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€ 20.000 - 30.000
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€ 25.060
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Information
cm 64 x 50
signed, dated and dedicated lower left
Provenance
Exhibition
Literature
Gino Severini compie il suo apprendistato con Boccioni nella Roma di inizio secolo, sotto la guida e con la mediazione decisiva del già maturo Giacomo Balla, guardando soprattutto al divisionismo di Previati e Pellizza da Volpedo ma con uno sguardo attento alle esperienze figurative soprattutto francesi più aggiornate, esempi che risulteranno decisivi nel suo precoce superamento delle angustie intimiste e del naturalismo che ancora in quegli anni caratterizzavano la scena artistica italiana. La partenza per Parigi, nell'ottobre del 1906, è decisiva per imprimere alla ricerca del giovane artista una svolta determinante, grazie soprattutto al rapporto con le ricerche dei neoimpressionisti e dei loro immediati seguaci e al contatto diretto con il vivace ambiente dei teatri, dei cabaret e delle sale da ballo che costituirà la sua costante ispirazione negli anni successivi.
Questo ritratto a pastello, eseguito, insieme a quello del padre, durante un temporaneo soggiorno in Italia l'anno successivo, rivela ancora la profondità dell'influsso divisionista mediato dall'insegnamento di Balla, da cui deriva, insieme ad aspetti più squisitamente formali, l'attenzione al dato psicologico interiore, rivelato dalla particolare impaginazione della figura. All'interno di un ambiente domestico, probabilmente una camera da letto o un boudoir, come fa capire lo specchio da toeletta visibile sullo sfondo, la figura femminile appare immersa in una luce vibrante, proveniente da una finestra invisibile, che colpisce il largo fiocco di organza dai riflessi madreperlacei che si apre trasformandosi in veletta a coprire il volto e la testa. Il gioco dei riflessi e delle trasparenze è reso con rapidi filamenti di pastello bianco, celeste e rosa, mentre una sottile luminescenza si trasmette al viso della donna coronato da un cappello nero decorato da una piuma. Analogamente a quanto accadeva in quegli stessi anni nei ritratti familiari di Boccioni, la figura appare seria e assorta, psicologicamente isolata, in una posa sottilmente instabile, colta forse in procinto di alzarsi e uscire. La "divisione" dei toni è qui utilizzata da Severini con parsimonia, senza mettere a rischio la solidità della figura, ma mostra già quella briosa sottigliezza che gli anni parigini contribuiranno sempre più a mettere in luce.