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Il presente dipinto, inedito, è da collocarsi nell'alveo del primo caravaggismo a Napoli e nell'Italia meridionale. Per alcune accentuazioni quasi grottesche delle fisionomie e per l'essenziale purezza della natura morta disposta sul tavolo, è probabilmente da riferire ad uno dei maestri nordici, ancora anonimi, operanti a Napoli entro il terzo decennio dei Seicento, tra Battistello Caracciolo e Ribera. In particolare le figure e la composizione trovano un confronto con quelle della Cena in Emmaus del Maestro dell'Emmaus di Pau (F. Bologna, Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli, Napoli 1991, cat. 2.13, p. 268). La figura dell'apostolo rugoso a sinistra inoltre richiama quella dell'aguzzino nel Santo condotto al martirio conservato a Napoli, collezione privata (ibid. cat. 2.14, p. 268).