Masenza e i gioielli d’artista: quando l’oreficeria è emozione

"Il gioiello è arte sul corpo". Lo sapeva bene Mario Masenza, celebre orafo che nel suo atelier romano di Via del Corso 410 diede vita, insieme a molti dei più promettenti artisti degli anni '40 e '50, alla storia del gioiello d'artista in Italia.

Negli anni Cinquanta, Roma era il centro di sperimentazione orafa a livello italiano. Consideriamo che solo pochi anni prima però, durante la Seconda guerra mondiale, tutta l’attività dedicata al gioiello si era fermata, così come molte altre produzioniIl gioielliere Mario Masenza raccontava, nel 1950, sulle pagine della rivista Italia

Durante l’ultima guerra i gioiellieri italiani furono costretti a sospendere ogni attività; si fermarono le vendite, si arrestò la produzione e il nostro lavoro si ridusse a quello di semplici sequestratori delle stesse aziende che ci appartenevano[…] non ci accorgevamo nemmeno più di essere diventati degli agenti di borsa e che a noi si rivolgeva solo chi voleva investire i propri risparmi in oro. Dove erano finite le tradizioni dell’antica arte orafa italiana? […] Bisognava tornare al passato, bisognava tentare un ravvicinamento fra gli artisti e il gioiello. Da principio non fu facile…” 

Lotto 611, FRANCHINA PER MASENZA-ROMA, Spilla con diamanti e rubini. Base d’asta € 2.000

Fu proprio Mario Masenza a guidare il rinnovamento della produzione orafa italiana nel dopoguerra: fino ad allora, il mondo della gioielleria aveva guardato alle produzioni viennesi e francesi del primo ‘900, adottandone gli stilemi estetici. Alcuni grandi nomi, come Mario Buccellati, Alfredo Ravasco e Fulco di Verdura erano stati capaci di portare la gioielleria italiana nel mondo, mantenendo comunque un approccio molto tradizionale e consono agli anni in cui crearono i loro capolavori orafi.

CANNILLA PER MASENZA-ROMA, Bracciale con smeraldi, ametiste e diamanti. Base d’asta € 3.500

Con l’arrivo dell’arte informale però, anche il mondo del gioiello contemporaneo cambiò. Quando parliamo di “mondo del gioiello” è opportuno fare la distinzione tra le realtà commerciali tradizionali e i laboratori orafi artigianali, apprezzati da una clientela che ricerca nel gioiello qualcosa di speciale e unico, legato ad un fattore artistico e creativo. Ed è proprio in questo contesto, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che il gioiello d’artista arrivò alle sue massime potenzialità espressive.

Lotto 612, CANNILLA PER MASENZA-ROMA, Bracciale rigido con rubini. Base d’asta € 3.500

Mario Masenza fu il primo gioielliere italiano ad avere l’idea di convincere artisti d’avanguardia, pittori e scultori a lavorare per lui per creare ornamenti esclusivi e dai materiali preziosi. Originario di una famiglia torinese già dedita al commercio delle pietre preziose, negli anni Quaranta ereditò la gioielleria aperta dal padre nel 1924: Mario Masenza, che era un grande appassionato d’arte, aprì le porte del suo laboratorio-negozio in via del Corso ai promettenti artisti di allora, dando loro la possibilità di creare gioielli partendo dalle loro ricerche artistiche. Mirko Basaldella, Franco Cannilla, Giuseppe Uncini, Giulio Turcato, Giuseppe Capogrossi e Afro furono tra i molti scultori e pittori che frequentavano il laboratorio di Mario Masenza, creando i loro gioielli d’artista e nel contempo dando vita ad un ambiente culturale di discussione e confronto, anche con i collezionisti.

UNCINI PER MASENZA-ROMA, Bracciale con smeraldi. Base d’asta € 3.000

Se Masenza riteneva che i gioielli d’artista dovessero sempre rispettare il principio base dell’indossabilità, allo stesso tempo gli artisti scoprirono come le creazioni orafe potessero dare loro grande capacità espressiva nelle ricerche artistiche. Nel 1949 venne organizzata la prima mostra di gioielli d’artista alla Galleria del Milione di Milano in collaborazione con la Galleria dello Zodiaco di Roma, occasione in cui vennero presentati trentasei pezzi di gioielleria e sedici oggetti decorativi in argento realizzati, tra gli altri, da Afro, Cannilla, Lorenzo Guerrini e Leoncillo.

Mario Masenza amava il gioiello “di fusione o lavorato a mano dall’artista, caratterizzato dal colloquio dell’oro con il corallo, le pietre preziose, in un raffinato gioco cromatico”* e i pezzi creati dagli artisti nel suo atelier erano realizzati col famoso oro Masenza (chiamato anche “oro verde”), ottenuto da una lega particolare di oro e argento: non essendo lucidabile presenta spesso una colorazione più tenue rispetto all’oro giallo.

Lotto 616, UNCINI PER MASENZA-ROMA, Orecchini pendenti con smeraldi. Base d’asta € 2.000

Insieme a Mario Masenza, il mondo del gioiello d’artista in ambito romano era ben rappresentato anche dai fratelli Danilo e Massimo Fumanti – che, interessati alla fornitura di pietre preziose e gioielli, entrarono in contatto con Masenza e si avvicinarono al mondo dell’oreficeria artistica. Negli anni Sessanta però, l’esperienza informale era ormai superata e gli artisti che collaboravano con i Fumanti appartenevano ai movimenti dell’Arte Concreta, Optical e Pop – come Getulio Alviani, Mario Ceroli e Gino Marotta.

