Stima
€ 725.000 - 825.000
Lotto venduto
€ 639.060
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Informazioni
- 50° assoluta alla Mille Miglia del 1949.
- Ha corso, sempre nel 1949: Coppa Inter-Europa, Coppa Internazionale delle Dolomiti, Stella Alpina.
- Eleggibile Mille Miglia e nei principali concorsi d’eleganza.
- Matching numbers.
- Restauro da concorso, nel rispetto della livrea d’origine
Fiva, 1000 Miglia Registry, Fiche ACI.
Documenti
Title USA.
Provenienza
Nei primi anni 20, Vittorio Jano ricevette l’incarico di creare un veicolo leggero e ad alte prestazioni per sostituire i modelli RL e RM, di grandi dimensioni e pesanti. L'Alfa Romeo 6C fu non soltanto un modello, ma una intera gamma di auto stradali, da corsa e sportive prodotte tra il 1927 e il 1954. Il nome "6C" si riferisce al numero di cilindri del motore sei cilindri in linea della vettura. Le carrozzerie vennero realizzate da carrozzieri come Castagna, James Young, Pinin Farina, Touring e Zagato. Dal 1933 fu disponibile anche una carrozzeria della stessa Alfa Romeo, costruita al Portello. L'auto fu presentata nell'aprile 1925 al Salone dell'Automobile di Milano come 6C 1500, in quanto la formula da 2 litri che portò l'Alfa Romeo a vincere il Campionato Mondiale dell'Automobile nel 1925, era stata trasformata in 1,5 litri per la stagione 1926. La produzione iniziò nel 1927, con la vettura P2 da Gran Premio come base. La più potente 6C 1750 fu presentata nel 1929 a Roma. Fu prodotta in sei serie tra il 1929 e il 1933. La maggior parte delle auto furono vendute come telaio nudo e assemblate da carrozzieri. La 1750 si guadagnò rapidamente una reputazione di vincente. Nel 1933 fu introdotta la nuova versione 6C 1900, con cilindrata portata a 1917 cc e con testa in lega leggera, introdotta per la prima volta. Le potenti 8C 2300, nonostante i successi, erano rimaste destinate alle gare e, per soddisfare la richiesta del mercato di un'auto ad alte prestazioni ma con un prezzo più basso, Alfa Romeo introdusse, al Salone dell'Auto di Milano nel 1934, la 6C 2300, progettata per sostituire la 6C 1900. Alla 24 Ore di Pescara di quell’anno tre vetture 6C 2300 Gran Turismo carrozzate Carrozzeria Touring vinsero i primi tre posti e fu così che, dopo la gara, l'Alfa Romeo iniziò a vendere il modello con il nuovo nome "Pescara". Una vera e propria rivoluzione fu l’avvento della 6C 2300 B che introdusse un telaio con quattro ruote indipendenti. L’auto fu protagonista assoluta della storia della Mille Miglia dal 1935 al 1938: i vari modelli parteciparono con veri e propri squadroni, guidate dai più valenti piloti dell’epoca.L’Alfa Romeo 6C 2300 fu sostituita dalla 6C 2500, ultima vettura della serie prima della seconda guerra mondiale. Ripresa la produzione, nel primo dopoguerra, molte furono le versioni speciali, esposte ai concorsi d’eleganza e ancora importante la partecipazione alle corse. Se la 6C 2300 B del 1935 aveva introdotto profonde modifiche al progetto originario 6C, uno stretto legame fu costituito proprio dal motore. Lo sviluppo del motore 6C, iniziato nel 1925, terminò con la definitiva cilindrata di 2,5 litri, la cui produzione si protrasse fino al 1953, mantenendo ben chiare le linee di fondo tracciate da Vittorio Jano. La presentazione della versione berlina avvenne al Salone dell'Automobile di Berlino, del 1939, seguita dalla versione a passo lungo, destinata a funzioni di rappresentanza. Nel 1942 si introdusse una profonda trasformazione del telaio, irrigidito da una traversa centrale a crociera al posto delle precedenti traverse parallele. La versione 6C 2500 Sport, presentata anch'essa a Berlino nel 1939, montava un motore derivato da quello della 6C 2300 B Mille Miglia; la maggiorazione della cilindrata era stata ottenuta aumentando l'alesaggio di 2 mm. Stesso carburatore Weber 36 DCR del modello Turismo ma con diverse specifiche. Pneumatici 5.50x18 montati su ruote a raggi. Nel 1941, tuttavia, non si costruì alcun esemplare del modello Sport: la produzione di materiale bellico ebbe il sopravvento. Nel 1942 anche la versione Sport fu sottoposta alla stessa profonda modifica del telaio del modello Turismo; la modifica ebbe inizio con il telaio no. 915119. Pochi furono gli esemplari costruiti nel corso del 1943 e nel 1944 a causa delle vicende belliche. Con la ripresa post-bellica, molti autotelai furono forniti ai carrozzieri esterni per l’allestimento di vetture fuoriserie. Pinin Farina e Touring si aggiudicarono la maggior parte delle commesse, seguiti da Stabilimenti Farina, Ghia e Boneschi; Monviso, Castagna, i successori di Balbo e lo svizzero Graber allestirono soltanto una vettura ciascuno. Importante notare che, da una costola della 6C 2500 Sport, nacque la famosa versione Super Sport: una profonda elaborazione in chiave sportiva, con telaio accorciato e tre carburatori al posto del singolo. La Super Sport, nata anch’essa nel 1939 come modello 256, per le corse (la sigla sta per 2.5 litri, 6 cilindri e rivela la sua origine in Scuderia Ferrari), evolve nella stradale Super Sport che avrà lunga vita, fino al 1953 ed avrà la sua massima espressione stradale nella coupé “Villa d’Este” della Carrozzeria Touring.L'ultimo esemplare del modello 6C 2500 Sport venne, invece, allestito nel 1950. La 2500 fu l'ultima versione della serie 6C e fu sostituita dall'Alfa Romeo 1900.
