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Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo

mercoledì 25 settembre 2024, ore 14:30 • Milano

137

Giuseppe Bisi

(Genova 1787 - Varese 1869)

Veduta di Milano

Stima

€ 1.700 - 2.200

Lotto venduto

€ 2.193

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

acquerello su carta applicata a cartoncino
cm 46,5 x 64
al retro, sul cartoncino, vecchia etichetta di inventario
Opera accompagnata da autentica scritta del prof. Fernando Mazzocca

Note Specialistiche

L'atmosfera, la precisione e la sorprendente raffinatezza di questo grande acquerello consentono di attribuirlo al pittore di paesaggio Giuseppe Bisi, di origine genovese, ma che ha trascorso tutta la vita a Milano dove è stato uno dei protagonisti del Romanticismo con le sue vedute, i paesaggi, in particolare quelli cosiddetti "istoriati", cioè con l'inserimento di scene e personaggi storici dove seguì l'esempio di Massimo d'Azeglio che ha introdotto questo genere allora molto apprezzato dalla critica, dal pubblico e dai collezionisti. Le sue opere sono conservate nei maggiori musei lombardi come la Civica Galleria d'Arte Moderna, l'Accademia di Brera e la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.Appartenente ad una famiglia di artisti, come il padre Tommaso pittore e plasticatore, il fratello Michele incisore e il cugino Luigi vedutista, apprezzato anche a livello internazionale per i suoi interni di monumenti, in particolare quelli del Duomo di Milano. Dopo i suoi trascorsi politici, per cui fu volontario nelle campagne napoleoniche e membro della Cancelleria del Viceré d'Italia, Eugenio de Beauharnais cominciò a segnalarsi come pittore di vedute, presente a partire dal 1818 alle esposizioni annuali dell'Accademia di Belle Arti di Brera, dove lo ritroviamo nei decenni successivi, tra i vedutisti più ricercati dall'aristocrazia e dalla ricca borghesia. L'opera più conosciuta dei suoi esordi è una Veduta della Villa Sommariva dal Lago (Tremezzo, Villa Carlotta), eseguita nel 1823 per il più grande collezionista del tempo, Giovanni Battista Sommariva.La sua fama, consacrata proprio alle rassegne di Brera, gli procurò un decisivo e importante riconoscimento, quando nel 1838 gli venne assegnata la cattedra della pittura di paesaggio, creata apposta per lui, all'Accademia di Brera dove insegnò fino al 1856.Questa veduta urbana, rara nella sua produzione, conferma le sue doti di analitico e poetico osservatore della realtà, per cui fu apprezzato dalla critica, in particolare dall'autorevole Defendente Sacchi che nel 1838 lo lodò perché "fu uno dei primi a staccarsi alquanto dalla maniera seguita dal Gozzi e dai suoi imitatori, introducendo nei suoi quadri maggior ampiezza di orizzonti, maggiore copia e vivacità di macchiette, e studiandosi di menomare quella lucentezza di smalto, che appariva nei suoi paesaggi di quel maestro e dei suoi seguaci".Questo incantevole scorcio di un angolo di Milano immerso nel verde, con i profili delle case che emergono oltre la fitta cortina degli alberi, ci colpisce per l'abilità con cui ha saputo utilizzare un mezzo come l'acquerello, attraverso il quale è riuscito ad ottenere particolari effetti cromatici e di luce. Una luce tersa che si posa sulle superfici e mette in rilievo quella porzione di palazzo che chiude, con un bell'effetto, la composizione a destra. Ma quello che più ci colpisce e che determina il fascino poetico di questa veduta è il preciso nitore con cui viene descritto e restituito al nostro sguardo commosso ogni dettaglio della vegetazione, delle architetture e delle figurine che animano l'atmosfera intensa e sospesa, immersa nella pace, fuori dagli itinerari monumentali e mondani della città; è lo stesso spirito che anima la Veduta della chiesa di San Marco esposta a Brera nel 1823, cui dovrebbe accostarsi per cronologia.
Milano, 7 luglio 2024
Prof. Fernando Mazzocca

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