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In asta giovedì 21 novembre 2024 alle ore 10:30
Informazioni
Parigi, Calmann Lévy, 1896. In 4° grande. Prima edizione, che riunisce i racconti pubblicati dal 1892 in Le Banquet, La Revue blanche, Le Gaulois e L'Année des poetes. Illustrato con un acquerello originale e numerosi disegni di Madeleine Lemaire (esemplare n.6 dei 20 tirati su papier Imperiales du Japon), alcuni a piena pagina, con 13 pagine di spartiti musicali di Reynaldo Hahn per Les Portraits de Peintures. Prefazione di Anatole France.
Raffinata ed elegante legatura in marocchino nocciola firmata HUSER con ai piatti fregi di foglie stilizzate in pelle bianca e verde inseriti in cornice di cerchi e altra cornice geometrica, orso in pelle marrone a cinque nervi con medesimi fregi di foglie bianche e verdi con nome dell'autore e dell'opera inciso in oro, Ttgli dorati, contropiatti anteriore e posteriore in pelle bianca. Conservata la brossura originale. Cofanetto in cartonato con motivo a tonalità di giallo su sfondo nero. Due ex libris di Raoul Simonson e Josè Peraya.
Note Specialistiche
(dalla Prefazione di Anatole France)
PRIMA OPERA DI PROUST.
Les Plaisirs et les Jours è una raccolta di poemi in prosa e novelle di Marcel Proust, pubblicata nel 1896 presso Calmann-Lévy, con introduzione di Anatole France. Il titolo dell'opera rievoca quella di Esiodo, Le opere e i giorni. Ispirata al decadentismo elegante di Robert de Montesquiou, è stata la prima opera in volume, apparsa in edizione di lusso, del futuro autore di À la recherche du temps perdu. Ogni parte del libro può essere letta come a sé stante, ma la lettura continua di tutte le sue parti rende coerente e unitario il mondo dei salotti di Parigi che Proust frequentava abitualmente, quasi si trattasse di un'anticipazione del suo romanzo monumentale.
Opera di un autore all'epoca ancora sconosciuto, illustrata da un'artista di società e preceduta da grande fama letteraria, venne considerata il capriccio di un saccente e vendette perciò male: il suo prezzo di 13,50 F per una copia contrastava in modo assurdo con quello di altri libri simili all'epoca, che raramente superavano i 3 F. Vent'anni dopo erano state vendute solamente 329 copie su una tiratura di 1.500. Probabilmente in gran parte grazie allo stesso Proust, che spesso li offriva ai suoi parenti.