanismo commerciale. 

Lotto 294. Fulvio Roiter. Ponte di Rialto, 1968. Stima € 800 – 1.200

Un’operazione simile si può fare con Roma ma stavolta confronteremo due immagini ottocentesche – il Palazzo della Cancelleria ripreso dal milanese Luigi Sacchi (lotto 306)“fotografo e luci rafo” come definito e la Fontana di Trevi da Robert Macpherson (lotto 227) –con la visione di Roma da parte dell’americano ma francese d’adozione William Klein (lotto 195) in un bellissimo libro intitolato appunto Roma.

Lotto 227. Robert Macpherson. Roma, Fontana di Trevi, anni 1850/1860. Stima € 400 – 600

A Parigi città che in ogni angolo mostra segni del passaggio di innumerevoli fotografi dedichiamo queste due immagini di André Kertèsz (lotto 191, 192) decisamente insolite. Più numerose sono le fotografie di Milano: si passa dallo sguardo rigorosamente compositivo di Bruno Stefani (lotto 330) a quello attento ai particolari di Angelo Mereu (lotto 235) per finire con quello modernissimo di Maurizio Galimberti (lotti 124, 125, 128). 

Lotto 192. André Kertèsz. St. André des Arts, Paris, anni 1930. Stima € 500 – 700

Lotto 128. Maurizio Galimberti. Tropea ; Milano, 1995. Stima € 500 – 800

Ci dedichiamo, infine, a un confronto audace: da una parte il Francis Frith (lotto 121) che documenta nel 1860 la costruzione a Londra del Crystal Palace che avrebbe colpito l’immaginazione dei contemporanei per la sua meraviglia e dall’altra le foto ben più recenti del 2011 di Marco Zanta (lotti 378, 379) che raccontano una Shanghai punteggiata di grattacieli che ormai non stupiscono più.

Lotto 121. Francis Frith. London: Crystal Palace, anni 1860. Stima € 300 – 400

Testo di Roberto Mutti

Osservando la montagna: capolavori del fotoalpinismo

Le vette immortalate da grandi fotografi d'autore in asta il 18 dicembre

La maestosità della natura si rivela in tutto il suo fascino quando l’uomo, dopo la sfida che lo ha condotto a scalarle, lancia quella altrettanto difficile che lo ha portato a fotografarle. Vale per tutti l’esempio di Vittorio Sella (lotto 318) che riassume nella sua vita le due attività, sempre magnificamente espresse, di alpinista e di fotografo. A lui si deve, per dire, la definizione stessa di fotoalpinismo anche quando i suoi soggetti erano collocati nelle catene montuose asiatiche e africane. Le difficoltà di quei lontani anni di inizio Novecento quando si fotografava con pesanti e ingombranti banchi ottici e con fragili negativi su lastre di vetro. In ogni immagine, Sella esaltava la spettacolarità dei luoghi come ben dimostra quella qui proposta della cascata in Val Formazza.

Lotto 318. Vittorio Sella. Cascata del Toce alla sera (Val Formazza), anni 1900. Stima € 600 – 800

Negli anni Trenta sono poi molti gli autori che hanno seguito le tracce del grande biellese: dal torinese Cesare Giulio (lotti 158, 159) insieme socio C.A.I. e fondatore del Fotogruppo Alpino le cui fotografie furono pubblicate dalla prestigiosa rivista “Luci e Ombre” all’astigiano Alessio Nebbia (lotti 265, 266) ben noto a Courmayeur dove aveva aperto la Bottega d’Arte Alpina in cui vendeva le sue opere, dal novarese Giacinto Oriani (lotto 270) fino agli svizzeri Lorenzo Steineman (lotto 333), Andreas Pedrett (lotto 278) e Albert Steiner (lotto 334) con quest’ultimo che si segnala per il valore delle sue opere che lo collocano ad un livello superiore ai contemporanei.

Lotti 158 e 159. Cesare Giulio. Senza titolo (Sciatori), anni 1930. Stima € 200 – 300

Lotti 265 e 266. Alessio Nebbia. Dente del gigante, 1930. Stima € 200 – 300; Entreves, anni 1930. Stima € 200 – 300

Lotto 278. Andreas Pedrett. Punta Rasica, St. Moritz, anni 1940/1950. Stima € 350 – 450.
Lotto 333. Lorenzo Steinemann. Senza titolo (Centovalli, Svizzera), anni 1950. Stima € 150 – 250.