Lotto 619. CANNILLA PER MASENZA-ROMA, Bracciale in oro. Base d’asta € 5.000

Mario Masenza e i Fumanti collaborarono fino al 1975. Già dall’inizio degli anni Settanta, Masenza si dedicò meno ai gioielli d’artista e nel 1987, l’atelier chiuse definitamente a causa di un furto. Danilo e Massimo Fumanti avevano un approccio diverso da quello di Masenza: il loro obiettivo era quello di esportare il gioiello d’artista italiano nel mondo creando delle piccole serie di pezzi unici. La creazione del gioello consisteva in realtà più nell’ideazione, nel progetto e nel disegno, mentre l’oggetto veniva poi realizzato da artigiani – e in più esemplari – nel loro atelier. Anche la loro attività chiuse nel 1986, ma insieme a Mario Masenza i Fumanti rappresentano tutt’oggi un tassello fondamentale della storia del gioiello d’artista in Italia.

Lotto 621, CANNILLA PER MASENZA-ROMA, Bracciale con diamanti, smeraldi, rubini e zaffiri. Base d’asta € 3.500

Indossare uno dei gioielli di Masenza significa indossare un’opera d’arte, in comunicazione costante con la persona che lo porta e con chi viene a contatto. «Il gioiello è arte sul corpo» come affermò Klaus Wölfer, direttore artistico del Bundeskanzleramt di Vienna, in occasione di una mostra sul Gioiello Contemporaneo che si tenne a Padova quasi 20 anni fa.

“Il gioiello è arte sul corpo”

L’asta dedicata a Gioielli e Argenti che si terrà a Milano nei giorni di lunedì 17, martedì 18 e mercoledì 19 maggio, offre l’occasione per poter acquistare uno dei pregiati pezzi d’artista realizzati nel corso di quegli anni d’oro romani. In particolare, la sessione dedicata alle creazioni di Masenza sarà quella di mercoledì 19 maggio, con dieci lotti in oro 18 carati impreziosite da pietre e dettagli preziosi, nati dalle menti e dalle mani di Nino Franchina, Giuseppe Uncini e Franco Cannilla.

*(L. SOMAINI, L’oro del ferro e del bronzo. Il contributo degli scultori e altre esperienze, in L. SOMAINI e C. CERRITELLI (a cura di), Gioielli d’artista… cit., 1995)

Catalogo online

Gucci Gang, ma vintage: sei borse che amerete follemente

La prossima asta di Luxury Fashion, che ospiteremo a Milano giovedì 20 maggio propone oltre 40 lotti di Gucci, tra i quali alcune delle it-bag più amate in assoluto.

Che Gucci sia ormai uno status symbol ce l’ha ricordato Alessandro Michele in questi giorni, grazie all’evento di presentazione di “Gucci Aria”, la collezione che celebra i 100 anni del marchio fiorentino: era infatti il 1921 quando Guccio Gucci aprì il suo primo negozio di pelletteria a Firenze, in Via della Vigna Nuova 7 a Firenze. 

Un secolo di storia della moda, con tutte le evoluzioni che cento anni e diversi direttori creativi possono portare ad un marchio, mantenendo però i valori e i simboli con i quali la maison nacque: héritage italiano, eleganza, tradizione ma anche innovazione e contaminazione. La prossima asta di Luxury Fashion, che ospiteremo a Milano giovedì 20 maggio propone oltre 40 lotti di Gucci, tra i quali alcune delle it-bag più amate in assoluto. 

Gucci Jackie

La Jackie è nella wishlist di tutte, lo sappiamo. It-Bag di culto, ormai ovunque anche su Instagram, è stata creata negli anni ‘50 con il nome prima di “Hobo Bag” – un richiamo quelle sacche usate dai vagabondi per trasportare i loro averi – poi “Constance”, per diventare in seguito la borsa preferita di Jacqueline Kennedy Onassis e venire ribattezzata appunto “Jackie”. 

Lotto 31, Gucci, Borsa Jackie. Stima € 250 – 300

Nel tempo, il brand italiano oggi guidato da Alessandro Michele ha lanciato vari restyling, sempre fedeli all’originale: da portare sulla spalla, con gli angoli rinforzati e la caratteristica chiusura a pistone. Vestiaire Collective, una delle piattaforme di compravendita di usato di lusso più famose, ha affermato che la ricerca della Jackie è aumentata del 30% dopo la sfilata della FW 20/21. L’asta di Luxury Fashion propone un modello in tessuto color giallo limone, finiture e tracolla in pelle color nero, degli anni ’90, quando il direttore creativo di Gucci era Tom Ford.

 

Gucci Bamboo

Un altro grande classico, una borsa che ha segnato la storia della moda. La prima Bamboo Bag fa il suo esordio nel 1954, indossata prima da Ingrid Bergman nel film di Roberto Rossellini “Viaggio in Italia”, poi da Vanessa Redgrave in “Blow Up” di Michelangelo Antonioni, nel 1966. Nel frattempo era già diventata un’icona, soprattutto quando Liz Taylor fu immortalata in una foto con Paul Newman mentre indossava la sua amata Bamboo Bag. 

Lotto 19, Gucci, Borsa Flora in tessuto su fondo color bianco, dettagli in pelle, doppi manici in bamboo, cm 36. Stima € 300 – 350

Cosa la rende unica? Il bambù, ovviamente. L’idea fu di Guccio Gucci, che pensò ad un materiale (il bambù giapponese) che richiamasse l’esotico, quei mondi lontani sinonimo di speranza negli anni del dopoguerra. Era la prima volta che si usava un “dettaglio povero” in una borsa di lusso, che veniva proposta in diversi materiali, tessuti e colori. 

Lotto 148, Gucci, Borsa bamboo, in suède color tabacco, cm 27. Stima
€ 250 – 300

Nel 2010, quando Gucci era guidata da Frida Giannini, venne lanciato il restyling dalla Bamboo Bag, che venne rinominata New Bamboo, mantenendo però i tratti distintivi dell’originale. Vennero aggiunti la tracolla metallica, alcune parti in pelle e altri dettagli in bambù. 

