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Note Specialistiche
Il trattato filosofico e poetico in volgare si colloca al crocevia tra le esperienze poetiche giovanili di Dante, che raggiungono risultati di notevole raffinatezza formale e complessità contenutistica, e la fase compositiva connotata dalla riflessione sulle vicende umane, nel loro articolarsi storico-politico e nel loro significato ultraterreno. Oltre all’apprendistato poetico degli anni fiorentini, un’ulteriore premessa all’ideazione del Convivio è rappresentata dal forzato abbandono dell’impegno civile in favore della città di Firenze e dalla cacciata in esilio che rafforza nel poeta la volontà di affermazione intellettuale. L’editio princeps venne invece pubblicata quando l’interesse per l’opera raggiunse il suo momento più alto nella Firenze di fine Quattrocento. Il trattato, benché incompiuto e abbandonato dall’autore, si inserisce infatti nella ripresa di Dante lirico presentato come poeta–teologo, secondo l’interpretazione di Marsilio Ficino, e l’opera si presta anche alle istanze nazionalistiche di esaltazione della signoria medicea, evidenti pure nel prologo del Comento alla Commedia di Landino, notevole anche per gli aspetti apologetici e propagandistici. Tale rivalutazione del Convivio si concretizza nel settembre del 1490 nell’editio princeps del trattato, stampata a Firenze da Francesco Bonaccorsi : si tratta di una prima edizione relativamente precoce se si considera che la princeps delle Rime di Dante risale al 1518 (Venezia, Guglielmo Cerreto), quella della Monarchia al 1559 (Basilea, Giovanni Oporino), mentre si deve attendere fino al 1576 per la Vita Nova (Firenze, Bartolomeo Sermatelli) e fino al 1577 per il De vulgari eloquentia (Parigi, Jean Corbon), già pubblicato a Vicenza, nel 1529, soltanto nella traduzione del Trissino.Goff D36; HC 5954; IGI 367; Pr 6309; BMC VI 673; BSB-Ink D-12; GW 7973.