Un discorso a parte meritano due italiani ben noti ai collezionisti: Domenico Riccardo Peretti Griva (lotti 279, 280, 281, 282, 283), vero maestro del pittorialismo di cui si apprezzano le preziose stampe al bromolio, e Riccardo Moncalvo (lotti 237, 238, 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 246) di cui qui offriamo una serie di immagini che ben documentano la sua ampia visione.  

Lotto 282. Domenico Riccardo Peretti Griva. Baite di Gressoney e il Monte Rosa, anni 1930. Stima € 200 – 300

Lotto 243. Riccardo Moncalvo. Sestriere, anni 1930/1940. Stima € 500 – 800

Visualizza il Catalogo Completo https://www.finarte.it/asta/fotografia-under-1k-milano-2024-12-18

Una partnership d’eccellenza: Finarte e Circolo Canottieri Roma

Tenutasi il 3 dicembre 2024, presso il Circolo Canottieri Roma la presentazione ufficiale della nuova partnership tra Finarte e il Circolo Canottieri Roma.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 4/12/2024 sul sito del Circolo Canottieri Roma

Tenutasi il 3 dicembre 2024, presso il Circolo Canottieri Roma la presentazione ufficiale della nuova partnership: un incontro di grande spessore culturale che ha visto la partecipazione di numerosi soci.

Dopo i saluti del Presidente Vitale la serata è stata condotta dall’Amministratore Delegato di Finarte, il dott. Alessandro Guerrini, il quale ha illustrato il contenuto di questa collaborazione, evidenziando l’opportunità per i soci di accedere a servizi esclusivi di consulenza gratuita sul proprio patrimonio artistico, con valutazione, per gioielli, quadri d’autore, orologi, armi storiche edaltri oggetti preziosi. Durante la presentazione, Guerrini ha sottolineato la flessibilità del mercato dell’arte e del loro lavoro: non è necessario essere collezionisti di opere da cifre milionarie per approfittare della consulenza e vendere o acquistare oggetti preziosi a cifre accessibili.

Alessandro Guerrini. Amministratore Delegato Finarte

Durante la serata sono intervenuti: Dott. Matteo Gardonio, responsabile del Dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX secolo, Dott.ssa Georgia Bava, responsabile del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, Dott. Alessio Coccioli, responsabile del Dipartimento di Orologi.

Matteo Gardonio. Responsabile dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo

Alessio Coccioli. Responsabile Dipartimento Orologi

Ogni intervento ha approfondito il valore culturale e storico delle opere e dei beni presentati, trasmettendo ai presenti la passione e l’esperienza che contraddistinguono il team di Finarte.

La serata è stata impreziosita dalla presentazione di alcune opere d’arte, grafica, dipinto, orologi, che andranno in asta la prossima settimana, quale simbolo del livello d’eccellenza offerto dalla casa d’aste:

• Joan Mirò, Le Vent Parmi les Roseaux (1971), acquaforte e acquatinta a colori, stima € 2.000-3.000.

• Gustave Courbet, Rochers d’Ornans, olio su tela, stima € 50.000-70.000.

• Vacheron Constantin, Cioccolatone 4737, anni ’50, base d’asta € 12.000.

• Rolex, modello 1897, anni ’30, base d’asta € 20.000.

• Cartier, Gondole Jumbo 97051, anni ’70, base d’asta € 8.000.

Oltre alla consulenza gratuita offerta a tutti i soci, i più interessati potranno accedere all’appena creato Club Amici di Finarte, esclusivamente a favore del Circolo Canottieri Roma, e che prevederà un ancora più intenso rapporto di informazione e valutazione, attraverso un questionario che sarà distribuito nei prossimi giorni. L’accordo con Finarte avrà una durata triennale.

Georgia Bava. Responsabile Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea Roma

La partnership è un’occasione per avvicinare i soci al mondo dell’arte e del collezionismo, non solo come passione, ma anche come forma di investimento e valorizzazione del proprio patrimonio personale.

