La scultura qui offerta è stata ritenuta da Luciano Caramel, nella sua perizia tecnica datata 1.9.1981, come
un esemplare “certamente autentico” e “di fusione verosimilmente riferibile alla tarda attività dell’artista” (nota 1). Il
soggetto è databile al 1883 e pertanto appartiene ad una fase ancora giovanile e legata al naturalismo, di cui è
proprio questo il suo maggior punto di tangenza. L’estremo realismo del nostro ritratto di una donna anziana,
colta in un’espressione di grande immediatezza ed impatto emotivo, segna quasi un punto di svolta, legato
anche alla scelta del materiale. Sarà infatti solo successivamente che Medardo Rosso sceglierà come suo mezzo
espressivo prediletto la cera, alla quale la sua fama è tuttora indissolubilmente legata, ma “pensiamo che la
Ruffiana sia la prima cera, il momento dello scarto, lo snodo, dove passato e futuro sono visibili insieme” (nota 2).
Realizzata inizialmente come gesso patinato, l’opera originale fu successivamente fusa in bronzo e montata
su un frammento di portone, inclusione di un oggetto prelevato dalla realtà che rimarcava ulteriormente il
legame con il Vero ma che al tempo stesso costituiva una base plastica di grande suggestione. Ancora di più
guardando a quell’iscrizione che costituisce uno degli altri titoli con cui è nota l’opera, Fine, e che è testimoniata
nella stampa al carbone riprodotta nel catalogo ragionato (nota 3) (fig. 1). Ruffiana, Fine, La Megera, Baucis,
Vieille femme campée au soleil, La mezzana: tanti nomi per un soggetto di cui sono però poche le repliche
note. Questa fusione, priva di marchi di fonderia (la cui presenza peraltro è definita da Caramel come “rarissima”
e caratteristica dei bronzi tirati dagli originali solo dopo la morte dell’artista), trasmette tutto il fascino
dell’opera più volte immortalata fotograficamente dallo stesso Rosso e che costituì un punto di svolta nel suo
percorso artistico.
nota 1
Luciano Caramel, perizia tecnico-artistica sulla scultura “La Ruffiana”, 1.9.1981
nota 2
Medardo Rosso. Catalogo ragionato della scultura, a cura di P. Mola e F. Vittucci, Milano 2009, p. 26.
nota 3
P. Mola e F. Vittucci, Milano 2009, p. 67, ill.