Informazioni
Milano, Ludovicus e Albertus Pedemontani, per Guido Terzagus, 1477-'78. In 2°. In tre parti datate: I) 27 sett. 1477; II) 22 nov. 1477; III) 9 feb. 1478. Parte prima con lettera prefatoria del 1 Mar. 1478. 370 x 270 mm. Quattro splendide iniziali a bianchi girari con foglia d'oro, colorate in viola, celeste e verde, capilettera in rosso, azzurro e argento, paginazione a penna antica all'angolo superiore, legatura in piena pergamena rigida del sec.XVIII con titolo su tassello rosso e fregi in oro, fascicolo inziale un po' lento, delicati restauri alla I carta e ad inizio della I Cantica, sempre marginali, rinforzo al centro dell'ultima carta recante il registro. Provenienza: stemma nobiliare con croce nera entro scudo a sfondo blu, banda trasversale di color rosso con 4 fiori dorati; al contropiatto scritta evanescente ma in parte leggibile "Wellesley Sale at Sotheby's Nov 1866". Si riferisce probabilmente al Rev. Henry Wellesley, facoltoso collezionista, la cui biblioteca venne venduta appunto da Sotheby's il 12-16 novembre 1866.
Note Specialistiche
Martino Paolo Nibia, detto il Nidobeato dopo l’assassinio di Galeazzo Maria Sforza (26 dicembre 1476) concepì il progetto, finanziato dal nobile milanese Guido Terzago, di un’edizione a stampa commentata della Commedia dantesca (Milano, Ludovico e Alberto Pedemontani, 1478).
"La genesi dell’edizione, conosciuta come Nidobeatina, è narrata nella dedicatoria a Guglielmo VIII (cc. 1r-1v): rivoltosi alla Commedia «inter magnarum rerum curas ex cede nepharia divi principis Galeacii ingruentes», Nibia vi trovò un «lenimen maximum», catturato dalla poesia e dalla forza del poema, vera e propria summa del sapere umano. Per rendere la Commedia accessibile a «docti pariter et indocti», decise di accompagnarle un commento. Tra quelli a lui noti (ne nomina otto), scelse quello in volgare del bolognese Iacomo della Lana, preferito per ragioni linguistiche («Iacobus Lanaeus materna eadem et Bononiensi lingua superare est visus»). Il modello trecentesco è però profondamente rivisto con interventi «spessi e notevoli» (Dionisotti, 1965, p. 370), che comprendono l’interpolazione di nuove chiose, giudizi sferzanti su personaggi ed eventi quattrocenteschi, e di moltissime citazioni dalla Bibbia e da auctores classici, ma anche da altri commentatori danteschi (Pietro Alighieri e Guido da Pisa). Il risultato è un prodotto nuovo, con cui si confrontarono esegeti successivi come Cristoforo Landino e Alessandro Vellutello." (Treccani on line, sub vocis).
"E' la celebra edizione conosciuta sotto il nome di Nidobeatina.(...) 48 versi ogni pagina intera, caratteri romani per il testo, gotici per il commento". Mambelli, n.8 (p.16).
Goff D28; IGI 359; Madsen 1331; Walsh 3090; Bod-inc D-011; Sheppard 4918; Pr 5896; BMC VI 738, XII 52; GW 7965.