Si è conclusa l’Asta di Arte Orientale con importanti aggiudicazioni e lotti da record 

L’asta ha registrato un totale di aggiudicazioni pari a € 630.000 e una rivalutazione complessiva del 180% rispetto alle basi d’asta.

Protagonista indiscusso della vendita è stato il lotto 129, una grande placca in porcellana Famiglia Rosa, firmata e datata 1928 da Wang Qi. L’opera, raffigurante tre divinità taoiste (Magu, Shoulao e Liu Hai) e simbolo di buon auspicio, ha ottenuto l’eccezionale aggiudicazione di € 278.500, stabilendo un record mondiale per una placca di porcellana dell’artista venduta singolarmente. 

Lotto 129. Rara placca in porcellana smaltata raffiugrante tre divinità Taoiste, Cina, periodo della Repubblica, 1928. Lotto Venduto € € 278.500

Importanti risultati anche per due raffinate sculture finemente intagliate in corallo rosso, ai lotti 33 e 150, aggiudicate rispettivamente a € 44.100 e € 41.850.   

Lotto 33. Grande scultura in corallo rosso, Cina, inizio secolo XX. Lotto venduto € 44.100

Molto interesse per le sculture in bronzo dorato, tra cui si segnalano l’Avalokiteshvara Ekadashamukha del secolo XVIII, rappresentata dalle mille braccia e undici teste, venduta a € 11.340 (lotto 159), e due sculture in bronzo dorato raffiguranti Amitayus del periodo Qianlong (1736-1795) aggiudicate a € 6.300 (lotto 90). 

Lotto 159. Scultura in bronzo dorato raffigurante Avalokiteshvara Ekadashamukha, Cina, secolo XVIII. Lotto venduto € 11.340


A suscitare l’interesse dei collezionisti, si distingue la grande tela firmata da Lu-Ji raffigurante un paesaggio floreale con alberi, peonie, uccellini e fagiani al lotto 49, venduta per € 55.440.

Lotto 49. Grande dipinto su seta, Cina, secolo XIX. Lotto venduto € 55.440


Hanno contribuito al successo complessivo della vendita una coppia di grandi vasi in porcellana Famiglia Rosa ‘Hundred Boys’, aggiudicata a € 8.820 (lotto 151), un vaso in porcellana del periodo della Repubblica cinese, venduto per € 8.190 (lotto 89), e una coppia di vasi in porcellana con decoro a rilievo “Mille Fleur” è stata aggiudicata a € 5.670 (lotto 71). 

Lotto 151. Coppia di grandi vasi in porcellana famiglia Rosa ‘Hundred Boys’, Cina, seconda metà del secolo XIX. Lotto Venduto € 8.820

Un nuovo codice ritrovato della Commedia presentato da Finarte e Pineider in un evento esclusivo 

Milano, 4 novembre – Finarte e Pineider svelano un nuovo manoscritto di Dante: un omaggio all'eccellenza italiana senza tempo

Finarte, storica casa d’aste italiana fondata a Milano nel 1959, si dedica ad assistere collezionisti nel mercato dell’arte attraverso l’organizzazione di aste pubbliche di opere e beni preziosi, che spaziano dall’arte antica a quella moderna, dai gioielli agli orologi, fino alla moda. Oggi, siamo entusiasti di annunciare una collaborazione con Pineider, la rinomata maison fiorentina nota per la produzione di strumenti di scrittura. 


Il nuovo codice ritrovato con Caterina Scardillo durante l’evento del 4 novembre. Via dei Bossi, 2. Milano

La giornata è iniziata presso la Boutique Pineider di via Manzoni 12. Seguita da una presentazione nella sede di Finarte in via dei Bossi 2, dove era esposto il prezioso manoscritto della Divina Commedia, mai visto prima d’ora. Il manoscritto è stato presentato da Fabio Massimo Bertolo, esperto del Dipartimento di Libri, Autografi e Stampe di Finarte, con oltre trent’anni di esperienza nel settore dell’antiquariato librario. 

Nuovo codice della Commedia.

