Informazioni
cm 105 x 171
Il dipinto è corredato da una lettera del professor Claudio Strinati, datata 26 gennaio 2021, che avanza la presente attribuzione e data l'opera alla produzione giovanile di Francesco Simonot, nel decennio 1680-1690.
Specializzatosi nel genere del paesaggio arcadico e pastorale, Francois Simonot, detto anche Monsù Francesco Borgognone, appartenne alla comunità degli artisti forestieri impegnata a Roma a partire dalla seconda metà del Seicento per la nobiltà dell’Urbe nella decorazione dei palazzi cittadini e delle residenze di campagna. Spesso le sue opere sono state in passato riferite a Jan Frans van Bloemen, per le indubbie analogie stilistiche e compositive, fino allo studio dei Michel che hanno riscoperto l’attività del pittore francese nella città papale attraverso i documenti inventariali dell’epoca (cfr. G. e O.Michel, La décoration du Palais Ruspoli en 1715 et la redécouverte de Monsù Francesco Borgognone, in “Mélanges de l’école française de Rome”, 1977,89-1, pp. 265-340). Secondo un gusto nuovo e moderno, attento alle suggestioni atmosferiche piuttosto che ai modelli classicisti ideati dai Carracci, il Borgognone dipinse le “boscareccie” per il cardinale Pietro Ottoboni nel suo Palazzo della Cancelleria, insieme al cognato Christian Reder. Ottenne incarichi dai Chigi e dai Rospigliosi, per cui dipinse a tempera scene di caccia nel Castello a Maccarese, e dai Falconieri nella villa a Frascati, in collaborazione con Pier Leone Ghezzi, che ne lasciò anche un intenso ritratto caricaturale (Biblioteca Vaticana).