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Provenienza
Note Specialistiche
… Le raffigurazioni imperiali sulle monete di questo periodo, in particolare per quanto riguarda le zecche orientali, si riallacciano all’ espressionismo tipico delle arti figurative dell’ellenismo romano, nel quale prevalgono la grandiosità e I’effetto scenografico. Sono raffigurazioni generalmente poco in rilievo rispetto al fondo, in netta discontinuità con la ritrattistica imperiale degli anni precedenti, caratterizzata dalla presenza degli abiti militari e dall’ aspetto marziale dei busti. Tuttavia, nonostante si tratti di figure realizzate con l'enfasi massima possibile, esse si attengono ai canoni inaugurati da Diocleziano, che miravano a spersonalizzarle, privandole in gran parte dei tratti caratteristici di ognuna di esse, in linea con il profondo mutamento da lui impresso alla figura del 'imperatore, che da personaggio reale, primus inter pares e uomo fra uomini, era divenuto un semidio, chiuso nei suoi inaccessibili palazzi dorati, una sorta di elemento di raccordo fra gli uomini e gli dei.Perciò le emissioni successive alla riforma costituzionale che introdusse la Tetrarchia presentano effigi imperiali che sono un’ espressione del potere, più che non un ritratto del singolo imperatore, e sono caratterizzate da tratti impersonali di grande ieraticità, tali per cui, ad esempio, Costantino e Licinio non sono fra loro distinguibili al primo sguardo.Per quanto riguarda in particolare questa effigie di Costantino, ne risulta un ritratto massiccio, possente e ipertrofico, come dimostrano le dimensioni del collo che, per quanto potesse essere taurino nella realtà, appaiono assolutamente sproporzionate rispetto alle dimensioni della testa.L’enfasi sulla figura dell'Imperatore è ulteriormente accentuata dal fatto che il suo nome, nonostante la lunghezza, è l’unica parola non abbreviata della legenda, relativamente alla quale, può essere interessante rilevare anche la presenza degli appellativi Pivs e Felix, poiché entrambi sono caricati di un significato più ampio rispetto alle corrispondenti parole italiane. Pivs indica infatti una persona religiosa e devota, ma anche onesta, benigna e clemente. Tale appellativo, attribuito per primo ad Antonino Pio e divenuto parte integrante del suo nome, era molto ambito dagli Imperatori successivi perché ne richiamava il modello di comportamento, universalmente apprezzato. Il secondo nome, Felix, indica una persona felice perché gode del favore divino. Proprio a partire da Costantino, che liberalizzò il culto cristiano, i due appellativi acquisirono un significato sempre più coerente con la nuova religione: pio iniziò a indicare una persona devota, che sente e mostra una profonda partecipazione alle cerimonie rituali, e felice assunse il significato di colui che non è turbato da dolori o preoccupazioni perché gode cristianamente dello stato di grazia. …