Questo manoscritto cartaceo della Commedia include il capitolo attribuito a Pietro Alighieri e il capitolo di Busone Raffaelli da Gubbio, per un totale di 93 carte su 94. La scrittura, disposta con rubriche in rosso, appare di una sola mano e risale alla fine del XIV secolo e ai primi due decenni del XV. Caratteristiche fiorentine lo identificano come parte della famiglia dei codici danteschi nota come “gruppo dei Cento”, distinta dai codici Strozziani e dai codici derivati dal Vaticano. 

Sede milanese di Finarte. Fabio Bertolo con nuovo manoscritto della Commedia.

Aggiungendo ulteriore valore all’evento, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di imparare le tecniche di scrittura antica direttamente da una delle maggiori esperte del settore, Caterina Scardillo, esperta di manoscritti storici. Inoltre, la Boutique Pineider ha offerto una selezione di articoli esclusivi, come penne stilografiche, notebook e diari in pelle, ispirati al genio di Dante. 

 

Sede milanese di Finarte. Da sinistra Nicola Andreatta (AD Pineider) con Alessandro Guerrini (AD Finarte.

Questa collaborazione tra Finarte e Pineider rappresenta una legatura perfetta, unendo due eccellenze che condividono la passione per l’arte, la cultura e il Made in Italy. Per partecipare ad eventi futuri o per ulteriori informazioni, si invita a iscriversi tramite il sito di Finarte. 


 
Informazioni   
Via dei Bossi 2, Milano  / T. +39 02 3363801 – press@finarte.itwww.finarte.it  
 

Risultati al femminile: sold out per le fotografe donne

L'asta dello scorso 15 ottobre supera ogni aspettativa riguardo le vendite delle opere di Fotografe donne.

Se è vero, come emerge dal Women Artists Market Report redatto da Artsy per le vendite all’incanto del 2023, che solo il 25% delle opere di Fotografe donne vengono battute all’asta è altrettanto vero, come riscontrato nell’ultima vendita di Finarte dello scorso 15 ottobre, che l’interesse per i loro lavori è ben oltre questa percentuale registrando nella sala milanese un tutto venduto (o quasi) e numerosi rilanci.  

Star della vendita, conquistando il ruolo di top lot dell’asta, la fotografa americana Cindy Sherman con la sua opera pluripubblicata Untitled #119, del 1983, venduta per € 35.370. Podio nel record italiano al secondo posto e parimerito assieme all’opera venduta sempre da Finarte ad ottobre dello scorso anno, se non consideriamo vecchie aggiudicazioni del 2011 e e 2017, forse ormai lontane per il mercato. 

Cindy Sherman. Untitled #119, 1983. Lotto Venduto € 35.370

Ottimo risultato per un’altra fotografa americana ma con un bel legame con il Bel Paese e in particolar modo Roma, Francesca Woodman. La sua opera Untitled, del 1979/1980 (stampa realizzata da Igor Bakht  firmata e numerata a matita da Betty e George Woodman) è stata protagonista di una bella gara di rilanci, con una stima di € 4.000-6.000 e venduta ad € 16.470 ottenendo così il record per la vendita di una sua opera in Italia; al secondo posto figura sempre un’opera venduta 5 anni fa da Finarte ad € 10.140. 

Francesca Woodman. Untitled, 1979/1980. Lotto Venduto € 16.470

In asta a Milano anche Margaret Bourke-White, americana ma non solo, la prima fotografa donna a lavorare per una rivista, la celebre Life, e pioniera del fotogiornalismo, rare le sue opere nel mercato italiano, in totale dal 2001 ad oggi solamente 21. Proposta e venduta a solo € 2.070 la sua stampa alla gelatina ai sali d’argento Political Rally in small German town, del 1938 (stampa di poco successiva realizzata negli anni 1940/1950). 

Margaret Bourke-White. Political Rally in Small Georgetown, 1938

Artista/Fotografa iraniana molto amata negli Stati Uniti, Shirin Neshat vede ormai da anni un bel seguito anche nelle aste di Finarte. Nel catalogo dell’asta del 15 ottobre è stata presentata con una C-print (opera unica con interventi della fotografa) Game of Desire – Solo #1, del 2008, aggiudicata in sala ad € 9.540. 

