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Napoli, 1768. Folio, occhietto con titolo entro elaborato cartiglio, frontespizio e dedica allegorica a Ferdinando IV Re delle due Sicilie disegnato da Filippo Falciatore e inciso dal Volpato, 36 cc. di testo su doppia colonna italiano-latino (inciso in rame) e 2 cc. nn. con l'elenco delle tavole. 66 magnifiche tavole incise in rame f.t. con numerazione romana di cui 4 su doppia facciata che illustrano luoghi e monumenti di Pozzuoli e dei Campi Flegrei opera di noti pittori ed incisori dell'epoca che oltre alla maggior parte eseguiti da G. Volpato, sono: F. Falciatore, G. Ricciardelli, F. La Marra, A. Cardon, G. B. Natali ed altri. Si segnala in particolare la straordinaria veduta della intera costa di Pozzuoli disegnata da Gabriele Ricciardelli. Legatura da amatore mz. cuoio e angoli, cordoni, titolo in oro al dorso. Esemplare a pieni margini. Intonso. Conservato in elegante astuccio in carta dipinta a mano, bordi in pelle. Opera interamente incisa.
Superba edizione, uno dei capolavori dell'arte tipografica del XVIII secolo, di grande importanza per la storia della grafica napoletana del settecento. Antonio Paoli (Lucca 1720 - Napoli 1790) archeologo e letterato oltre che a questa opera sull'area puteolana, si interessò anche alle antichità di Paestum pubblicando parzialmente i risultati di una campagna di ricerche, nell'area, finanziata dal Conte Felice Gazzola in un'altra monumentale opera "Della città di Pesto..". Mentre il testo rivela il vecchio gusto, del Paoli, per la pura erudizione e alcune inesattezze (rilevate dal D'Ancora nella sua opera "Guida..") le tavole al contrario mostrano l'alto grado di perfezione raggiunto dagli artisti napoletani, per lo scrupolo scientifico con cui disegnano i vari luoghi e monumenti, per la perfezione e raffinatezza delle incisioni e per l'effetto scenografico che si rileva in particolare nelle grandi vedute, vivacizzate da vari personaggi tra cui sono raffigurati gli artisti e lo stesso Paoli come si nota nella grande "Veduta della costa di Pozzuoli" dipinta da Gabriele Ricciardelli. L’opera fu stampata in un esiguo numero di copie e venduta al prezzo di 15 Ducati napolitani, per l’epoca molto alto.
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