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In Venezia, presso Simone Occhi, 1751. In 4°, pp. 188. Vignetta xilografica al frontespizio, lievi fioriture, restauro al frontespizio. Legatura coeva in piena pergamena.
Nel 1749, a Erbipoli, l’odierna Wurzburg, fu decapitata e arsa sul rogo Maria Renata Saenger; poco distante, a Salisburgo, toccò la stessa sorte a una povera ragazza: entrambe erano state giudicate colpevoli di stregoneria. In quegli anni imperversava in Italia una “polemica diabolica” che vedeva l’abate illuminista Girolamo Tartarotti combattere apertamente i processi contro le streghe. Contro di lui si schierò più volte Benedetto Bonelli (1704-1783), autore del volume e rigido difensore delle tradizioni religiose difese strenuamente l’esistenza della stregoneria e la correttezza dei processi contro le donne. Le argomentazioni del Bonelli, si basano soprattutto sul fatto che esistono delle leggi contro le streghe che tengono conto di una lunga tradizione cattolica che ammetteva la possibilità del commercio fra la donna ed il demonio, poi riaffermata da Benedetto XIV e da D. Concina.
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