Shirin Neshat. Game of Desire – Solo #1, 2008. Lotto Venduto € 9.540

Vanessa Beecroft, fotografa italiana ma che vede le sue opere inserite ormai in un mercato internazionale con magnifici risultati per le sue stampe di gran formato, è stata proposta in asta con un’opera dalle dimensioni “contenute” (cm 64 x 89 – cm 51 x 76 immagine), Schipper and Krome, del 1994/2000 ed aggiudicata ad € 5.640. 

Silvia Camporesi. Orologio (Ficarolo), 2014. Lotto Venduto € 1.677

Sempre italiana è la fotografa Silvia Camporesi che, nonostante la giovane età anagrafica (1973) e lavorativa, vede ormai le sue opere proposte nel mercato delle aste dal 2008, qua presente con Orologio (Ficarolo), del 2014, lavoro che conferma la sua stima e viene aggiudicato ad € 1.680. 

Meno favorite dalla sorte in questa vendita le fotografe Berenice Abbott e Beth Moon, mentre trovano un nuovo acquirente i due piccoli lavori del 1995 Sesto Continente dell’artista milanese, ancora legata solo al mercato italiano, Alessandra Spranzi, aggiudicati ciascuno ad € 774. 

Il “Rochers d’Ornans” di Gustave Courbet: tra luce e ombra, un capolavoro di realismo

Un dipinto del paesaggio natale di Courbet che esalta il contrasto cromatico e l'influenza del maestro francese sugli artisti del Novecento.

Acquistato a Parigi nel 1904 da Pietro Romanelli, il dipinto passò poi al mercante d’arte Bruno Lorenzelli, il quale fu il primo a ricondurlo correttamente alla mano del maestro di Ornans. Dopo vari passaggi, giunse agli eredi Finazzi, dove Jean-Jacques Fernier lo esaminò per la prima volta nel 2011.

Documenti ufficiali dell’Institut Gustave Courbet Ornans.

dettaglio di Rochers d’Ornans. olio su tela, cm 46 x 36. Gustave Courbet (1819-1877).

“L’opera rappresenta,” scrive proprio Fernier, “un ruscello tra due falesie, con la più lontana illuminata dai raggi del sole sotto un cielo blu, mentre il primo piano è in ombra.” Questo tema, ricorrente negli anni ’70 di Courbet, colpisce Fernier per il bagliore degli ultimi paesaggi del Jura, un’impressione finale del suo amato paesaggio natìo.

dettaglio di Rochers d’Ornans. olio su tela, cm 46 x 36. Gustave Courbet (1819-1877).

L’iconicità di “Rochers d’Ornans” risiede in una diagonale che divide il dipinto: da un lato l’ombra che avvolge la materia e dall’altro la luce che evidenzia una gamma cromatica di rosso, blu, viola e verde. 

Catturando la natura senza filtri, Courbet si conferma un genio del realismo e una figura di spicco capace di influenzare artisti del Novecento come Morandi e Morlotti. La sua assimilazione dei grandi fiamminghi e il contrasto luce-ombra del Seicento si intrecciano con i giovani impressionisti che lo veneravano. 

dettaglio di Rochers d’Ornans. olio su tela, cm 46 x 36. Gustave Courbet (1819-1877).

Troverete questo fantastico dipinto in asta il prossimo 11 dicembre a Milano all’interno del catalogo di Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo.

Le città in USA: la bellezza dell’imperfezione

Dalla critica al successo: storie di un'America in continua evoluzione

Alla ricerca di un editore americano per il libro che voleva realizzare su New York, William Klein si sentì rispondere un po’ da tutti i suoi interlocutori editoriali che non si riconoscevano in quelle fotografie sgranate, quelle riprese ricche di riflessi, di luci abbaglianti, di carrozzerie troppo lucide. Qualcuno gli spiegò anche che le sue riprese erano spazzatura, anche se non fu precisamente quello il termine che si sentì ripetere. Fu così che uno dei più bei libri sulla città fu pubblicato con l’originalissimo titolo “New York. Life is good and good for you in New York” (oggi forse direbbero che con un titolo così il libro diventava invendibile…) in Europa.

