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Diana Vreeland: un’icona della moda del XX secolo

Photograph of Exhibit Developer Diana Vreeland Giving First Lady Betty Ford a Tour of the "American Women of Style" Exhibit at the Metropolitan Museum of Art - Courtesy Gerald R. Ford Presidential Library

In asta una coppa in argento creata su commissione da Tiffany & Co. per il matrimonio della stilista con Thomas Reed Vreeland

La storia di Diana Dalziel Vreeland
Nata a Parigi nel 1903 da una madre americana e un padre britannico, Diana Dalziel Vreeland ha ereditato il fascino e il cosmopolitismo tipici dell’alta società europea dell’epoca. Non fu solo una semplice redattrice, ma una delle figure più influenti del XX secolo, capace di plasmare la moda e la cultura con un’energia ineguagliabile e una visione straordinaria.

Diana Dalziel Vreedland. Foto di This is Glamorous “Great Love Stories – Diana & Reed Vreeland.”

Dopo aver vissuto in vari ambienti élite, la famiglia Dalziel si trasferì negli Stati Uniti alla fine della Prima Guerra Mondiale. Nel 1924, Diana sposò il banchiere Thomas Reed Vreeland. Dopo il matrimonio, la coppia si trasferì a Londra, dove la Vreeland aprì una raffinata boutique per signore, tra i cui clienti vi era anche Wallis Simpson, futura Duchessa di Windsor. In questo periodo, Diana visitò spesso Parigi, dove nel 1926 incontrò Coco Chanel e la sua amica gioielliera Suzanne Belperron. Nel 1937, la Vreeland tornò a New York, dove iniziò la sua carriera come giornalista e redattrice per la rivista di moda Harper’s Bazaar, curando la rubrica Why Don’t You…?, che proponeva idee eccentriche e suggerimenti di stile. Importante firma di Harper’s Bazaar e Vogue, nel 1965 fu ammessa nella Hall of Fame come una delle donne più eleganti del mondo. Dal 1962 al 1972, fu capo redattrice della rivista Vogue America, dove ancora una volta si fece riconoscere per il suo occhio visionario, e l’incredibile influenza sulle tendenze di moda dell’epoca. Il suo famoso motto, “Il brutto è noioso”, riassume perfettamente il suo atteggiamento nei confronti della vita e della creatività.

Diana & Thomas Vreeland. Foto di This is Glamorous “Great Love Stories – Diana & Reed Vreeland.”

La coppa
Durante la celebrazione di matrimonio del 1924, i Vreeland ricevono come dono di nozze una coppa centrotavola di Tiffany & Co. in argento sterling realizzata su commissione.

Tiffany & Co. Coppa centrotavola di rappresentanza, USA, 1924. Base d’asta € 3.000

La coppa è un esempio di raffinatezza e maestria nell’artigianato caratterizzato da una base circolare, un crest inciso e linee essenziali elegantissime. La coppa reca anche un’incisione che celebra l’unione dei due sposi: “DIANA DALZIEL – THOMAS REED VREELAND – MARCH 1 1924”. Sul retro, è presente l’emblema della Scroll & Key, la prestigiosa società segreta dell’Università di Yale, a cui Thomas Reed Vreeland apparteneva. L’emblema “Scroll & Key” raffigura una pergamena e una chiave, accompagnato dalle iniziali “C.S.P.” e “C.C.J.”, sigle adottate dalla confraternita.

Tiffany & Co. Dettaglio di coppa centrotavola di rappresentanza, USA, 1924. Base d’asta € 3.000

Attorno alla base della coppa sono incisi quindici crest ad altorilievo, riportanti i nomi dei membri della delegazione di Vreeland della Scroll & Key. Tra i nomi spiccano quelli di personalità che avrebbero raggiunto successi straordinari, come Godfrey Stillman Rockefeller e Charles Shipman Payson.

Tiffany & Co. Dettaglio di coppa centrotavola di rappresentanza, USA, 1924. Base d’asta € 3.000

Fondata nel 1842, la confraternita di Scroll & Key si distinse per il suo spirito intellettuale e letterario, selezionando ogni anno quindici membri della classe junior per ricoprire ruoli di leadership. La coppa centrotavola è infatti anche un simbolo di un’unione tra due famiglie di grande prestigio e un legame con una delle più esclusive istituzioni universitarie d’America. Tiffany & Co. ha trasformato questo argento in un tributo che unisce arte, storia e tradizione.

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Foto di copertina: Photograph of Exhibit Developer Diana Vreeland Giving First Lady Betty Ford a Tour of the “American Women of Style” Exhibit at the Metropolitan Museum of Art – Courtesy Gerald R. Ford Presidential Library

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