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Padova Finarte / Automobili da Collezione

venerdì 25 ottobre 2019, ore 14:30 • Padova

21

1960 Autobianchi Autobianchi Bianchina Cabriolet (Autobianchi)

telaio no. 110B122*000673

Stima

€ 17.000 - 21.000

Lotto venduto

€ 17.471

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

  • Uno dei primissimi esemplari prodotti dopo le vetture pre-serie.
  • Restauro completo.
  • Targhe nere Palermo, d’origine.
  • Molto rara. Sicuro investimento

Documenti
Immatricolazione e targhe italiane d’origine in ordine.

Provenienza

Il modello
Concepita come versione lussuosa della Fiat 500, da cui derivava telaio e meccanica, la Bianchina fu presentata al pubblico il 16 settembre 1957 al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Inizialmente fu proposta nell'unica carrozzeria a 3 volumi, definita "Trasformabile", dotata di piccole pinne posteriori, abbondanti cromature e tetto apribile in tela. La Bianchina è stata prodotta dall'Autobianchi dal 1957 al 1969. Nei primi mesi di vendita, le vendite furono addirittura superiori a quelle della più economica, ma più spartana "500", nonostante il grande divario dei prezzi di listino: la Bianchina costava LIT 565.000, ovvero il 15% in più del prezzo della Fiat 500. Diversi furono i fattori favorevoli; in primo luogo, gli automobilisti italiani al tempo del “boom”, anche se dovevano fare quadrare conti frutto di stipendi risicati, mal digerivano la frugalità proposta dalla FIAT, pagando (si riteneva) eccessivamente per un’auto “troppo” spartana. L’essenzialità alla Francese (Citroen 2CV e Renault 4) non era granché apprezzata, al contrario delle teutoniche cromature del Maggiolino. La Bianchina, interpreta per prima il ruolo di utilitaria “di lusso”, con finiture migliorate, una linea più ricercata, cromature e vernici anche bicolore. Una lezione che verrà seguita con grande successo dalle future Autobianchi A112 e Y10 e, in seguito, da molte vetture del gruppo (ormai) Fiat-Lancia che ne rivivono lo spirito. Tra gli altri fattori di successo della Bianchina, tuttavia, vanno ricordati anche: la "milanesità" del veicolo, apprezzata dall’importante bacino di acquirenti meneghini, l'aura di nobiltà ereditata dal marchio Bianchi e, probabilmente, la convenienza della lunga rateizzazione in 30 mensilità proposta dalla SAVA.A seguito del successo, l'Autobianchi decise d'ampliare la gamma e migliorarne le caratteristiche. Nel 1959 la potenza del motore da 479,5 cc crebbe a 17 hp, mentre nel 1960 vennero presentate le versioni Cabriolet e Panoramica. La Cabriolet era una vera e propria vettura scoperta con capote in tela (mentre la Trasformabile aveva un ampio ma “semplice” tetto apribile in tela con i montanti laterali fissi) e motore maggiorato da 499 cc e 21 hp; cambiavano anche le portiere, adesso contro-vento, incernierate all'anteriore. Il progetto Bianchina Cabriolet risale al 1959 e porta la firma dell’ingegner Luigi Rapi, passato dal reparto Carrozzerie Speciali Fiat alla Autobianchi. Si tratta di un progetto contrastato e non condiviso da tutti i dirigenti della casa milanese. La direzione commerciale è convinta che questa cabriolet di serie, la più piccola del mondo, possa rappresentare un buon investimento, anche per i mercati stranieri. Le nuove soluzioni tecniche e stilistiche della cabriolet costringono però a rivedere quasi tutti gli stampi dei lamierati. Estremamente ricercata, con abbondanti fregi e cromature, contraddistinta dalla sigla di progetto “B 122”, viene presentata al Salone di Ginevra nell’aprile del 1960. La risposta di pubblico e stampa è tiepida: quel piccolo oggetto sembra troppo americaneggiante e civettuolo. Malgrado le opinioni contrastanti, la cabriolet riscuote nel suo primo anno di vita un buon successo commerciale. Lo scopo che si era prefissata l’Autobianchi di conquistare la clientela dei