Stima
€ 16.000 - 20.000
Lotto venduto
€ 22.140
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Informazioni
H 61 cm
Scultura ritratto di un re.
Entrambe le opere riprendono tutti i dettagli della tradizione che caratterizzano i ritratti Ndop: pettinatura piatta con decoro a conchiglie nel bordo superiore e, in quello inferiore, con motivo a linee incrociate; linea dei capelli in evidenza, decoro a goccia sulla nuca, forma rotonda delle orecchie, curva delle sopracciglia, scarificazioni delle tempie, fascia pettorale a tre linee di Cypree, coprinatiche decorato, base rettangolare a disegno intrecciato. Il re indossa due anelli da spalla, due anelli d’avambraccio, quattro bracciali ai polsi. Nella mano sinistra tiene il gallo (coq), un animale che allude alla vigilanza, cioè un simbolo che identifica la dinastia di ogni sovrano.
Provenienza
- Antica collezione Maurice Nicaud (Parigi) (**);
- Antica collezione George F. Keller (New York/Davos) (Inv. G.F.K. 276);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
Esposizione
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
Bibliografia
- MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 276, pag. 307;
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 44;
- FAGG WILLIAM “La sculpture africaine de Eliot Elisofon” Londra 1958, pagg. 7 e 202;
- CORNET JOSEPH “Art de l’Afrique Noire au pays du fleuve Zaire” Bruxelles 1972, pagg.120-140;
- CORNET JOSEPH “Art Royal Kuba“ Milano 1982;
- LaGAMMA ALISA “Heroic Africans” The Metropolitan Museum of Art, New York 2011, pagg. 152-181;
Uno studio dettagliato sull'età d’oro dei re Kuba è stato realizzato da Alisa LaGamma curatrice del Metropolitan Museum of Art di New York (MET): Heroic Africans. Pubblicato nel 2011, in 30 pagine ricche di illustrazioni e riferimenti storici, prende in esame le statue classiche dei re Kuba. Riporta le testimonianze di autori come Emil Torday (1875-1931), Frans Maria Olbrechts (1899-1958), Jan Vansina (1929-2017) e Joseph Cornet (1919-2004) che negli anni ne hanno documentato la storia e le origini.
(**) Maurice Nicaud (1911 - 2003). La sua biografia è stata ripresa da un articolo di Bernard De Grunne in SOTHEBY’S “Collection Marceau Riviére” Paris, asta del 18 e 19 giugno 2019, pagina 424 La foto è stata pubblicata a pagina 164. E’ stato un famoso antiquario che ha condiviso con collezionisti e mercanti come Marceau Riviére e Pierre Verité la passione e la fortuna di scoprire l’Africa Occidentale negli anni appena successivi alla seconda guerra mondiale. Nel 1950, con la moglie spagnola Josepha Guérero, era in Africa in cerca di oggetti. Dopo diversi viaggi in Guinea, Mali, Costa d’Avorio, la coppia si stabilisce a Parigi in rue Guénégaud dove apre la galleria d’arte africana Bargui. Nel corso della loro attività i coniugi Nicaud hanno avuto tra le mani molti pezzi dei gruppi Baga, Dogon, Yauré, Baulé, Dan. Importanti opere Dogon sono state acquistate dal Musée Dapper di Parigi. Nel 1970 hanno prestato al Museo di Zurigo una dozzina di opere per la mostra organizzata dalla direttrice Elsy Leuzinger “Die Kunst von Schwarzafrika”. Il volume è stato tradotto in italiano con il titolo: “L’Arte dell’Africa Nera” Milano 1972. Tantissime opere provenienti da Maurice Nicaud oggi sono presenti nelle collezioni private ed esposti nei musei. In particolare, molti suoi esemplari si possono vedere nel volume del suo amico Marceau Riviére pubblicato a Parigi nel 1975 “Les chefs-d’oeuvre africains des collections privées françaises”. La successione della famiglia Nicaud è stata oggetto di una vendita a Parigi organizzata da Binoche & Giquello il 21 marzo 2018. Tra le 26 opere offerte vi erano nove esemplari di pulegge per la tessitura: oggetti, in apparenza di minor valore commerciale, che tuttavia rappresentavano una delle tante passioni dei coniugi Nicaud.
(***) Berna 1980, Musée des Beaux Arts. Sotto la base della statua è ancora incollata l’etichetta del Museo di Berna. Il nome indigeno è leggermente diverso da quello segnalato da Cornet (1982). Tuttavia il Museo ha riportato il nome del re che era presente sulla scheda di Paolo Morigi da lui redatta prima del 1980.