William Klein. New York. Pagine di Life is good and good for you in New York , 1956. Stima € 1.000 – 1.500

Andò decisamente meglio al trentaseienne Richard Avedon che per il suo primo libro “Observations” aveva potuto contare sui testi di Truman Capote e soprattutto sullo straordinario impianto grafico di Alexey Brodovitch suo mentore ad Harper’s Bazaar, la rivista da cui provenivano i ritratti a piena pagina dei più importanti esponenti del mondo della cultura e dell’arte pubblicati nel volume su cui in copertina comparivano i classici caratteri Bodoni cari al grafico e art director di origine russa. 

Richard Avedon. Observations, 1959- Stima € 700 – 1.000

Che gli Stati Uniti siano sempre un luogo privilegiato della fotografia lo sappiamo bene tutti e bastano per sottolinearlo alcune immagini qui proposte realizzate da autori che hanno osservato l’America (così abitualmente gli Usa vengono chiamati) sia dall’interno, con lo sguardo di chi come Aaron Siskind è vicino a una visione artistica, sia di quanti usano il filtro della cultura europea.

Aaron Siskind. Harlem, 1935. Stima € 800 – 1.200

Ron Galella. Robert Redford, New York, 1974. Stima € 2.000 – 3.000

Quella respirata dall’italo americano Ron Galella che avendo fatto parte, unico non italiano, del gruppo eterogeneo dei “paparazzi” usa New York come fosse via Veneto per i suoi ritratti rubati, quella respirata prima da Riccardo Moncalvo e poi da Maurizio Galimberti che inseguono il fascino di una città seduttiva, quella infine di Olivo Barbieri che gioca da par suo con i grandi spazi che caratterizzano il Paese.     

Riccardo Moncalvo. Verso la luce, New York, 1966. Stima € 800 – 1.200. Maurizio Galimberti. “New York Studio Nik..”, 2012. Stima € 1.000 – 1.500

Testo di Roberto Mutti

Visualizza il catalogo completo dell’asta di Fotografia che si terrà il 15 ottobre a Milano

Diana Vreeland: un’icona della moda del XX secolo

In asta una coppa in argento creata su commissione da Tiffany & Co. per il matrimonio della stilista con Thomas Reed Vreeland

Photograph of Exhibit Developer Diana Vreeland Giving First Lady Betty Ford a Tour of the "American Women of Style" Exhibit at the Metropolitan Museum of Art - Courtesy Gerald R. Ford Presidential Library

La storia di Diana Dalziel Vreeland
Nata a Parigi nel 1903 da una madre americana e un padre britannico, Diana Dalziel Vreeland ha ereditato il fascino e il cosmopolitismo tipici dell’alta società europea dell’epoca. Non fu solo una semplice redattrice, ma una delle figure più influenti del XX secolo, capace di plasmare la moda e la cultura con un’energia ineguagliabile e una visione straordinaria.

Diana Dalziel Vreedland. Foto di This is Glamorous “Great Love Stories – Diana & Reed Vreeland.”

Dopo aver vissuto in vari ambienti élite, la famiglia Dalziel si trasferì negli Stati Uniti alla fine della Prima Guerra Mondiale. Nel 1924, Diana sposò il banchiere Thomas Reed Vreeland. Dopo il matrimonio, la coppia si trasferì a Londra, dove la Vreeland aprì una raffinata boutique per signore, tra i cui clienti vi era anche Wallis Simpson, futura Duchessa di Windsor. In questo periodo, Diana visitò spesso Parigi, dove nel 1926 incontrò Coco Chanel e la sua amica gioielliera Suzanne Belperron. Nel 1937, la Vreeland tornò a New York, dove iniziò la sua carriera come giornalista e redattrice per la rivista di moda Harper’s Bazaar, curando la rubrica Why Don’t You…?, che proponeva idee eccentriche e suggerimenti di stile. Importante firma di Harper’s Bazaar e Vogue, nel 1965 fu ammessa nella Hall of Fame come una delle donne più eleganti del mondo. Dal 1962 al 1972, fu capo redattrice della rivista Vogue America, dove ancora una volta si fece riconoscere per il suo occhio visionario, e l’incredibile influenza sulle tendenze di moda dell’epoca. Il suo famoso motto, “Il brutto è noioso”, riassume perfettamente il suo atteggiamento nei confronti della vita e della creatività.