carrozzieri speciali e all’estero è in parte raggiunto e vengono vendute in otto mesi circa 1050 cabriolet. La clientela di questo modello è estremamente limitata: il costo elevato di 635.000 LIT, ovvero 60.000 LIT in più della trasformabile, ne restringe i potenziali acquirenti a una fascia di popolazione agiata che la sceglie come seconda o terza macchina, per la città o per le località di mare alla moda.La Panoramica, invece, era una giardinetta con motore a sogliola di 499 cc per 22 hp e passo allungato, derivata dalla Fiat 500 Giardiniera. Dallo stesso anno la Trasformabile, che adottava il motore di cilindrata incrementata a 499 cc per 18 hp, venne resa disponibile anche in versione Special con motore portato a 21 hp. Nel 1962 la Trasformabile venne sostituita dalla Berlina 4 posti, una versione berlina con tetto rigido in metallo, più squadrato. Lo stesso anno tutte le versioni adottarono un pianale scavato in corrispondenza della zona piedi dei passeggeri, per migliorare l'abitabilità. Nel 1965, oltre ad un lieve restyling che interessò tutte le versioni, le varianti Berlina 4 posti e Cabriolet adottarono il motore tipo F. Nel 1969 le Bianchina uscirono di produzione.
L’auto
L’Autobianchi Bianchina Cabriolet del 1960, con telaio no. 110B122*000673 è uno dei primi esemplari della prima serie, prodotta per meno di un anno, prima dell’avvento del modello D. Caratterizzano la Bianchina Cabriolet i paraurti avvolgenti, i due fregi anteriori vengono sostituiti da due baffi più grandi cromati che seguono la linea della calandra. Al centro di quest’ultima è collocata una mascherina di nuovo disegno. Di nuova forma anche i fanalini anteriori, spostati verso il centro, mentre al posto dei vecchi fanalini vengono poste due finte griglie cromate. Lateralmente la linea viene sottolineata da profili inox che racchiudono un fregio orizzontale nero lucido. Grossa novità è l’apertura delle portiere controvento. Di nuovo disegno gli indicatori di direzione laterali, due piccoli rombi che si incastrano nella modanatura. L’assenza della struttura del tetto costringe l’ingegner Rapi a ridisegnare interamente il parabrezza. Grazie al parabrezza più aerodinamico la velocità massima raggiunge i 110 kmh/h. A parte i pochi esemplari consegnati in versione pre-serie (tutti costruiti entro il maggio del 1960), la Bianchina Cabriolet Prima Serie rinuncia alle due piccole luci targa laterali e torna alla luce targa precedente, modificata per essere conforme alle norme internazionali. Gli indicatori di direzione laterali vengono avanzati rispetto al centro ruota. Dopo il mese di giugno le curve dei paraurti vengono munite di paracolpi in gomma bianca. Da questi dettagli si ha conferma che la Bianchina Cabriolet con telaio no. 110B122*000673 è una delle primissime prodotte dopo gli esemplari di pre-serie, nello strettissimo lasso di tempo tra maggio e giugno 1960, quando viene immatricolata a Palermo. L’auto ancora conserva l’immatricolazione e le sue targhe nere d’origine, in regola. La vettura è stata restaurata completamente, anche se non recentemente, e si presenta in eccellenti condizioni, di colore bianco con interni rossi/bianchi. La capote è in perfetto stato. La meccanica è quella corretta, con serbatoio benzina di tipo piatto, filtro aria piccolo tenuto da tre bulloni e, soprattutto, il motore 500 Sport (110.004) del primo tipo, accreditato di 21 CV che rende la vettura davvero brillante nonostante le dimensioni e piacevole da guidare. Attualmente la Bianchina Cabriolet è la versione più rara, con circa 3150 esemplari prodotti, e più ricercata dagli appassionati.
Stato dell’Arte 
Completo restauro, non recente

Esposizione



Bibliografia

  • Leo Pittoni, Autobianchi Bianchina, Giorgio Nada Ed., Vimodrone MI 2007.
  • Sandro Colombo, Dalle auto Bianchi alle Autobianchi, ASI, Italia 2003.

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