Lotto 133, Gucci, Borsa Bamboo, in pelle di coccodrillo color bordeaux con manico in bamboo curvato, anni ’70, cm 26, con sacchetto, pre convenzione Cites. Stima
€ 1.200 – 1.300

Oggi, Alessandro Michele ne propone una rivisitazione storica nella sua ultima collezione “Aria” realizzata in collaborazione con Balenciaga per celebrare i 100 anni del grande marchio italiano. Già lo scorso anno, Michele aveva aggiunto un particolare fluo sul manico iconico del modello Tote, dando al bambù un taglio contemporaneo con l’aggiunta di un dettaglio fluo. L’asta del 20 maggio propone diversi modelli di Bamboo Bag: dalla Flora, con il caratteristico tessuto stampato, alla versione più piccola ma elegantissima, in camoscio o pelle, fino al bauletto beauty case.

 

Gucci Padlock GG

Meno ricca di storie epiche da raccontare ma comunque modello sempre ricercatissimo e attuale, che si trova anche in boutique. Padlock in realtà è il caratteristico lucchetto di chiusura, che si trova su varie borse con elementi e dimensioni diverse.

Lotto 11, Gucci, Borsa Padlock GG, in tessuto monogrammato, inserti in pelle bicolore, chiusura in metallo dorato, con tracolla staccabile, cm 28. Stima € 500 – 600

La tela stampata con lo storico marchio “GG” sta tornando particolarmente in voga da quando il trend del logo a vista ha fatto prepotentemente il suo ritorno sulle scene in grande stile. Il famoso simbolo della maison nasce nel 1944, quando il figlio di Guccio Gucci, Aldo, entra a far parte dell’azienda di famiglia: le due G interconnesse rappresentano le iniziali del nome del fondatore del marchio fiorentino.

Oggetti introvabili per veri estimatori

Poi ci sono quegli accessori vintage che i grandi estimatori del marchio cercano come il sacro graal: l’asta di Luxury Fashion propone un cestino da pique nique dei primi anni ’50, in paglia intrecciata con coperchio in tessuto stampato e interno rivestito in tessuto impermeabile color verde.

Lotto 146, Gucci (attrib.), Raro cesto da pique nique in paglia intrecciata con coperchio in tessuto stampato.Tracolla originale sostituita. Collezione Rinascimento, primi anni ’50, cm 33×28 (difetti e mancanze). Stima € 200 – 250

Si tratta di un pezzo della Collezione Rinascimento, di cui si trovano anche diversi oggetti al Museo Gucci (il Gucci Garden) di Firenze.

Troverete questi e molto altro ancora nel catalogo dell’asta di Luxury Fashion, che si terrà a Milano e online il prossimo 20 maggio alle ore 15. Il catalogo propone quasi 260 lotti tra borse, accessori, foulard e abiti dei migliori marchi del lusso italiani e internazionali, sinonimo di artigianalità e bellezza.

Catalogo online

Grafica e Multipli: 5 lotti consigliati dalla nostra Specialist

Silvia Possanza ha selezionato i suoi lotti preferiti dal catalogo di Grafica Internazionale e Multipli d'Autore.

Venerdì 20 maggio si terrà a Roma l’asta di Grafica Internazionale e Multipli d’Autore, che va a chiudere la Contemporary Week primaverile. Una maratona di 400 lotti tra incisioni, multipli e manifesti degli autori più influenti della Storia dell’Arte e quelli sulla cresta dell’onda che fanno parlare tutto il mondo.

 


 

Lotto 505
Giorgio Morandi
Paesaggio (Chiesanuova), 1924
STIMA € 7.000 – 10.000

 

“Maestro dell’incisione italiana, ogni catalogo di grafica internazionale dovrebbe avere un’opera di Giorgio Morandi. Pubblicata sul catalogo generale, ovviamente! Esistono tante riproduzioni ma una sola è ‘quella giusta’.”


 

Lotto 562
Giuseppe Spagnulo
Trittico, 1973
STIMA € 600 – 800

 

“Questa opera è paragonabile ad un’opera unica per la grande corposità dell’impressione. Materica ed intensa, lascia lo spettatore incredulo davanti a tanta perizia tecnica.”


 

Lotto 626
CHRISTO
Wrapped armchair, project 1977
STIMA € 2.500 – 3.000

 

“Iconico adesso più che mai, chi lo ama, chi non ne può più, non si può comunque sfuggire al fascino di uno dei grandi Autori del nostro tempo.”


 

Lotto 667
HENRI MATISSE
Le repos du modèle, 1922
STIMA € 4.000 – 6.000

 

“Personalmente il mio lavoro preferito di tutta la raccolta, una summa degli elementi più tipici di Matisse, dalla grande odalisca nuda in primo piano agli arabeschi sullo sfondo e quello sguardo un po’ languido e un insieme stanco che dice più di tante parole.”


 

Lotto 694
EDGAR PLANS
Juanin (rosa), 2021
STIMA € 2.200 – 2.500

 

“A seguito del grande successo riscontrato dai suoi ‘Heroes’ in resina tra cui questo Juanin rosa, Plans ha da poco lanciato la sua prima edizione di NFT che è già stata indicata come una delle migliori collezioni NFT del 2022.”


 

Informazioni

L’asta si terrà venerdì 20 maggio in due tornate, la prima alle ore 10:00, la seconda alle ore 16:00.
Vi ricordiamo che la nostra sede romana ha recentemente cambiato indirizzo: ci trovate in Via Quattro Novembre 114. 

Guido Crepax e Valentina, l’eroina del fumetto erotico

Un'asta dedicata interamente al fumetto erotico, con un focus su Guido Crepax e la sua musa, Valentina

Nato a Milano nel 1933, Guido Crepax è uno dei massimi autori italiani di fumetti, il più noto nel campo del fumetto d’autore per adulti. Comincia giovanissimo, creando la sua prima storia a fumetti a dodici anni. Laureatosi in architettura, preferisce dedicarsi al disegno, prima come illustratore di cover di vinili (ne ha realizzate oltre trecento) e poi come grafico pubblicitario, firmando campagne per Shell, Campari, Rizzoli, alcune case di moda, Dunlop, Terital, ditte farmaceutiche e di cosmetici, e successivamente Volkswagen, Iveco, Breil, Fuji, Honda, Sharp e numerose altre aziende italiane e straniere.

