“Non è necessariamente l’originale che noi dobbiamo possedere, ma una delle sue forme ricreate, capace di procurarci la ragione della sua bellezza”.
Queste parole sono del grande artista ungherese, naturalizzato francese, Victor Vasarely. Uno spot perfetto per quel grande mondo della Grafica e dei multipli d’autore, le cui svariate tecniche sono state amate dagli artisti di tutte le epoche per le enormi possibilità di sperimentazione. Per rendersi conto di questo basta osservare alcuni dei lotti presenti nell’asta dedicata al tema da Finarte il prossimo 27 aprile.
Lotto 24
ENRICO CASTELLANI, Estroflessione
Cominciamo con una classica estroflessione di Enrico Castellani (lotto 24, € 1.500-2.000). Realizzata in pvc bianco e accompagnata da un volume con l’introduzione di Vincenzo Agnetti, tra i primi ad apprezzare e comprendere il valore dell’opera dell’artista, e fotografie documentative tra gli altri di Ugo Mulas. Un perfetto esempio delle ricerche di Castellani improntate all’analisi e definizione dell’oggetto, della sua superficie e fruizione. Una vita artistica incentrata sulla ripetizione di una puntinatura ritmica che come la pelle di un camaleonte muta a seconda del colore della tela e delle sue dimensioni adattandovisi.
Sempre uguale ma mai identica. Un’opera senza tempo perché come ripeteva Castellani: “Il lavoro di un artista è sempre inattuale”.
STIMA € 1.500 – 2.000
Lotto 77
KEITH HARING, Luna Luna Karussel, A poetic, Extravaganza
Dal minimalismo dell’artista veneto all’horror vacui di uno dei pionieri del graffitismo americano. Logicamente parliamo di Keith Haring e del suo Luna Luna Karussel, A poetic, Extravaganza, del 1986 (lotto 77, € 800-1.000). Un lavoro doppiamente unico nel suo genere sia per la sua natura di libro pop-up sia per la sua genesi. L’opera è nata infatti per promuovere un progetto nato dalla mente visionaria dell’impresario/artista austriaco André Heller: realizzare un luna park itinerante le cui attrazioni fossero ideate da artisti. Per fare questo Heller, tra il 1985 e il 1987, contattò e coinvolse oltre a Haring, Basquiat, Anselm Kiefer, Georg Baselitz, Kenny Scharf e tanti altri. Il progetto per la sua complessità si arenò alla prima tappa prevista, Amburgo, ma alcune sue componenti sono andate a decorare il progetto del giardino botanico aperto dallo stesso Heller a Gardone Riviera sul lago di Garda. Un’opera libro che secondo le intenzioni di Haring non ha bisogno d’altro che di una persona che la guardi e ne colga l’energia.
STIMA € 800 – 1.000
Lotto 101
MARINO MARINI, Personages du Sacre Printemps
Gli artisti sono in primis degli esseri umani e come tali loro stessi hanno dei miti e dei punti di riferimento, perfetto esempio di questo le otto litografie di Marino Marini, al lotto 101 (€ 2.500-3.500). Personages du Sacre Printemps è, infatti, un omaggio diretto a Igor Stravinskij e al suo balletto La Sagra della primavera, composto tra il 1911 e il 1913.
L’artista toscano prende come elemento architettonico base su cui modulare le composizioni il suo soggetto iconico: il connubio cavallo e cavaliere, riuscendo abilmente a trasmettere il medesimo dinamismo e poliritmia dell’innovativa opera musicale. Un omaggio alla rinascita della terra, un rito pagano in cui i colori divengono i ballerini e come tali gli elementi scatenanti le emozioni nello spettatore. Stampe di pura energia.
STIMA € 2.500 – 3.500
Lotto 120
MIMMO PALADINO, Senza titolo (Mano, Toro, Cane, Testa)
Dal chiasso al silenzio. Questo sembra essere il passaggio dalle litografie di Marino Marini alle acqueforti e acquetinte di Mimmo Paladino, al lotto 120 (€ 2.500-3.000). Quattro fogli, quattro soggetti: Mano, Toro, Cane e Testa. Elemento comune l’uso della foglia d’oro un omaggio diretto ai mosaici bizantini e alla loro sacralità. Immagini primordiali in cui il vuoto sembra prevalere e acquistare un peso. Paladino nelle sue opere, infatti, professa una ricerca alle radici del segno. Grazie ad un nomadismo spazio temporale che gli permette di attingere dai bizantini ai primitivi, dai greci ai totem indiani esplora la storia indagando quelle forme immediatamente comprensibili da tutti dando corpo a delle icone universali.
STIMA € 2.500 – 3.000
Lotto 156
MARIO SCHIFANO, 8 serigrafie
Ancora più vuote possono apparire le otto grandi campiture di colore al lotto 156. Una cartella di serigrafie di Mario Schifano (€ 2.000-3.000). Macchie di colori apparentemente casuali che, a uno sguardo più attento, svelano al loro interno delle lettere.
Vocali e consonanti che accostate vanno a comporre il nome dell’artista: S.C.H.I.F.A.N.O..
L’artista si ritrae così, raggiungendo il massimo della sintesi. Le sue tinte preferite: grigio-blu-arancio-celeste-giallo-verde-rosso e nero che hanno dato vita alla moltitudine delle sue opere (risaputa la sua prolificità creativa) sono qui il suo corpo sezionato. Un’opera che è la perfetta rappresentazione di un animo fragile consumato dal continuo bisogno di : “fare cose nuove, senza tregua”. Forse uno dei più sinceri autoritratti della Storia dell’Arte.
STIMA € 2.000 – 3.000
Lotto 184
VICTOR VASARELY, Optical
Le opere del già citato Victor Vasarely sono invece colme di forme geometriche come si ravvede dal lotto 184, Optical (€ 400-600). Uno dei massimi esponenti del movimento cinetico cerca tramite le sue opere bidimensionali di creare un’illusione di tridimensionalità che va ben aldilà della prospettiva rinascimentale. Nei suo disegni le dimensioni sembrano dunque moltiplicarsi quattro, cinque, sei volte superando le regole del mondo naturale.
L’artista, infatti, parte da rigide regole matematiche che piega e deforma a suo piacere per ottenere vari effetti, come quello di rigonfiamento che caratterizza l’opera in asta e ascrivibile al suo periodo Vega. Recentemente la complessità delle opere d’arte di Vasarely è stata, anche, attestata, da uno studio della Facoltà di Design dell’Università di Budapest che ha analizzato digitalmente alcune sue opere. Forse, per attitudine, un ingegnere mancato ma sicuramente un grande artista. E a noi va bene così.
STIMA € 400 – 600
Lotti dal 174 al 182
GIULIO TURCATO
Se Vasarely nelle sue opere cercava di superare i limiti fisici della rappresentazione il veneto Giulio Turcato ha invece approntato la sua carriera artistica al “vedere al di là dell’occhio”.
Considerandosi come “un’astronauta che lavora con l’immaginazione e per illuminazioni solitarie”, l’artista nelle sue opere ha cercato, infatti, di dare vita a nuove forme dai colori mai visti e percepiti. Membro con Consagra, Perilli e Dorazio del movimento dell’astrattismo informale Turcato ha saputo, però, mantenere sempre una propria indipendenza stilistica di cui sono testimonianza i molteplici lotti in asta dal 174 al 182, galassie e cieli di “mondi alieni”.
Catalogo completo
lunedì 27 aprile 2020, ore 17:00 • Roma