L’auto
L’Alfa Romeo 6C 2500 Sport del 1947, con telaio no. 915303 e motore no. 926113, suo matching numbers d’origine, è una versione cabriolet prodotta da Pinin Farina. La cabriolet Pinin Farina fu presentata a Losanna il 4 e 5 ottobre del 1946 nel quadro della manifestazione "Premières Journées d'Elégance" che si proponeva di rilanciare la carrozzeria italiana dopo la parentesi bellica. Questa vettura vanta lo stile di carrozzeria probabilmente più iconico per questo modello. Un design che presenta stilemi tipici di Pinin Farina, come i fari integrati, le linee fluenti e raccordate, le maniglie delle portiere incassate, tipiche anche delle Ferrari e Cisitalia disegnate da Pinin Farina in questo periodo. La 6C 2500 proponeva questo design in volumi e proporzioni più grandi e confortevoli. È opinione condivisa che la Sport Cabriolet sia stata la prima gran turismo italiana del dopoguerra.Il telaio no. 915303 ha una storia inusuale per il modello. Pur avendo una vocazione più rivolta all’eleganza ed al gran turismo, venne usata in competizione, in gare della massima importanza. Curiosamente, i primi due proprietari risultano essere proprio due noti piloti: il primo, Giorgio Pelassa di Torino, nel 1947 e Gaetano Coppola tra 1947 e 1948. I due piloti avevano entrambi partecipato alla Mille Miglia prima della guerra e Pelassa parteciperà anche ad altre importanti competizioni in seguito. Per entrambi, non ci sono notizie di gare con questa vettura; tuttavia, ricerche più approfondite potrebbero far emergere loro partecipazioni sportive con questo telaio. Nel 1949, fu portata in gara da un esperto gentleman driver, il conte Massimo Alesi, proprietario poi di una Alfa Romeo 6C 2500 Competizione e di una Ferrari 166 Inter. Alesi corse nel 1949, con il telaio no. 915303, la XVI Mille Miglia - Coppa Franco Mazzotti, classificandosi 50° assoluto: un risultato eccellente per una imponente e comoda cabriolet da turismo. Nello stesso anno partecipò con la vettura alla Coppa Inter-Europa, classificandosi 2° in classe, alla III Coppa Internazionale delle Dolomiti (poi nota come Coppa d’Oro delle Dolomiti) dove giunse 40° assoluto ed alla III Stella Alpina, giungendo 12° assoluto. L’auto ricevette la prima immatricolazione a Torino (con Giorgio Pelassa, TO80418) poi, in seguito ai trasferimenti di proprietà, a Roma (Roma107224), Venezia (VE15982, con cui corse la Mille Miglia), Imperia (IM10648) e infine Savona (SV62857), targa mantenuta dal 1965 a poco tempo fa. Attualmente l’auto è immatricolata con targa degli USA. Come già menzionato, questa vettura conserva motore, telaio e carrozzeria Pinin Farina d’origine. Su questa base, nel periodo dal 2001 al 2006, l'auto è stata sottoposta ad un restauro completo e di livello da concorso, eseguito dalla Carrozzeria Quality Cars di Padova, specialisti del marchio Alfa Romeo, che hanno rispettato la livrea d’origine. Attenzione particolare è stata riservata a tutti i dettagli meccanici e di finitura, compresi i preziosi pomelli trasparenti. La sua splendida finitura ne rispecchia la doppia anima elegante e corsaiola: il colore è una particolare nuance blu-verde metallizzata abbinata agli interni in morbida pelle verde pallido, completati dalla capote in tela blu: un insieme raffinatissimo. Al contempo le ruote a raggi verniciate in nero, con pneumatici Michelin privi della fascia bianca tipica all’epoca per questo genere di vetture, danno all’auto, per contrasto, un aspetto particolarmente sportivo e “grintoso”, raro per questo modello. Nell’auto, il set di attrezzi originale, compreso il martello in rame per serrare il gallettone delle ruote a raggi. Recentemente è stata sottoposta ad un a revisione della meccanica. L’auto ha partecipato nel 2018 alla Coppa d’Oro delle Dolomiti ed è stata accettata alla Mille Miglia 2019. Un’occasione, sempre più rara di poter acquistare un’auto di questo livello, in queste condizioni, con storia conosciuta. Il “meglio dei due mondi”: un gioiello, sicura protagonista nei concorsi d’eleganza; una sportiva inusuale e inaspettata per le gare di lunga durata.
Stato dell’Arte
Restauro di massimo livello, da concorso. Matching numbers.
Bibliografia
- Angelo Tito Anselmi,Alfa Romeo 6C 2500, Domus, Milano 1983
- Stefano d’Amico, Maurizio Tabucchi,Alfa Romeo Le vetture di produzione dal 1910, Giorgio Nada Ed., Milano 2007
- Fabio Morlacchi, Stefano Salvetti,Alfa Romeo 6C 2300-6C 2500, Fucina, Milano
- Luigi Fusi, Enzo Ferrari, Griffith Borgeson,Le Alfa Romeo di Vittorio Jano, Autocritica, Italia 1982