 

Guido Crepax al lavoro nel suo studio, 1992

 

Nel 1965, grazie alla rivista Linus, torna ai fumetti per creare il personaggio che lo ha reso famoso in tutto il mondo: Valentina, a quel tempo, una delle poche protagoniste femminili nel mondo del fumetto, l’unica che sia invecchiata con il suo autore. Numerose altre eroine la affiancheranno negli anni successivi: da Bianca ad Anita, da Giulietta a Francesca. Meticolose e raffinate sono anche le sue trasposizioni a fumetti di alcuni classici della letteratura: da Emmanuelle all’Histoire d’O, da Justine a Venere in pelliccia, da Dracula a Frankenstein, dal Dottor Jekyll e Mr. Hyde a Giro di vite, da Poe a Kafka.

Complessivamente ha disegnato circa centoventi storie a fumetti e i suoi libri sono stati pubblicati in più di trecento edizioni nelle principali lingue conosciute. Ha lavorato anche per il teatro, il cinema e la televisione. Numerose le mostre personali che gli hanno dedicato in Italia e all’estero. Di lui hanno scritto Roland Barthes, Alan Robbe-Grillet, Gillo Dorfles, Umberto Eco e molti altri. Inventare giochi da tavolo è stato il suo principale passatempo. Ci ha lasciati il 31 luglio 2003. Creato dai familiari di Guido Crepax dopo la scomparsa dell’Autore, Archivio Crepax tutela e mantiene vivo il ricco patrimonio di immagini e contenuti frutto del lavoro del creatore di Valentina. Riunendo competenze di design, comunicazione e scenografia, i figli Antonio, Caterina e Giacomo hanno raccolto l’eredità culturale del padre. Mostre ed eventi, nuove edizioni, oggetti di design e progetti multimediali sono sviluppati nel rispetto dell’opera originale, evidenziando la grande attualità delle invenzioni creative dell’Autore.

 


Valentina, la musa di Crepax

 

Il catalogo raccoglie quindici tavole originali dedicate al personaggio cardine della carriera di Guido Crepax. Eccone alcune delle più iconiche.

 

La mangiatrice di tempo, 1973

Lotto 1, GUIDO CREPAX, Valentina – La mangiatrice di tempo, 1973. Stima € 5.500 – 9.000

Come nelle storie di Forest, una delle quali s’intitola proprio Tempo mangia tempo, Crepax si rifà ad alcuni personaggi del romanzo di Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie. Ci sono i gemelli Pinco Panco e Panco Pinco, il Brucaliffo e una sorta di mostruoso Bianconiglio che in questa tavola regala a Valentina il tempo allo stato liquido per poi farla scivolare giù da una cascata di capelli biondi che si riveleranno essere proprio quelli di una gigantesca Barbarella. Barbarella che Crepax immagina come una grande gallina, mentre Valentina, che è appena nata da un uovo, ammette di essere venuta dopo l’affascinante versione a fumetti di Brigitte Bardot.

 


 

Caduta Angeli, 1973

 

Lotto 3, GUIDO CREPAX, Valentina – Caduta angeli, 1973. Stima € 5.500 – 9.000

Caduta angeli è ambientata in una Venezia umida e decadente che non è più la città dell’infanzia dell’autore, quando, per sfuggire dai bombardamenti di Milano, vi aveva trascorso gli anni della guerra in una sorta di limbo. Tutto è avvolto da un’atmosfera nostalgica e da una sensazione di disagio, sottolineata anche dalle frequenti cadute in acqua di Valentina che crede di sentire ancora sul suo corpo l’inquietante presenza dei Sotterranei, simbolo delle sue paure inconsce nella maggior parte delle sue storie. In questa tavola tutte le vignette poste ai lati e sotto quella centrale, rappresentano una sequenza temporale che “ruota” intorno all’immagine centrale di Valentina di spalle che entra nuda nella stanza. Ognuna di questa vignette secondarie, rappresenta un momento della scena che accade simultaneamente a quell’immagine. In basso a sinistra, Valentina pronuncia la battuta fondamentale della scena: “Zitto!”, suggerendo al lettore che qualsiasi altra affermazione è superflua.

In basso a destra, la scena del rapporto amoroso riflessa nello specchio della porta di un armadio. Un altro montaggio tra quelli per cui Crepax è giustamente famoso. Sotto il profilo narrativo, invece, l’autore si diverte qui a raccontare la “scappatella” di Valentina con una sua “vecchia fiamma”, quell’Arno Treves che faceva già da terzo incomodo in storie precedenti come La discesa del 1966, sottolineando però il diverso atteggiamento della protagonista che alla fine della storia sceglierà di tornare a casa da Phil Rembrandt, il compagno di tutta una vita.

 


A proposito di Valentina, 1974

 

Lotto 4, GUIDO CREPAX, A proposito di Valentina, 1974. Stima: € 7.500 – 12.000

Questa illustrazione fa parte di una raccolta di omaggi che Crepax volle fare alla sua musa, il maestro milanese non ha mai nascosto di aver tratto l’ispirazione iconografica per la sua Valentina dalla diva del cinema anni ’20 Louise Brooks, ma forse oltre all’aspetto fisico la Brooks e Valentina hanno anche qualcosa di più profondo in comune. I due tennero una corrispondenza epistolare nel 1976 che molto ci rivela del loro rapporto:

L.B.: Fui mandata a fare film a Hollywood nel 1927, nessuno sapeva capire perché io odiassi tanto quel terribile posto distruttivo che a tutti gli altri sembrava un paradiso meraviglioso. Per me tutto questo era come un sogno terribile che faccio – sono perduta tra i corridoi di un grande albergo e non riesco a trovare la mia stanza, la gente mi passa davanti come se non potesse vedermi né udirmi. Così dapprima fuggii da Hollywood e da allora sono sempre fuggita. Ed ora, a 69 anni, ho messo da parte la speranza di trovare me stessa. La mia vita è stata niente. Ma guardandomi indietro, c’è stato un momento a Parigi nel 1929, quando giravo Prix de beauté e vivevo in pace con me stessa. Credo che fosse perché non parlavo il francese. Il fatto di essere perduta era perfettamente naturale tra quelle persone con cui non potevo esprimere né pensieri né sentimenti.

