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Libri, Autografi e Stampe

martedì 12 giugno 2018 e mercoledì 13 giugno 2018, ore 10:30 • Roma

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Miniussi, Sergio

Archivio personale, 1950

Stima

€ 500 - 700

Lotto venduto

€ 875

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Vasto archivio personale dello scrittore e intellettuale triestino, composto da 5 diari, un'agenda 1958, un grosso album in tela verde dal titolo "Manoscritti poesie per Carlo, per Melusina e altre (1975-77)", 3 quaderni neri e uno carta da zucchero con disegni e poesie, diversi bloc notes con disegni, dattiloscritti con correzioni, lettere, cartoncini decorati a mano, un esemplare della Peste di Camus del giugno 1947 (II edizione).
Sergio Miniussi è nato a Monfalcone nel 1932 da padre triestino e madre scozzese, figlia di un ingegnere navale di Dundee chiamato dai Cosulich a lavorare presso i cantieri navali della città. Intellettuale europeo a tutto tondo, trascorre l’infanzia tra Trieste e Monfalcone. Già da adolescente comincia a scrivere i primi racconti e le prime poesie. In seguito frequenta la Sorbona, dove si laurea in letteratura comparata. A Parigi vive per cinque anni, diventa assiduo frequentatore di Leonor Fini, incontra Albert Camus, Yves Montand e vive l’esperienza esistenzialista. A Trieste è amico di Anita Pittoni e di Umberto Saba – di cui condivide il mondo poetico al punto che viene da molti ritenuto il suo erede spirituale – e inizia la sua intensa carriera giornalistica. Una profonda amicizia lo lega a Linuccia Saba e a Carlo Levi. E’ giornalista de Il Piccolo, Terza Pagina, Il Giorno e Ritratto d’Autori, autore radiofonico di Radio Trieste e infine regista RAI prima a Milano e poi a Roma. E’ autore di teatro e raffinato traduttore per la Mondadori ed Einaudi (merita citare almeno il Ferdidurke di Witold Gombrowicz del 1960), critico artistico e letterario. Muore a Roma nel 1991. Le tante anime di Miniussi rivivono qui, tra queste carte, parte del suo archivio personale; un insieme tutto da studiare, per un intellettuale a tutto tondo morto giovane e troppo presto dimenticato.

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