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Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario
(Bergamo 1655 - 1743)
Half-length portrait of a young man, with blue tailcoat
Estimate
€ 25.000 - 35.000
Sold
€ 22.770
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Information
55.5 x 43.5 cm
inscribed on the back on the canvas: Pauloto
Photographic references
Fototeca Zeri, n. 72340
Literature
Fra' Galgario e la ritrattistica della realtà del '700, exhibition catalog cureted by F. Rossi and G. Valagussa (Varese ,Civico Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Castello di Masnago, 13 September 2008 - 11 January 2008), Milan 2008, pp. 98-99.
Il dipinto, acquistato sul mercato antiquario nel 1956 e da allora in collezione privata, è ritenuto certamente autografo da Maria Cristina Gozzoli che lo pubblica nel 1981, datandolo al quarto decennio del Settecento (M. C. Gozzoli, Vittore Ghislandi detto Fra Galgario in I Pittori Bergamaschi. Il Settecento (vol. I), Bergamo 1981, p. 123 n. 143, ill. a p. 176, n. 2). Il dipinto raffigura un giovane a mezzobusto elegantemente vestito con camicia bianca e marsina azzurra, impreziosite da una mantella color mattone che, nascondendo la spalla destra sotto le morbide pieghe del tessuto, conferisce movimento e dinamismo al primo piano.
A partire dagli anni Trenta del Settecento, Fra Galgario abbandona la tradizionale tecnica di stesura del colore e il suo stile si caratterizza per la materia pittorica densa, pastosa e vibrante (spesso stesa con le dita, senza l'uso del pennello) dalla quale nascono alcuni dei suoi capolavori.
Il dipinto offerto nel lotto ricade pienamente all'interno di questa ultima fase di attività del maestro bergamasco e, a ragione, potrebbe essere considerato un esempio proto-ottocentesco, non solo per l'effetto materico della pittura, ma anche per la forte indagine introspettiva che lo caratterizza, cifra stilistica della produzione di Fra Galgario che, nella sua ricerca artistica, non si limita a documentare i personaggi della Bergamo del Settecento, i loro costumi e lo status sociale, ma ne restituisce dei veri e propri ritratti psicologici. E' il caso del giovane qui effigiato, il cui sguardo, tanto pacato quanto intenso, nasconde, dietro il sorriso appena accennato, una dolce nota di malinconia.
Il dipinto si può ben confrontare con il Giovinetto con cappello azzurro in collezione privata bergamasca (M. C. Gozzoli, ibid., tav. a p. 86 e n. 72 a p. 113), con il Giovinetto pittore in collezione privata milanese (M.C. Gozzoli, ibid., tav. a p. 87 e n. 139 a p. 123) e con il Gentiluomo (Galeazzo Vertova?) sempre a Milano in collezione privata (M.C. Gozzoli, ibid., tav. a p. 82 e n. 141 a p. 123), tutti ritratti databili al quarto decennio del Settecento.