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Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo

mercoledì 08 giugno 2022, ore 15:00 • Milano

205

Ercole Calvi

(Verona 1824 - 1900)

Veduta di Castel Sant'Angelo a Roma

Stima

€ 12.000 - 18.000

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Informazioni

olio su tela
cm 45 x 80

firmato in basso a sinistra: ERCOLE CALVI

Sul retro, sul telaio, antico cartellino del pittore.


Circa i due dipinti su cui si richiede parere, Veduta di Castel Sant’Angelo a Roma e Marina di Torre Annunziata, che, malgrado la disparità dei temi, risultano in coppia fin dall’inizio ed hanno le stesse dimensioni, non c’è alcun dubbio sull’autografia del pittore veronese Ercole Calvi (1824-1900) in quanto compare la firma autografa ed anche sul retro sono presenti scritte a stampa ma antiche, forse coeve alla stesura del dipinto, che si riferiscono ancora al pittore, dopo che aveva avuto la nomina a cavaliere, quindi negli anni maturi della sua vita. Ma soprattutto i caratteri stilistici e psicologici della pittura corrispondono a quelli di Calvi, al livello più alto della sua qualità artistica.
Le scritte recitano: N.544. Dipinto del Cav. Ercole Calvi di Verona (a stampa). Torre annunziata Riviera di Napoli-Prezzo Lire Cinquecento / 500. N.545. Dipinto del Cav. Ercole Calvi di Verona (a stampa) - Ponte e Castel Santangelo in Roma Prezzo Lire Ottocento / 800. Interessante la valutazione diversa dell’impegno e del prezzo delle due tele.
Lo stato di conservazione dei dipinti pare buono ed è impensabile qualunque motivazione di falsificazione. Il pittore ebbe straordinaria fortuna, commerciale e critica, fin quasi alla fine della sua vita. Dopo di che fu riscoperto solo alla fine degli anni Settanta del Novecento. Dopo un inizio non chiaro in ambito locale veronese, egli si forma a Milano all’Accademia di Brera (1844-1847) e quindi alterna probabilmente la sua residenza tra Verona e Milano, anche se nel 1851 chiede ufficialmente l’espatrio per la città lombarda. Nella sua vita ricoprì sempre cariche presso l’Accademia di Belle Arti e la Società di Belle Arti veronesi. Di quest’ultima fu tra i fondatori nel 1856.
Dell’artista resta un bel ritratto fotografico in una carte de visite di Moritz Lotze (ante 1868). Egli ebbe poi lusinghiere recensioni alle sue mostre da parte del figlio, fotografo e giornalista, Richard Lotze.
Specialista quasi esclusivamente di paesaggi, fatto insolito per un pittore accademico di quella data, ebbe una fortuna espositiva straordinaria, tanto da vantarsi di vendere immediatamente ad ogni esposizione le sue opere, come sembra sia comprovato da tutti i recensori. Le sue sedi espositive erano però più frequentemente nel territorio lombardo e Veneto, dove Calvi aveva i più appassionati estimatori, soprattutto in Brianza e nella Lombardia occidentale. Trattò, anche se forse con minor frequenza, Venezia e Chioggia e naturalmente anche Verona. In alcuni cataloghi Calvi è definito allievo di Giuseppe Canella.
Intorno agli anni Sessanta egli dipinge anche alcuni quadri con milizie in spostamento, che sono tra le più belle ed epiche, anche se ancor poco conosciute, pagine figurative risorgimentali. Uno di questi è forse tra i primi che documenta la presenza delle Camicie rosse nella seconda guerra dell’indipendenza italiana. Anche la vistosa bandiera italiana issata su Castel Sant’Angelo trasforma la veduta in un quadro di esplicito significato risorgimentale e indica che siamo dopo “la presa” del 1870. San Pietro, simbolo del potere papale, resta relegata sullo sfondo.
La fortuna delle vendite fece purtroppo sparire subito le opere nelle collezioni private, di una borghesia che si andava allora affermando ma era ancora sconosciuta alla storia. Veramente la sua pittura s’impone nella dimensione sociale borghese, anche come “quadro da cavalletto”, presso i nuovi collezionisti.
Le due vedute di Roma e Torre Annunziata sono eccezionali anche perché non si sapeva che Calvi, con le sue immagini, fosse arrivato fin laggiù. Le tele hanno tutta la freschezza delle “riprese dal vivo” e non derivano da stampe. Neppure da fotografie, stante il loro intenso ed immediato pittoricismo. Calvi espose a Roma nel 1888 e nel 1894 (anche a Palermo nel 1891). Un cartellino con un numero sul retro dovrebbe logicamente riferirsi al catalogo di una mostra. Il pittore aveva però esposto anche a Napoli dal 1875 al 1880. Si può credere che abbia dipinto le immagini preparando una di quelle mostre.
Già verso la metà del secolo i pittori del Nord viaggiarono verso le mete esotiche dell’Italia Meridionale. Anche da Verona si mossero Giuseppe Catterinetti Franco nel 1836 e Giuseppe  Canella nel 1838. Come dopo Guglielmo Ciardi da Treviso. Già nel 1881 un altro veronese, Vittorio Avanzi, amico di Calvi, dipinse una Marina di Torre del Greco. Qui però Calvi va oltre al suo elegante modo di comporre romantico, immergendosi più a fondo nel naturalismo che andava  prevalendo verso fine secolo. Anche l’accoppiamento insolito dei due temi raffigurati mostra la  disinvoltura dell’artista, ormai svincolato completamente dalla tradizione e dalle simmetrie dell’accademia. Esso non doveva esser motivato da altro che dalla successione delle tappe di un viaggio. Castel Sant’Angelo è visto da un’angolatura strettamente angolare, originale e insolita, in un clima di macchiette popolari. La spiaggia napoletana indugia, più che sul colore dell’architettura medievale del fondo, su quello dei bambini che giocano nella sabbia. La coppia doveva dimostrare anche, probabilmente, ai possibili acquirenti, la versatilità tematica e la disponibilità dell’autore.

Bibliografia essenziale
S. Marinelli, La pittura italiana a Verona (1797-1945), in La pittura a Verona dal primo Ottocento a  metà Novecento, a cura di PP. Brugnoli, Verona 1986, pp 1-98;
B. Meneghello, Annali Società Belle Arti di Verona 1858-1921, Verona 1986;
G. Marini, Calvi, Ercole, in La pittura in Italia, l’Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, Milano 1990, II, p 726;
L’Ottocento a Verona, a cura di S. Marinelli, Milano 2001;
L. Ievolella, Calvi, Ercole, in La pittura nel veneto, l’Ottocento, a cura di G. Pavanello, Milano 2002, pp 672-673;
C. Gattoli, Ercole Calvi, Verona 2007.

Prof. Sergio Marinelli

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