Precedente / Successivo

Libri, Autografi e Stampe

venerdì 15 dicembre 2023, ore 11:00 • Roma

343

Miscellanea Politica. Moti popolari 1820 - 1821. Raccolta di editti, proclami, ordinanze, comunicati, fogli volanti, decreti, suppliche, relazioni del Parlamento, poemetti popolari (alcuni in dialetto), notizie stampa, ecc., 1820

Stima

€ 12.000 - 14.000

Un utente ha offerto

La tua offerta è la più alta

Informazioni

Napoli, 1820 - 1821. Folio, 159 manifesti, alcuni in dialetto, di vario formato (il più piccolo cm. 18 x 26, il più grande cm. 54 x 77,5), alcuni di due o più pagine e alcuni stampati fronte retro con testi e date diverse; più un indice manoscritto di due pagine. In fine 8 decreti del periodo di Giuseppe Napoleone presenti nell'indice ma non legati. La raccolta non è in ordine cronologico. Qualche restauro, leggera brunitura più intensa su poche carte, qualche fioritura. Legatura del tempo in mz. pergamena, tassello con titolo e fregi in oro al dorso.


Note Specialistiche

Questa raccolta, proviene dalla biblioteca del Marchese Donato Antonio Tommasi Ministro di Grazia e Giustizia di Ferdinando I. Il volume fu trovato, insieme ad altri, agli inizi degli anni '70 del secolo scorso, in alcuni bauli conservati nella soffitta del palazzo Tommasi e dagli eredi venduti ad Ermanno Cassitto libraio in Port'Alba. Eccezionale raccolta, che possiamo definire unica, di fogli murali e fogli volanti che coprono tutto l'arco dei moti popolari, a partire dal 6 luglio 1820 con il proclama di Guglielmo Pepe, appena nominato comandante dell'esercito costituzionale, ai popoli del Regno delle Due Sicilie, per finire con il decreto di Ferdinando I, del 30 maggio 1821, (in cui non compare più la scritta “e per la Costituzione della monarchia”) che concede l'amnistia agli iscritti alle società segrete che non si siano macchiati del reato di cospirazione o imputati di misfatti comuni. Il volume ci offre, giorno per giorno, un panorama completo degli avvenimenti, la rivolta, la gioia del popolo per la concessione della Costituzione, l’elezione del Parlamento, l'ostilità delle nazioni europee, la formazione dell'esercito costituzionale, il congresso di Troppeau, la dichiarazione di guerra dell'Austria e degli alleati, l'invasione del Regno, la guerra, la sconfitta, lo scioglimento della Camera e l'abolizione della Costituzione. Il 1° gennaio 1820, in Spagna si accese una ribellione guidata da alcuni ufficiali dell’esercito che portò, il successivo 7 marzo, al ripristino della Costituzione di Cadice del 1812, con la quale si prevedeva una riduzione dei poteri regi ed un ampio suffragio per il Parlamento. Tale evento riverberò nel Regno delle Due Sicilie determinando un’alleanza tra i carbonari e numerosi militari ex murattiani favorevoli alla Costituzione. Agli inizi di luglio dello stesso anno i giovani ufficiali Morelli e Silvati, capi della sezione della Carboneria di Nola, diedero il via alla cospirazione, disertando con le loro truppe e dirigendosi verso Avellino e Salerno, mentre la rivolta si espandeva a Napoli dove il generale Guglielmo Pepe aveva raccolto due reggimenti di cavalleria e uno di fanteria. A quel punto Ferdinando I acconsentì, pur malvolentieri, alla formazione di un governo costituzionale e, con un decreto del 7 luglio con cui si autorizzava la Costituzione spagnola del 1812, nominò il principe ereditario Francesco di Borbone, Vicario Generale. I governi della Santa Alleanza, però non avevano contemplato per Napoli la concessione della Costituzione e alla Conferenza di Troppau (23 ottobre – 17 dicembre 1820) sancirono, contro il parere di Inghilterra e Francia, il “Principio dell’intervento” che avrebbe permesso all’Austria di agire per soffocare le rivolte napoletane in nome della Santa Alleanza. Austria, Russia e Prussia scelsero in ogni caso di invitare Ferdinando I a Lubiana, al congresso che si sarebbe svolto nel gennaio 1821, per tentare di risolvere collegialmente la questione napoletana. Ricevuta nel dicembre l’autorizzazione del Parlamento a lasciare Napoli, a condizione di sostenere la Costituzione, Ferdinando I operò un immediato voltafaccia ed invocò l’aiuto austriaco, dichiarando di essere stato costretto a concedere la Costituzione con la forza. Il Regno fu invaso dall’esercito austriaco, forte di 50.000 uomini, del generale Frimont. Il generale Guglielmo Pepe tentò una resistenza con l’esercito napoletano prima a Rieti e poi nelle Gole di Antrodoco, ma sconfitto dovette abbandonare L’Aquila e ritirarsi. La marcia delle truppe austriache a quel punto fu praticamente inarrestabile cosicché il 20 marzo 1821 entrarono a Capua e il 23 giunsero a Napoli. Ferdinando I rientrò a Napoli il 15 maggio e provvide a revocare definitivamente la Costituzione iniziando una severa epurazione e condannando a morte i principali capi della Carboneria.

Contatta il dipartimento

Condition report

Per richiedere un condition report contattare libriestampe@finarte.it Il dipartimento fornirà un rapporto generale sullo stato del bene sopra descritto. Si ricorda però che quanto dichiarato da Finarte rispetto allo stato di conservazione dei beni corrisponde unicamente a un parere qualificato e che i nostri esperti non sono restauratori professionisti. Per una relazione dettagliata consigliamo quindi di rivolgersi a un restauratore di vostra fiducia. Si consiglia ai potenziali acquirenti di ispezionare ogni lotto per accertarsi delle condizioni durante le giornate di esposizione come indicato in catalogo.