G.C.: Il tuo modo triste e amaro di ripensare quel che hai ottenuto nella vita mi ha commosso profondamente. Hai sempre sentito di essere sola fra la gente perché non hai mai fatto parte del background umano in cui dovevi vivere o lavorare. (…) Penso che la vita dell’eroina dei miei fumetti e la tua abbiano qualcosa in comune. Anche Valentina talvolta si sente perduta e rinuncia a sperare. Allora cerca rifugio nel mondo dei sogni e delle memorie.

 


 

Vita privata, 1984

 

Lotto 7, GUIDO CREPAX, Valentina – Vita privata, 1975. Stima € 5.500 – 9.000

Crepax ripercorre le tappe più importanti della vita di Valentina: dalla prima storia, La curva di Lesmo del 1965, a Pietro Giacomo Rogeri del 1973. Lo spunto narrativo è quello già utilizzato altre volte dall’autore, anche se in maniera più episodica e meno strutturata. Spinto da una vera e propria mania di tornare sui suoi passi e mostrare nuovi aspetti di storie già chiuse, egli invita una Valentina nuda, sdraiata sul suo letto come Little Nemo, a “parlare liberamente, solo della realtà o quasi”, rivelando verità nascoste, particolari omessi e segreti inconfessabili. Innovativa e mai vista prima nel fumetto è la situazione dell’autore che interroga e interagisce con il suo personaggio come se fosse il suo psicanalista. In questa tavola, Valentina, ripensando al suo ricovero in clinica ne La forza di gravità, confessa che le violenze subite dai Sotterranei, in realtà, le erano piaciute. E non mancano le sperimentazioni grafiche, come nel disegno introduttivo che è senza contorni (perché visualizza la protagonista narrante, mentre le storie narrate sono all’interno di vignette) e descrive Valentina da un’angolazione molto insolita.

 


 

Anthropology, 1977

GUIDO CREPAX, Valentina – Anthropology, 1977. Stima: € 5.500 – 9.000

Impreziosita da una fantomatica relazione tra Corto Maltese e la nonna di Valentina (dati i tempi diversi in cui questi personaggi vivono nella fiction), un escamotage che Crepax aveva escogitato con Hugo Pratt per far incontrare i due personaggi, questa storia rientra a pieno titolo tra quelle dell’autore dove succede ben poco e tutto viene affidato all’atmosfera, ai sogni e alle visioni dei protagonisti e al reiterarsi di traumi irrisolti (come quelli ricollegabili ai Sotterranei). In questa tavola, il fugace amplesso tra Valentina e Phil Rembrandt è raccontato in una sequenza costituita da una miriade di attimi e particolari. Le vignette di dimensioni e forme diverse che ne suggeriscono il valore simbolico e il tempo di lettura sono ben 16, alcune veramente piccolissime a apparentemente inutili. Ma, come avrebbe giustamente osservato Umberto Eco, a volte una vignetta deve semplicemente suggerire la presenza di una pausa temporale tra un momento e l’altro di una scena.

 


 

ASTA 

Queste e altre tavole originali di Guido Crepax andranno in asta il 6 maggio a Roma in occasione di “Guido Crepax e i grandi maestri dell’erotismo” alla quale seguirà la vendita di Fumetti: Tavole e Illustrazioni Originali il 7 maggio.

Vini e Distillati: 6 lotti consigliati dai nostri esperti

Guido Groppi, Capo Dipartimento di Vini e Distillati e Daniele Panebianco, Assistente, vi consigliano alcuni dei lotti della prossima asta da tenere d'occhio, che sia per investimento o per passione.

La prima asta dell’anno dedicata a Vini e Distillati verrà ospitata, per un’occasione speciale, dalla nostra sede romana: andranno all’incanto oltre 400 lotti, tra i quali una 6 litri di Sassicaia annata 2015, una selezione di whisky assolutamente imperdibile e, come di consueto, un’ampia scelta dei migliori vini italiani e francesi da investimento e collezione.

Guido Groppi, Capo Dipartimento di Vini e Distillati e Daniele Panebianco, Assistente, vi consigliano alcuni dei lotti da tenere d’occhio, che sia per investimento o per passione.

 


LA TOP 3 DI GUIDO GROPPI

 

 


 

Lotto 91
Sassicaia 2015 6 Litri in OWC

 

“Mercato sempre in crescita per il più conosciuto tra i Super Tuscan: l’annata 2015 può fregiarsi del 100/100 Robert Parker, non a caso paragonata alla mitica 1985. Cassetta originale regettata, formato prodotto in soli 170 esemplari. Una rara occasione di accaparrarsi un vino di cui sentiremo parlare molto in futuro.”

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Lotto 235
Vega Sicilia Unico

 

“Oltre l’Italia e la Francia: insieme a Pingus, Vega Sicilia è tra le cantine più importanti in Spagna. Ribera del Duero, zona di incredibile produzione qualitativa: il Vega Sicilia Unico è la punta di diamante di questo grande produttore.”

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Lotto 417
Domaine de la Romaneé-Conti Fine Bourgogne 1979

 

“Romaneé-Conti, gioiello di Borgogna. La tornata del 25 marzo si chiude con dei distillati provenienti dalla leggendaria cantina: Marc de Bourgogne e Fine Bougogne che stanno attirando negli ultimi anni sempre più attenzione, destinata solamente ad aumentare. Il lotto 417, millesimo 1979, si presenta in condizioni strabilianti.”

