Le tre tavolette fanno parte del ciclo decorativo del soffitto di un palazzo cremonese, di cui sono noti 28 elementi, conservati nel Museo Civico Ala Ponzone a Cremona (per le opere del Museo - 5 quasi integre, 8 mutili e 15 frammenti scarsamente leggibili, cfr. M. Marubbi, La Pinacoteca Ala Ponzone. Dal Duecento al Quattrocento, Cinisello Balsamo, 2004, pp.196-202). La serie, affine alla produzione della bottega di Bonifacio Bembo (documentato tra il 1447 e il 1477), è caratterizzata da un maggiore plasticismo e mostra un'apertura verso un linguaggio meno arcaico, aggiornato al gusto antiquario e classico, mentre il ductus pittorico è vicino alla cultura cremonese-ferrarese di Antonio Cicognara. Sembrerebbe alquanto probabile riconoscere l'autore delle opere nel Maestro di Monticelli (Gerolamo Bembo?), a cui si deve, oltre al San Giorgio nel Museo Civico di Cremona, anche la decorazione della chiesa di San Bernardino a Caravaggio le cui figure presentano rapporti figurativi con le teste delle tavolette (cfr. M. Marubbi, Pittori, opere e committenze dall’apogeo dell’età viscontea alla fine della signoria sforzesca, in "Il Quattrocento. Cremona nel Ducato di Milano 1395-1535", Cremona, 2008, pp.318-319). Un altro esemplare, facente parte del medesimo ciclo o di uno affine, giuntoci tagliato in forma centinata, è stato offerto da Dorotheum, Vienna, 9 giugno 2020, lotto 135, come cerchia della famiglia Zavattari.
I tre dipinti offerti nel lotto sono beni sottoposti a regime di tutela da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, avendo ottenuto il diniego al rilascio dell'Attestato di Libera Circolazione (prot. n. 22210, del 6.11.2020).