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Libri, Autografi e Stampe

giovedì 25 novembre 2021 e venerdì 26 novembre 2021, ore 15:00 • Roma

290

Cesare Cattaneo

Giovanni e Giuseppe. Dialoghi d'Architettura, 1941

Stima

€ 250 - 350

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Informazioni

stampa: Tipografia Emo Cavalleri - Como], 1941 (11 novembre), 22x16 cm., brossura, sovracopertina con piccolo e abile restauro ad un angolo, pp. 278 (10), copertina e impaginazione dell'autore.

Note Specialistiche

PRIMA EDIZIONE. Testo fondamentale sul razionalismo e l'astrattismo (il libro è dedicato ai pittori Radice e Rho). "In "Giovanni e Giuseppe" Cattaneo ambiva ad affrontare le matrici culturali, le istanze, gli esiti e i possibili sviluppi dell'architettura funzionale integrandola in una visione quasi totalizzante della società, capace di dare risposte a "tutti i bisogni dell'esistenza contemporanea"..." (Ornella Selvafolta in "Giovanni e Giuseppe. Dialoghi d'Architettura", Milano, Jaka Book, 1993, pag. 37). "Questo libro non aspira ad una forma filosofica: è scritto in un linguaggio empirico da un architetto, non esperto dell'arte letteraria e sprovveduto di cultura; il quale però sente il desiderio, e l'utilità almeno documentaria, di descrivere e discutere, come meglio gli riesce, i problemi che lo appassionano, e che sono anche quelli di molti suoi colleghi, e di una parte della gente, quando è in contatto con l'architettura. Problemi che i più esperti e i più colti di lui esaminano più volentieri nel loro aspetto generale, e meno in certi loro riflessi particolari sul mestiere architettonico e sull'animo di chi lo esercita. Le idee esposte sono sincere e non dettate da un secondo fine, ma non sono personali; l'autore le ha raccolte o dai discorsi cogli amici più intimi o da qualche lettura frammentaria ed occasionale o dall'insegnamento diretto di qualche episodio della sua attività architettonica. Nel libro sono contenute molte critiche o riserve su opere ed artisti anche illustri, di oggi e di ieri. Quelle critiche non sono suggerite né da fatti personali né da irritazione di uomo sconosciuto verso uomini di grande notorietà né da una presunzione di essere immune da quei difetti su un piano più alto; ma da una tendenza a non credere nella perfezione degli uomini" (7-9). In appendice una nota sulla soluzione tipografica adottata. Dopo aver elogiato l'idea futurista dei libri di latta critica la "modernità" della pagina quadrata: "Riconosco che nei casi migliori si fa la pagina quadrata non per la vanità di una trovatina originale, ma in vista di una più bella composizione tipografica: è però sempre un'illusione, non si può scoprire la bellezza quando si sta chiusi in una ricerca che persegue la soluzione di una parte sperando che quella parte esprima automaticamente il tutto. Un'espressione dell'universale nel particolare può avere un senso per noi soltanto quando ci siamo già fatta una idea dell'universale. (E poiché il modo più efficace per giungervi è quello che meno dipende dalle analogie delle sensazioni, la cultura più nemica della creazione artistica è la cosiddetta cultura artistica)". Prima edizione. [Bibliografia: BDM 1991: pag. 40 con illustrazione; Astrattismi 1993: n. 156 con illustrazione]. Milano, Libreria Artistica Salto.

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