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Fino al 1870 durante Carnevale il popolo si riversava nelle strade preda di una temporanea follia collettiva. Via del Corso si trasformava in un teatro all’aperto dove alle maschere tradizionali – Cassandrino, Rugantino, Meo Patacca – si affiancavano costumi tratti dalla vita quotidiana: “il medico”, “il brigante”, “il nobile decaduto”. Piazza del Popolo era invece il punto di partenza per la sfrenata corsa dei cavalli berberi. L'atto conclusivo del Carnevale, la sera del Martedì Grasso, era la suggestiva Corsa dei Moccoletti, fatta cioè reggendo candele o lumini e tentando, nel correre, di spegnere le fiammelle altrui. Tutti gli avvenimenti erano vissuti come uno spettacolo di irresistibile fascino dai viaggiatori stranieri in visita nella città e dagli artisti, che li descrissero con entusiasmo nelle loro opere.