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LA TOP 3 DI DANIELE PANEBIANCO

 

 


Lotto 122
Tignanello 1997 Magnum

 

“Negli ultimi anni il mercato ha visto crescere in maniera esponenziale l’attenzione e il valore economico dei Super Tuscan. A mio parere il Tignanello è tra le etichette che ha visto dei rialzi consistenti e costanti nel tempo, oltre che una qualità puntuale per ogni annata prodotta. L’annata 1997 è leggendaria in Toscana e il formato Magnum con cassettine originali aggiungono interesse a questo lotto.”

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Lotto 250
Selezione Bianchi Mosella

 

“La sezione di lotti dal 233 al 265 è dedicata a una selezione di vini esteri perfetti per ampliare la propria conoscenza del vino, sperimentare nuovi vitigni e terroir o semplicemente per i più curiosi. I Riesling della Mosella non sono da perdere: vitigno a bacca bianca acclamato non solo per la qualità dei profumi ma anche per il grande potenziale d’invecchiamento.”

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Lotto 396
The Viris Illustribus Whisky Series

 

“Una selezione di 5 whisky selezionati da Moon Import, prodotti in serie limitata e vestiti con grande raffinatezza. Il nome di Pepi Mongiardino, fondatore di Moon Import, è legato alle etichette particolarmente ispirate che curava personalmente, spesso tratte da codici ed enciclopedie. La serie Viris Illustribus ne è splendido esempio.”

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L’asta di Vini e Distillati è in programma per il 24 e 25 marzo a Roma.
Sfoglia il catalogo e scopri tutti i lotti proposti!

5 lotti dell’asta di Gioielli selezionati dalla nostra Specialist

Per festeggiare San Valentino vi proponiamo Love is in the Air, un'asta di quasi 150 lotti tra i quali trovare il prezioso che sognavate per una persona speciale.

Lo sentite anche voi? L’amore è nell’aria, manca poco a San Valentino 💕
Il catalogo dell’asta Love is in the air propone quasi 150 lotti tra i quali trovare il gioiello che sognavate per una persona speciale. In più, per aiutarvi a scegliere, la Specialist del Dipartimento di Gioielli Vittoria Tomasini ha selezionato i suoi 5 lotti preferiti.

 

Lotto 9
Chimento, Tre bracciali con diamanti

 

“Questi bracciali sono molto nel mio stile, si portano facilmente ma allo stesso tempo sono quell’accessorio prezioso che, anche con un look molto semplice, rende il tutto più ricercato.”

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Lotto 96
Anello in oro con smeraldo e diamanti

 

“Non c’è San Valentino senza anello! Questo poi è davvero molto elegante ma comunque indossabile tutti i giorni, magari abbinato ad altri anelli. Sembra che lo smeraldo poi, fosse anche la pietra preziosa preferita della regina dell’Antico Egitto, Cleopatra.”

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Lotto 55
Collana in oro bianco con diamanti e zaffiro

 

“Preziosa, raffinata e super chic: sicuramente un regalo importante!
Lo zaffiro è la pietra preziosa che suggella l’amore eterno e poi, l’etimologia ebraica della parola sappir significa ‘la cosa più bella’…”

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Lotto 37
Bracciale con diamanti

 

“Ecco un gioiello giusto per chi ha gusti più eccentrici e ricercati. Questo è un altro di quei pezzi che indosserei io stessa e che mi avete visto scegliere diverse volte anche nelle aste precedenti. È un po’ il mio evergreen e piace sempre tanto anche a voi!”

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Lotto 37
Orecchini con rubini

 

“Questi sono molto fini ma il rubino dà quel tocco di colore che illumina qualsiasi tipo di tono. Poi, c’è un colore più adatto del rosso intenso, se vogliamo esprimere amore e passione?”

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L’asta Love is in the Air è in programma per il prossimo martedì 8 febbraio a Roma e online.
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Gio Ponti è il Leonardo da Vinci del Design?

Leonardo da Vinci e Gio Ponti: due personaggi che hanno molti punti di vicinanza nonostante i secoli che li separano. Tutti e due si sono dedicati e hanno operato in una poliedricità di settori: architettura, ingegneria, arte, scienze, eccellendo in quasi tutte.

Il palinsesto televisivo contemporaneo è monopolizzato da serie tv e contest. Soprattutto questi ultimi stanno spopolando con confronti di ogni genere: cucina, ballo, pasticceria, recitazione, musica, ecc… Quindi, perché non immaginare dei confronti anche tra dei grandi personaggi della cultura e dell’arte di vari periodi storici?

Per esempio, secondo voi chi vincerebbe in un contest di genialità tra Leonardo da Vinci e Gio Ponti? Due personaggi che sicuramente hanno molti punti di vicinanza nonostante i secoli che li separano. Vediamone alcuni insieme.

Tutti e due si sono dedicati e hanno operato in una poliedricità di settori: architettura, ingegneria, arte, scienze, eccellendo in quasi tutte. Entrambi hanno vissuto a Milano, Leonardo chiamato alla corte di Ludovico il Moro e lavorando per la famiglia degli Sforza; Giovanni Ponti, detto Gio, nascendovi nel 1891, e successivamente collaborando con le grandi aziende della città come la Richard Ginori, di cui ha innovato la proposta di prodotti ceramici nel ruolo di Direttore Creativo sia nelle forme che nelle decorazioni.

Lotto 70, Gio Ponti, Salvatore Saponaro, Il pellegrino stanco modello 5764, 1930 ca., stima € 4.000 – 5.000

Entrambi pensavano con la matita in mano. Basti vedere un qualsiasi studio di Leonardo in cui convivono disegni anatomici, progetti ingegneristici e riflessioni; dalla parte opposta Lisa Ponti, figlia e collaboratrice di Gio, ha più volte raccontato di come il padre disegnasse costantemente, tanto che persino il suo letto, al momento del risveglio, era ricolmo di schizzi e appunti. Chissà se l’idea per la sua mitica sedia Superleggera o per una delle tante lampade progettate non gli sia venuta in sogno…

Lotto 75, Gio Ponti, Lampada da tavolo modello 546, 1940 ca., stima € 1.200 – 1.500

Entrambi hanno amato i materiali e sono stati degli sperimentatori. Leonardo, per decorare il refettorio della chiesa Santa Maria delle Grazie, anziché realizzare un semplice affresco usò una tecnica di sua ideazione, andando alla ricerca di soluzioni cromatiche uniche e innovative ma, come si suol dire, “non tutte le ciambelle escono con il buco” e ai nostri occhi il Cenacolo è un capolavoro nonostante i colori usati da Leonardo non si siano dimostrati così resistenti alla prova del tempo.

