Come ci sono artisti e artisti, allo stesso modo esistono graffitisti e graffitisti. Se osservando i lavori di uno dei primi e massimi esponenti del graffitismo, Keith Haring, ci si rende conto che i suoi “nuclear boys” sono il gesto liberatorio e immediato di un genio del disegno che con i suoi dinamici personaggi ha deciso di condividere con il mondo un po’ della sua gioia di vivere e spensieratezza liberandoli nelle metropolitane, nelle periferie e nei palazzi del mondo.
Guardando le opere di un altro maestro dell’arte di strada come Shepard Fairey, conosciuto anche come Obey, appare evidente come le sue opere siano invece profondamente studiate e meditate con moltissimi riferimenti culturali, dalla storia dell’arte alle dinamiche del mondo della comunicazione. Innanzitutto, la scelta della tecnica dello stencil e del manifesto per i propri interventi, che per volontà dell’artista americano vuole rimandare sia alla cartellonistica pubblicitaria che all’uso che ne hanno fatto spesso i regimi per la divulgazione delle proprie ideologie.
Obey si appropria dell’estetica e dei soggetti di questi materiali e li fa propri con dei minimi interventi per capovolgerne letteralmente il messaggio. Un esempio perfetto è la guerrigliera vietnamita, soggetto utilizzato spesso dall’artista, che se all’origine poteva essere un invito ad arruolarsi imbracciando le armi, nelle opere dello Street Artist, con quella rosa rossa che sbuca dalla canna del fucile, diviene invece un messaggio di pace.
Immagine iconica di Obey che è presente anche in St. Mark’s Square Venice, monumentale opera (quasi 6×9 metri) che verrà battuta all’asta il prossimo 22 ottobre.
Realizzata da Obey nel 2009 su invito della SMS Venice Foundation per una raccolta fondi per la salvaguardia del patrimonio artistico e architettonico della città lagunare ed esposta su un’impalcatura a Piazza San Marco – da cui il titolo – l’opera racchiude in sé tanti degli elementi della poetica dell’artista.
Oltre alla “soldatessa” compare, infatti, in primo piano un’altra delle figure preferite dall’artista: l’attivista degli anni Settanta, Angela Davis, famosa, oltre, che per la sua capigliatura a “casco”, per il suo impegno per il riconoscimento dei diritti degli afroamericani.
Sullo sfondo invece, in dimensione ridotta, altri famosi manifesti dell’artista: dalle tre braccia con mitragliatori inneggianti al cielo con rose nella canna alla donna velata, da POWER & EQUALITY a Andre the Giant, ritratto del famoso wrestler e primo soggetto di successo nelle affissioni di Obey.
Un artista di “strada” colto che non solo cita personaggi e iconografie della storia moderna, ma che per l’estetica della propria opera fa suoi gli insegnamenti dei costruttivisti russi come El Lissitzky, basati sull’uso del rosso e del nero, linee semplificate e campiture piene.
Come si suol dire: “Il fine giustifica i mezzi” e Fairey ne fa suoi molti per riuscire a raggiungere più persone possibili e trasmettere i suoi messaggi di pace e uguaglianza.
Come sempre “PEACE & LOVE”.
“St Mark’s Square, Venice”: l’esposizione esclusiva dell’iconica opera di Obey
L’opera St. Mark’s Square di Obey, realizzata per Piazza San Marco, andrà in asta il 22 ottobre. Vi offriamo l’occasione imperdibile di vederla in anteprima gratuitamente mercoledì 21 ottobre 2020 dalle 17:00 alle 20:00 (ma solo su appuntamento).