Informazioni
cm 55 x 65 ciascuno
Questa coppia di dipinti, dal forte impatto visivo, si inserisce pienamente nella cultura emiliana del secondo Seicento, i cui più grandi esponenti del genere della natura morta furono Felice Boselli (Piacenza, 1650 – Parma, 1732) e Bartolomeo Arbotori (Piacenza, 1594 - 1676). Nella produzione artistica di entrambi i pittori si ritrovano più volte motivi figurativi simili, in particolare i pesci aperti, a mostrare le uova, e le testine di vitello, offerte su un tavolo, copiati in modo mimetico da modelli dal vivo ma che nascondono un profondo significato allegorico che rimanda ai concetti cristologici di sacrificio, redenzione e rinascita.
Per un confronto si veda: F. Arisi, Natura morta tra Milano e Parma in età barocca. Felice Boselli, rettifiche e aggiunte, Piacenza 1995, n. 75 p. 102, n. 77 p. 103 e n. 711 p. 512.