Quasi “eterni” invece gli infiniti prodotti lasciateci da Gio Ponti che da “buon” designer conosceva l’importanza della scelta del giusto materiale per ogni applicazione, che fosse la giusta essenza di legno per un mobile o una sedia, il metallo più adatto per la base di un tavolino o le tinte di un vaso in vetro. Ripetendosi però spesso come un mantra: “Non il cemento, non il legno, non la pietra, non il vetro sono le materie più durevoli; ma l’ARTE, nel costruire e nel creare, è la materia prima più durevole ed è sempre la MATERIA PRIMA, perché l’uomo le cose senz’ARTE le abbandona quelle con l’ARTE le conserva”.

 

Lotto 90, Gio Ponti, Gruppo di 8 sedie, 1950 ca., stima € 5.000 – 6.000

Entrambi conoscevano l’importanza dello studio costante e la necessità di scrivere i propri pensieri per condividerli, Leonardo grazie al suo Codice Atlantico e Gi0 Ponti in maniera più articolata con le riviste da lui fondate e dirette “Domus” (1928/1948-1979) e “Stile” (1941), oltre che con il volume “L’architettura è un cristallo”, summa del suo sapere, pubblicato in una prima versione nel 1945 e aggiornato e arricchito come un flusso di coscienza nelle edizioni successive.

Lotto 76, Gio Ponti, Tavolino, 1930 ca., stima € 10.000 – 12.000

Entrambi nella realizzazione delle loro opere ricercavano la perfezione, l’arte totale che racchiudesse in sé la vita e la quotidianità apportando benessere a chi la guardasse. Per Leonardo basti citare la “Gioconda”, la “Dama con l’ermellino” o la “Vergine delle Rocce”, per Ponti i progetti di edifici come il Pirellone a Milano o Villa Planchart a Caracas, in cui si è occupato di ogni singolo aspetto, dalla progettazione dell’edificio a quella di qualsiasi mobile e componente ma anche tutti quegli oggetti più semplici di design: ceramiche decorative, vasi, lampade, posate, tavolini, mobili… usciti dal suo genio per rendere più accoglienti e belle le abitazioni di chiunque li ospitasse.

In un contest simile, noi dichiareremmo senza alcun dubbio un pareggio ai punti tra i due contendenti. Confidando che nessuno dei due se la sia presa per il confronto, soprattutto perché come affermava lo stesso Gio Ponti: “Tutta l’Arte presente e passata sono simultanee nella nostra cultura: dobbiamo capire che siamo contemporanei anche di Raffaello, perché egli ci è contemporaneo nella nostra cultura”.

Alcuni importanti pezzi di Gio Ponti saranno battuti in asta in occasione della vendita di Design e Arti Decorative del prossimo 9 febbraio. Sfoglia il catalogo e scopri tutti i lotti proposti!

 

Il 2021 di Finarte, tra numeri, record e topic moments

Il 2021 è stato l'anno dei "più": più aste, più record, più collezionisti che hanno deciso di affidarci i loro beni, più offerte da ogni parte del mondo. Un anno di crescita, con un finale che supera non solo il 2020 ma anche il 2019. Ripercorriamo questi 12 mesi tra numeri, record e momenti da ricordare.

 

“L’ottimo andamento di tutte le aste, favorite dalla ampia partecipazione consentita dall’online, ha progressivamente convinto i conferenti ad affidare opere più importanti; cosicché il finale d’anno supera non solo il 2020, ma anche – e nettamente – il 2019. A crescere sono soprattutto le categorie dell’impulso: gioielli, orologi e fashion in primis, ma anche grafica e fotografia. Senza però scalfire il primato dell’arte moderna e contemporanea che resta il cuore dell’attività delle maggiori case d’aste in Italia e all’estero.”

 

Vincenzo Santelia – Amministratore Delegato


49
Il nostro numero di aste

 

 

Il numero di aste proposte da Finarte è in continua crescita. Se nel 2020 erano state 30, questo 2021 ci ha fatto raggiungere quota 49. Oltre alle aste classiche e ormai ben avviate, abbiamo voluto introdurre dei nuovi format: le due aste di Fumetti in collaborazione con Urania Casa d’Aste, l’asta di Design con la Galleria Robertaebasta, la prima vendita dedicata interamente agli Argenti che si è conclusa come White Glove sale, registrando il 100% del venduto.

 


8.926
I lotti venduti quest’anno

 

Quasi 9000, il numero di lotti acquistati durante tutto l’anno, da ogni parte del mondo. Continuiamo a vendere in Italia ma sempre di più anche all’estero: il 35% dei nostri clienti proviene da paesi europei ed extra europei, con Stati Uniti, UK e Francia in pole position.


16.000 Km
I km che ci separano dal luogo più lontano dove abbiamo spedito un’opera

 

Ugo Flumiani, Trieste, veduta del Castello di Duino, olio su tela, venduto a luglio 2021

Si tratta, per la precisione, di un dipinto dell’asta di Arte del XIX secolo di Roma, “Trieste, veduta del Castello di Duino” di Ugo Flumiani, acquistata da Black Rock, un sobborgo sulla baia di Melbourne nello stato australiano di Victoria.


