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Opere dalla Collezione di Bruno Mantura

martedì 23 marzo 2021, ore 15:00 • Roma

127

Giovanni Costetti

(Reggio Emilia 1874 - Settignano 1949)

Mai Sewell Costetti

Stima

€ 200 - 300

Lotto venduto

€ 576

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

sanguigna su carta
cm 31,5 x 23,4
firmato e datato a sinistra verso il basso: G. COSTETTI XXVII / NATALE e intitolato in basso a destra MAI

Esposizione

Roma, Galleria Prencipe, 2019

Bibliografia

Un coup de coeur. Grafica tra Italia e Francia dalla raccolta di Bruno Mantura, catalogo della mostra a cura di T. Sacchi Lodispoto, S. Spinazzè, Roma, Galleria Prencipe, 14 febbraio – 16 marzo 2019, p. 84 n. 37.

Pittore, incisore e scrittore carismatico e inquieto Giovanni Costetti ha un'identità culturale ricca e complessa in cui, alla formazione nell'ambiente fiorentino dove la tradizione rinascimentale viene riletta alla luce della cultura letteraria e figurativa del simbolismo internazionale si sommano tendenze esoterico-spiritualiste e l'esperienza della pittura francese cezanniana e fauve, conosciuta direttamente durante un soggiorno a Parigi nel 1900. Dagli anni Venti, in linea con la strada intrapresa da Valori Plastici, Costetti si orienta verso una maggiore stilizzazione e solidità compositiva, seppur innervata da inquietudini spiritualiste, ben evidenti soprattutto nei ritratti, genere a cui Costetti dedica la maggior parte della sua produzione, sempre sostenuti da una forte tensione interiore.

Il disegno è uno studio per un dipinto raffigurante la moglie, la ceramista, giornalista e scrittrice norvegese Mary Elizabeth Clare (Mai) Sewell (Kristiania 1892 –  Firenze 1975) conservato in collezione privata [1]:  un ritratto intimista dove la figura è rappresentata a mezzo busto, il volto illuminato da una luce interiore, in un semplice interno in cui, appena accennata sullo sfondo, dall'uscio di una portasi affaccia una misteriosa figura. Conosciuta nel 1923 e sposata nel 1928, Mai Sewell ebbe un fondamentale ruolo nella promozione del lavoro di Costetti, organizzando mostre anche dopo la sua morte e donando nel 1976 a Palazzo Pitti i lavori di sua proprietà. L'opera, una delicata sanguigna, fissa con sicurezza i tratti del volto raffigurato di profilo, nella stessa posa, con il mento leggermente all'insù e lo sguardo fisso rivolto in lontananza, che compare nell'olio. In quest'ultimo è evidente la fedeltà al rigore formale della tradizione toscana, sebbene la pennellata vibrante e l'intensa cromia tutta impostata sui toni del rosso e del nero porti con sé memoria della libertà cromatica espressionista, pronta a riesplodere, carica di umori mistici, nella produzione degli anni Trenta e Quaranta.

 

Sabrina Spinazzè


[1] Ripr. in Giovanni Costetti. Opere dal 1901 al 1949, a cura di G. Paccagnini, Montecatini 2004, p. 182.