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Libri, Autografi e Stampe

martedì 06 dicembre 2022 e mercoledì 07 dicembre 2022, ore 15:00 • Roma

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Manoscritto - Santa Maria di Cerreto - Crema - Bottelli, Giovanni Tommaso

Disegni de' beni dell'abbazia Dolfini in territorio di Crema, 1761

Stima

€ 4.000 - 6.000

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Informazioni

Grande cabreo cartaceo datato 1761, 535 x 390 mm., relativo alle misurazioni dei beni dell'Abbazia di Santa Maria di Cerreto sita a Casaletto Ceredano territorio di Crema, abbazia di proprietà del Priore Leonardo Dolfino, che commissiona il lavoro al perito Giovanni Tommaso Bottelli di Bergamo, 164 carte di cui alcune ripiegate, quasi tutte con appezzamenti e proprietà acquarellate, in fine volume una grande pianta ripiegata del territorio di Crema misurante 745 x 525 mm., splendida e sontuosa legatura coeva in vitello spugnato decorata ai piatti con borchie, cantonali e fermagli metallici, al piatto superiore una grande placca metallica a sbalzo con iscrizione incisa relativa al presente documento.

Note Specialistiche

IMPORTANTE DOCUMENTO STORICO CHE ILLUSTRA I BENI E L'ESTENSIONE DELL'ABBAZIA CISTERCENSE DI SANTA MARIA DEL CERRETO, ora nella provincia di Lodi.  


La famiglia veneziana dei Dolfin, a partire da Nicolò Dolfin figlio del fu Marco, fu concessionaria  nei territori di Rovereto, Corte Palasio, Casaletto e Ombriano, assumendo il controllo e la piena giurisdizione dell'abbazia di Santa Maria del Cerreto. Nel 1587 la Congregazione cistercense concesse in enfiteusi i beni del Cerreto al nobile veneziano Nicolò Dolfin, già podestà e capitano di Crema, in cambio di un cospicuo censo annuo e dell’impegno da parte di costui a depositare entro 25 anni un congruo capitale destinato ai lavori di costruzione dell’abbazia di S. Bernardo, che iniziarono nel 1590. Nel 1771, dieci anni dopo la stesura del presente lavoro, furono notificati i beni posseduti dall’abbazia, rappresentata da Leonardo Dolfin del fu Piero, priore e possessore delle terre “nelle ville di Rubian, Casaletto Ceredano, Passerera e Roveretto”. Dopo le vicende della soppressione e i contenziosi circa i destinatari del canone annuo (soppressa la Congregazione, il livello Dolfin risultava conteso tra il Fondo di Religione e l’ospedale degli Infermi di Crema), nel 1800 l’allora priore Leonardo Dolfin venne infine reintegrato nel godimento dei beni. Il legame tra i Dolfin e i beni del Cerreto continuò anche in seguito: nel 1806 e nel 1809 i fratelli Vincenzo e Girolamo Maria, veneziani, eredi del fu Vincenzo, investirono a titolo di locazione semplice per 18 anni Antonio Psalidi e Andrea Terzi “di tutte le rendite e di tutti li beni situati nel territorio cremasco e compresi sotto la generale denominazione dell'abbazia di Cereto”.
 

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