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Libri, Autografi e Stampe

venerdì 16 dicembre 2016, ore 10:30 • Roma

Ungaretti, Giuseppe

Il porto sepolto, 1916

Stima

€ 20.000 - 25.000

In asta venerdì 16 dicembre 2016 alle ore 10:30

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Informazioni

Udine, Stabilimento Tipografico Friulano, 1916. 1916. mm. 245 x 188. Fioriture sparse, brossura originale foderata con carta recante al piatto anteriore il titolo manoscritto in inchiostro nero, fioriture, piatto anteriore staccato. Alla prima carta di guardia di pugno dell’autore “ Versa il 16 dicembre 1916 / Ungaretti”.
RIMA RICERCATISSIMA EDIZIONE della prima opera di Ungaretti, stampata in soli 80 esemplari, il nostro è il n. 72, e distribuiti personalmente dall’autore nel corso di una licenza che lo portò fino a Napoli. L’opera, curata da Ettore Serra, commilitone dello stesso Ungaretti, si compone di 33 poesie 5 delle quali già appare su “La Voce “ e su “La Diana”. Sono i famosi «versicoli», versi brevi o brevissimi, talora una sola parola; scanditi, sillabati, visti in quell’ottica particolare che veniva dal deserto, che sul Carso si confermava; in una situazione d’animo esaltata dalla vicenda della giornata di guerra. Ma dentro quei brevi versi - abolita la punteggiatura - e nel loro collegamento, una musica incominciava nuova a risuonare; e non era più la musica degli endecasillabi o dei novenari divenuti logori e frusti a causa della lunga imitazione precedente: potevano essere, nel legarsi loro interno, nuovi settenari e nuovi endecasillabi, ma si portavano dietro un’altra, una nuova intonazione di canto. In quel 1916, per quel Porto sepolto, nasce la nuova poesia italiana del ‘900. Il Porto sepolto é un diario. Tutta la sua poesia Ungaretti la vorrà riconnettere sotto il titolo generale "Vita d’un uomo". Questo diario é scritto, quasi per intero, in guerra; è datato e sono indicate le località nelle quali le poesie nascono. Rendersi conto della situazione della guerra e dell’affratellamento possibile di tutti coloro che, provenendo da situazioni geografiche e culturali e sociali diversissime, erano accomunati in questo tragico destino. E’ - come tutto Ungaretti sarà - un canto di dolore, ma insieme d’amore e di vitalità. Il nostro esemplare è appartenuto a Giuseppe Ungaretti, che molto probabilmente scrive di suo pugno il titolo sulla coperta esterna. Gambetti - Vezzosi, p.934: “Forse non è il libro più raro, ma certamente uno dei più ricercati del ‘900 italiano”.

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