Stima
€ 35.000 - 50.000
Lotto venduto
€ 44.190
I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta
Hai un lotto simile a questo che vorresti vendere?
Informazioni
cm 155 x 207
antica iscrizione sul telaio Il Cavalier Ludovico/Mazzanti [...]
Provenienza
Ludovico Mazzanti fu, insieme a Giovanni Odazzi, l'allievo prediletto di Giovanni Battista Gaulli, nella cui bottega entrò giovanissimo nel 1700. Influenzato, come tutti i pittori romani della sua generazione, dalla lezione di Maratti, si distinse tuttavia per una pittura classicista affatto originale, meno delicata graficamente ma più corposa e palpabile pittoricamente. Le sue figure sono caratterizzate da una vitalità sanguigna e terrena, lontana dalle eteree delicatezze di Giuseppe Bartolomeo Chiari, Luigi Garzi e Giovanni Odazzi.
Tra le opere più significative dipinte da Mazzanti a Roma vi sono gli affreschi nella Chiesa di Sant'Ignazio, i quadri per Sant'Andrea al Quirinale e le due tele da soffitto in palazzo già de Carolis.
Il pittore lavorò a Napoli dal 1733, dove dipinse per la Chiesa dei Gerolamini, per l'Abbazia di Montevergine e per la Chiesa della Nunziatella. Durante il suo soggiorno partenopeo ebbe modo di studiare le opere di Solimena, De Matteis e De Mura, da cui fu fortemente influenzato, sia per la gamma cromatica, sia per la plasticità delle figure. Tutte queste caratteristiche si ritrovano nel dipinto qui offerto, di grande impatto visivo, in cui la dolcezza della scena familiare, inserita in un paesaggio arcadico, pur nella grazia dei colori, è resa con attenzione ai dettagli naturalistici e con un'umana adesione agli affetti quotidiani.
Di singolare effetto è il particolare dell'asino a destra, che sembra uscire da un dipinto di Bassano, a riprova dell'abilità e cultura visiva del pittore, che sarà eletto accademico di San Luca e pastore d'arcadia con il nome di Oropito Teoclideo.
A nostro avviso il dipinto è databile al quarto decennio del Settecento, per alcuni stringenti confronti con le tele della Chiesa della Nunziatella a Napoli, in cui si ritrovano gli stessi tipi fisiognomici e la stessa dinamica plasticità dei panneggi.
Il dipinto è appartenuto il secolo scorso ai restauratori Aldo Angelini e Nerina Neri Angelini che sono stati tra i primi allievi dell'ICR, nella storica sede di San Francesco di Paola. Assidui frequentatori di Federico Zeri, furono entrambi impegnati nei cantieri di grande rilievo del dopo guerra ed hanno restaurato le opere di sommi artisti quali Raffaello alla Villa Farnesina, Leonardo al Cenacolo, Mantegna alla Cappella Ovetari agli Eremitani di Padova e Piero della Francesca del Polittico della Misericordia (in una foto d'epoca conservata dagli eredi si vede Aldo di spalle restaurare lo scomparto centrale con la Madonna).