Stima
€ 140.000 - 220.000
Lotto venduto
€ 144.999
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Informazioni
- La Lancia Appia coupé Motto, in quanto ex partecipante all'edizione di velocità, è eleggibile Mille Miglia.
- Carrozzata Motto.
- Si ritiene unica sopravvissuta di 10 prodotte (stimate).
- Si ritiene l'ultimo telaio realizzato da Motto.
- Necessita di un restauro di carrozzeria.
Note Specialistiche
All'uscita di scena dell'Appia, Ferruccio Bernabò, noto giornalista e sfegatato lancista, scrisse: “… avevi un aspetto di giovane aristocratica, tanto elegante quanto sobria… nella meccanica, come nella linea, avevi osato andare controcorrente - come tante Lancia che ti avevano preceduto - e per questo ti fu un po' difficile importi immediatamente. E del resto faceva parte della tua natura schiva… Ti vestirono… e allora, come sempre senza chiasso, vincesti nei concorsi d'eleganza…”
Ma i vestiti che indossò la “piccola” Appia, nella sua carriera furono diversi; uno, particolarmente azzeccato ne esaltava le qualità sportive, essendo modellato in leggera lega d’alluminio. Era opera di Rocco Motto, che è stato il carrozziere di numerose automobili celebri, ma ha quasi sempre lavorato in incognito. Specializzato in costruzioni che prevedevano l’uso dell’alluminio, prima e dopo la guerra ha allestito innumerevoli vetture da competizione, che hanno corso con successo in Europa e in America. Negli anni '50 ha carrozzato automobili sportive e granturismo; carrozzò, su richiesta della Lancia, alcune Aurelia alleggerite per le corse e una piccola serie di esemplari di Appia da competizione. Negli anni 60 finì, poi, per diversificare la produzione e concentrarsi su veicoli per il tempo libero.
Il telaio no. 812.01-1031 è una di, si presume, 10 Lancia Appia carrozzate da Motto e realizzata in alluminio, con un abitacolo molto contenuto, rispetto alle proporzioni della macchina e lunghi cofani anteriore e posteriore. Le linee sono tese e affusolate, molto proporzionate, interrotte solo dai due grandi sfoghi laterali. La vetratura è ampia, per una buona visibilità. Il muso, dalle foto osservate a confronto di altri due esemplari sembra variare leggermente da esemplare ad esemplare; in questo è una bocca rastremata verso l’alto con un baffo cromato e lo scudo Lancia, cui si accostano due piccole griglie laterali all’interno dei fanali. All’interno un abitacolo sobrio ma non spoglio; il cruscotto è ben leggibile e completo di contagiri.
A far propendere per la vocazione corsaiola del veicolo, stanno la generale attenzione al peso: realizzazione in alluminio, abitacolo semplice, mancanza di paraurti; lunotto e deflettori sono in perspex. La presenza di dettagli adatti a gare di lunga durata come un serbatoio sovradimensionato di grande capacità. Le generose prese d’aria, i sedili sportivi. Il modello ha comunque un’importante storia sportiva. Si hanno evidenze fotografiche di due altri esemplari che hanno preso parte a eventi sportivi dell’epoca. Uno, ha corso la I coppa Autunno, presso l’Autodromo di Monza con Franco Patria. Un secondo esemplare ha corso la stagione 1957 con Enrico Coda al volante; tra le gare disputate: la Coppa Intereuropa, la Trieste-Opicina (dove una foto la ritrae col numero 94 e un allestimento del tutto stradale) e l’evento più significativo, la Mille Miglia (per il World Sportscar Championship e che comprendeva il Gran Premio Nuvolari), gareggiando col numero 019 e piazzandosi 124° assoluta. La storia della vettura telaio no. 812.01-1031 si svolge da sempre in nord Italia. Un probabile ed eventuale utilizzo sportivo è ancora allo studio. L'auto, da foglio complementare, risultava targata Sondrio, poi Como e in seguito Milano, targa che ha ancora oggi. L'auto è stata acquistata già restaurata dall'odierno proprietario nel 1993; negli anni è stata fatta una revisione alla meccanica e alla ciclistica (testata e freni). Tra il 1993 e il 2003 l'auto è stata usata per gare di regolarità. Nel 2003 il proprietario smise di usare l'auto lasciandola custodita, ma un po’ dimenticata, in un casolare; nonostante gli anni passati al coperto ma senza un telo di protezione l'auto si presenta con difetti della vernice su parti della carrozzeria, mentre gli interni sono in buone condizioni; da una prima ispezione non risultano buchi o ruggine. L'auto è stata sottoposta a una revisione meccanica, senza collaudo. Si presume che il presente, sia l’unico esemplare sopravvissuto della piccola serie.