Diana & Thomas Vreeland. Foto di This is Glamorous “Great Love Stories – Diana & Reed Vreeland.”

La coppa
Durante la celebrazione di matrimonio del 1924, i Vreeland ricevono come dono di nozze una coppa centrotavola di Tiffany & Co. in argento sterling realizzata su commissione.

Tiffany & Co. Coppa centrotavola di rappresentanza, USA, 1924. Base d’asta € 3.000

La coppa è un esempio di raffinatezza e maestria nell’artigianato caratterizzato da una base circolare, un crest inciso e linee essenziali elegantissime. La coppa reca anche un’incisione che celebra l’unione dei due sposi: “DIANA DALZIEL – THOMAS REED VREELAND – MARCH 1 1924”. Sul retro, è presente l’emblema della Scroll & Key, la prestigiosa società segreta dell’Università di Yale, a cui Thomas Reed Vreeland apparteneva. L’emblema “Scroll & Key” raffigura una pergamena e una chiave, accompagnato dalle iniziali “C.S.P.” e “C.C.J.”, sigle adottate dalla confraternita.

Tiffany & Co. Dettaglio di coppa centrotavola di rappresentanza, USA, 1924. Base d’asta € 3.000

Attorno alla base della coppa sono incisi quindici crest ad altorilievo, riportanti i nomi dei membri della delegazione di Vreeland della Scroll & Key. Tra i nomi spiccano quelli di personalità che avrebbero raggiunto successi straordinari, come Godfrey Stillman Rockefeller e Charles Shipman Payson.

Tiffany & Co. Dettaglio di coppa centrotavola di rappresentanza, USA, 1924. Base d’asta € 3.000

Fondata nel 1842, la confraternita di Scroll & Key si distinse per il suo spirito intellettuale e letterario, selezionando ogni anno quindici membri della classe junior per ricoprire ruoli di leadership. La coppa centrotavola è infatti anche un simbolo di un’unione tra due famiglie di grande prestigio e un legame con una delle più esclusive istituzioni universitarie d’America. Tiffany & Co. ha trasformato questo argento in un tributo che unisce arte, storia e tradizione.

Visualizza il catalogo completo dell’Asta di Argenti Antichi e del XX Secolo

Foto di copertina: Photograph of Exhibit Developer Diana Vreeland Giving First Lady Betty Ford a Tour of the “American Women of Style” Exhibit at the Metropolitan Museum of Art – Courtesy Gerald R. Ford Presidential Library

Fotografie che ci portano in viaggio tra paesaggi e cultura italiana

Scatti d'autore in asta il 15 ottobre di luoghi significativi che hanno caratterizzato la visione fotografica sull'Italia.

Ma l’Italia è davvero quello che convenzionalmente viene ancora chiamato il Bel Paese con buona pace dell’abate Stoppani e di Petrarca? Se lo è chiesto Luigi Ghirri nel 1984 progettando quella mostra corredata da un bel libro-catalogo diventata poi famosa proprio perché già nel titolo “Viaggio in Italia” promuoveva una visione diversa e contemporanea del paesaggio nostrano. Per questa e altre ragioni possiamo qui fare il punto con una riflessione che indaga sui luoghi più significativi che hanno caratterizzato la visione fotografica sull’Italia.  

MICHAEL MCKENNA. Ferro da Gondola, Venice, 2006. Stima € € 1.500 – 2.500

Ci sono città, e Venezia è una di quelle, che hanno stabilito con la fotografia un rapporto stretto e profondo. Si è arrivati al punto che alcune immagini sono diventate delle vere e proprie icone di quel luogo magico e unico. Questo ha riguardato autori locali come Fulvio Roiter (di cui qui si propongono alcune immagini a colori da lui stesso particolarmente amate – Lotto 11, 12 e 13) come anche altri che qui, pur non essendoci nati, sono stati a lungo di casa come Gianni Berengo Gardin e Paolo Monti (Lotto 17). Ma Venezia ha coinvolto anche fotografi come il paesaggista Michael Kenna (Lotto 16) e Franco Fontana, che l’ha a lungo frequentata realizzando sempre immagini non convenzionali e soffermandosi sugli aspetti più innovativi offerti dalla città (Lotto 18).  

