Informazioni
Note Specialistiche
Prima edizione datata, dopo la stampa parigina non datata di Gilles de Gourmont di soli due mesi prima, di cui sopravvivono solo poche copie, tutte in biblioteche istituzionali. La presente edizione, quasi altrettanto rara, non è una semplice ristampa dell'edizione parigina, ma contiene materiale aggiuntivo, tra cui un indirizzo e una lettera elogiativa a Erasmo da parte del suo collega umanista Jakob Wimpfeling. La prima traduzione inglese fu pubblicata solo nel 1549, anche se prima di allora esistevano edizioni ceche, francesi e tedesche. Un eccellente esempio di un'opera classica di satira paradossale, in cui la follia è personificata e si fa specchio dell'umanità. Un'opera estremamente significativa sia di per sé che per la sua influenza sulla Riforma protestante in generale. L'opera magna di Sir Thomas More, l'Utopia, fu scritta almeno in parte come risposta al Moriae Encomium: "L'Elogio della follia fu scritto quando Erasmo soggiornava in casa di Thomas More nell'inverno del 1509. Il titolo è un delicato gioco di parole sul nome del suo ospite: l'argomento è una satira brillante e pungente sulla follia che si trova in tutti gli ambienti della vita. Il libro nasce dalla decisione che Erasmo aveva preso quando aveva lasciato Roma per venire in Inghilterra: nessuna forma di preferenza poteva essere ottenuta sacrificando la sua libertà di leggere, pensare e scrivere ciò che gli piaceva. L'opera fu stampata segretamente a Parigi e, come in altri casi, il suo successo immediato lo salvaguardò dalle conseguenze della sua audacia Ogni volta che la tirannia o il potere assoluto minacciavano, L'elogio della follia fu riletto e ristampato. È un segno di ciò che era nell'aria che Milton lo trovò in tutte le mani a Cambridge nel 1628. Il suo intrinseco scetticismo ha portato a definire Erasmo il padre del razionalismo del XVIII secolo, ma il suo atteggiamento razionalista è quello di un perfetto buon senso, che aborriva la tirannia e il fanatismo". (PMM 43) Nonostante la natura rischiosa dell'opera e i suoi attacchi espliciti e impliciti alla religione consolidata e alle figure autoritarie dell'epoca, la sua rapida popolarità fece sì che l'autore e l'opera fossero lasciati indenni dalla Chiesa e dallo Stato, almeno fino alla morte di Erasmo nel 1536, dopo la quale la sua reputazione, fino ad allora incontaminata, si ridusse. Dal 1559 tutte le sue opere erano state proibite e inserite nell'insidioso Index Auctorum et Librorum Prohibitorum.
Bezzel 1298; cfr. PMM 43; Vander Haeghen 122.