Precedente / Successivo

Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo

giovedì 10 novembre 2022, ore 15:00 • Roma

82

Giuseppe Haimann

(Milano 1828 - Alessandria d'Egitto 1883)

L'Acropoli ad Atene

Stima

€ 500 - 800

Lotto venduto

€ 4.092

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

olio su tela
cm 39,5 x 64,5
firmato in basso a destra: G. Haiman

Bibliografia

F. Solmi, Giuseppe Haimann, Bologna 1986, p. 82 n. 52 (ill.).
Giuseppe Haimann, figlio di un ufficiale dell'esercito asburgico di origine bavarese, si laureò in giurisprudenza a Pavia. Durante i moti del 1848 partecipò alle Cinque Giornate di Milano, schierandosi, pur da moderato, per l'indipendenza. Ebbe quindi incarichi in uffici governativi a Vienna e Venezia, prima di passare al servizio del regno d'Italia presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Parallelamente alla sua attività di alto funzionario coltivò sempre la passione per la pittura, combinazione non rara all'epoca. Dopo gli studi a Brera si recò a Firenze e in seguito a Roma, esponendo con regolarità dalla metà degli anni '50 dell'800 fino all'Unità d'Italia. Nella sua pittura si ritrovano influenze delle varie scuole regionali con le quali era venuto in contatto durante i suoi spostamenti: il sentimento della natura dei pittori piemontesi (Cappella in campagna, lotto 90) si fonde così con l'attenzione al colore e al dato realistico dei toscani (Acquedotto nella Campagna romana, lotto 88). Queste suggestioni si ritrovano nelle opere realizzate durante il suo viaggio in Grecia, Asia Minore e Terra Santa del 1869 (come L'Acropoli ad Atene, lotto 82). A questo primo viaggio seguirà un soggiorno di sei anni in Egitto, presso la corte del Kedivé al Cairo, dove rimarrà come membro del Tribunale internazionale delle riforme e quale Capo divisione nell'amministrazione egiziana. Le sue opere di questi anni (lotti 83 - 87), non destinate ad essere esposte, rappresentano un'importante testimonianza storica dal chiaro intento documentario. Appaiono insomma come dei veri e propri reportage in pittura, costituiti da opere non prive di accenti lirici e dalla grande felicità d'immagine, immediate ma ricche di sentimento ed imbevute di luce.