FRANCO FONTANA. Venezia, 1979. Stima € 800 – 1.200. PAOLO MONTI. L’angelo della morte, Venezia, 1951. Stima € 600 – 800.

Alla silenziosa eleganza di Riccardo Moncalvo, Milano contrappone la sua austerità (Lotto 9). I fotografi, infatti, l’hanno sempre vista come lo spazio dove vivere la quotidianità di strade e scalinate colte da Luigi Ghirri (Lotto 5) e Riccardo Moncalvo stesso, ma anche dove sono ben presenti i segni di quella industriale che Gabriele Basilico, in una indagine ormai diventata famosissima, ha interpretato in “Ritratti di fabbriche”. Il leggendario dinamismo cittadino lo si ritrova perfino in una piazza del Duomo che ora si fa spettacolare nella ripresa della Galleria realizzata da Ugo Mulas (Lotto 8), ora sorprendente nella fila di passanti che cammina rapida sfidando l’ostacolo della Grande Nevicata del 1985 in una piacevolissima ripresa di Virgilio Carnisio (Lotto 7). 

GABRIELE BASILICO. Milano, Rubattino, anni 1980. Stima € 1.500 – 2.500

VIRGILIO CARNISIO. Piazza del Duomo, Milano, 1985. Stima € 600 – 800

Alla bellezza ben esibita di RomaLuigi Ghirri (Lotto 25) la sottolinea nei Castelli, Mario De Biasi la trova nelle architetture del centro – alle suggestive contraddizioni di Napoli dove possono convivere il ragazzino seduto per strada ripreso da Mario De Biasi (Lotto 27) e le splendide sculture cui Mimmo Jodice ha conferito una fortissima vitalità (Lotto 30).

MARIO DE BIASI. Napoli, 1954. Stima € 1.000 – 1.500

Al di là delle città, ci sono in Italia spazi regionali che sono stati oggetto di attente osservazioni che li hanno resi famosi in tutto il mondo. L’Emilia per la sua immagine ha così potuto contare su grandi fotografi, da Franco Fontana a Luigi Ghirri (Lotto 21), ma anche su Gianni Berengo Gardin che nel 1975 ritornò a Luzzara per riprendere il filo del discorso iniziato vent’anni prima da Paul Strand che quel luogo aveva trasformato nel simbolo della vitalità che animava i paesi di quell’area della Pianura Padana (Lotto 126). Il fotografo americano e quello italiano erano stati accompagnati da Cesare Zavattini e dall’editrice Einaudi che nel 1955 aveva pubblicato “Un paese” e nel 1975 “Un paese vent’anni dopo”.

FRANCO FONTANA. Correggio, 2004. Stima € 1.000 – 1.500

LUIGI GHIRRI. Modena, 1971. Stima € 2.000 – 3.000

Basta scendere di pochi km e ci si ritrova nelle Marche dove i segni della visione di Mario Giacomelli sono così forti da fare specchio: chi conosce le opere del fotografo di Senigallia le ritrova in quei paesaggi collinari, chi ha confidenza solo con questi ultimi si sorprende di come si sono trasporti in queste intense immagini.

MARIO GIACOMELLI. Presa di coscienza sulla natura, 1975/1985. Stima € 1.800 – 2.500

Altra grande terra di fotografi è la Sicilia: se chi la visita ne coglie i cromatismi abbaglianti come ha fatto un grande maestro del colore come Franco Fontana (Lotto 33 e 34), chi la conosce per esserci vissuto come Enzo Sellerio e Ferdinando Scianna preferisce i toni smorzati di un bianco e nero classico. 

ENZO SELLERIO. Palermo, uscita dai Cantieri Navali, 1962. Stima € 1.200 – 1.600

FERDINANDO SCIANNA. Moisseiev, Tarantella Siciliana, 1966. Stima € 600 – 800

di Roberto Mutti

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