12
Gli Affreschi di Palazzo Torlonia venduti in asta

 

Dettaglio di uno dei dodici affreschi: Francesco Coghetti, Mercurio trasporta Psiche sull’Olimpo, affresco riportato su tela

Lo scorso 11 marzo abbiamo inaugurato l’anno con un’importante vendita di Dipinti Antichi: dodici affreschi e due formelle in gesso che all’inizio del ‘900 avevano adornato le sale di quello che fu Palazzo Torlonia in Piazza Venezia a Roma sono state acquisite da un collezionista privato. 

Leggi anche: Palazzo Bolognetti-Torlonia, lo scrigno di opere d’arte del bel mondo romano


32.500 €
Il record italiano di Shirin Neshat

 

Shirin Neshat, Untitled, dalla Serie Women of Allah, 1996, Stampa vintage alla gelatina ai sali d’argento con interventi a pennello e penna nera, venduta lo scorso marzo

Lo scatto iconico “Untitled, dalla Serie Women of Allah” del 1996, è stato battuto a 32.500 € durante l’asta di Fotografia del 17 marzo scorso: si tratta del record italiano per un lavoro della celebre fotografa iraniana Shirin Neshat.


AR0009461 
Il numero di telaio dell’Alfetta GT (1.8) GR.2 (Italdesign), 1975, il Top Lot del primo semestre

 

Alfetta GT (1.8) GR.2 (Italdesign), 1975, Top Lot del primo semestre 2021, battura a 163.000 € lo scorso giugno

L’Alfetta GT telaio no. 009461 è una macchina ex ufficiale Autodelta, con un importante palmares sportivo; la sua indole da granturismo è stata trasformata in quella di un’auto da corsa dalle mani del reparto sportivo ufficiale e vestita della livrea più classica delle Alfa Romeo da rally: rosso Alfa con il cofano nero opaco. Quest’auto da record fu una delle nove Alfetta GT preparate dall’Alfa Romeo per la stagione rally 1975. La 009461 è ad oggi una delle due sopravvissute ed unica di colore rosso, l’altra, la 001424, è di colore giallo. Si tratta del Top Lot del nostro primo semestre, venduta in asta a giugno per 163.000 €.


1493 
Data di pubblicazione del Liber Chronicarum, Top Lot del Dipartimento di Libri

 

Hartmann Schedel. Liber Chronicarum, 1493, venduto nel giugno 2021

Il 1493 è l’anno a cui risale la pubblicazione del Liber Chronicarum di Hartmann Schedel, venduto lo scorso 24 giugno in occasione dell’asta di Libri, Autografi e Stampe a 56.000 euro. Si tratta di una prima edizione del libro più riccamente illustrato del XV secolo, con oltre 1800 xilografie tra le quali spiccano 5 incisioni di Albrecht Dürer. Le Cronache di Norimberga trattano la storia illustrata del mondo, seguendo la narrazione biblica.


+ 3816%  
Un rialzo spettacolare

 

Richard Estes, Caffè Segafredo, 1976, olio su carta applicata su cartone, venduto a 78.320 € con base di partenza di 2.000 €

Il maggior rialzo a partire dal prezzo di partenza si è registrato lo scorso ottobre, durante l’asta di Arte Moderna e Contemporanea di Roma. L’opera “Caffè Segafredo” di Richard Estes, del 1976, ha visto infatti un veloce susseguirsi di offerte che l’hanno portata dalla base di partenza di 2.000 a raggiungere quasi 80.000 €!


1
Il Top Lot dell’anno
Giorgio de Chirico
Interno Metafisico

Giorgio De Chirico, Interno metafisico, 1959, Top Lot del 2021, venduto a quasi 220.000 € il 28 ottobre a Roma

Interno metafisico, un superbo olio su tela di Giorgio De Chririco dipinto nel 1959, è il nostro Top Lot dell’anno. Ecco la dichiarazione di Georgia Bava, Capo Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea (Roma):

 

“È per me sempre una grande gioia scoprire in una collezione un outsider, un grande privilegio ma anche una grande responsabilità seguirne la vendita in tutte le sue fasi e una grande emozione raggiungere risultati così importanti. Una delle maggiori soddisfazioni del nostro lavoro consiste proprio nel vedere riconosciuto il valore dei capolavori riscoperti e quando si assiste ad una gara così combattuta da parte di un ampio pubblico di appassionati, che da tutto il mondo gareggiano per la sua acquisizione con un esito così brillante, la gratificazione è immensa!”

 

Georgia Bava – Capo Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea (Roma)


20.000 – 30.000 €
La stima iniziale dell’opera di Léon Tutundjian venduta a 183.000 €

 

Léon Arthur Tutundjian, Senza titolo, 1928, olio su tela, battuto in asta il 2 dicembre per oltre 183.000 €

Si tratta della stima iniziale dell’opera dell’artista armeno Léon Tutundjian, battuta poi in asta per oltre 183.000 €. L’olio su tela del 1928 venne realizzato poco dopo l’arrivo dell’artista a Parigi, dove si recò da Amasya, Turchia, per studiare all’ École des Beaux-Arts. Negli anni ‘30, Tutundjian partecipò alla fondazione del gruppo Art Concret con Theo van Doesburg, Jean Hélion e Otto G. Carlsund.


100 %
I lotti venduti in occasione della prima asta di Argenti

 

Argenti: un’asta White Glove con il 100% del venduto

100%: i lotti venduti in occasione della nostra prima asta interamente dedicata agli Argenti, che si è tenuta il 22 novembre. Tra flûtes, vassoi, posate e centrotavola di Buccellati, Bulgari, Tiffany, Cartier e molti altri, abbiamo venduto la totalità dei pezzi in catalogo a collezionisti e appassionati.


3.230.000 €
L’aggiudicato totale delle aste di Gioielli e Argenti

 

Van Cleef & Arpels, bracciale con diamanti e zaffiri, battuto in asta a 75.000 € durante la Jewelry Week di novembre

Oltre 3 milioni di euro: è stato il risultato totale delle aste di Gioielli e Argenti di questo 2021. Il Top Lot del Dipartimento è un meraviglioso bracciale di Van Cleef & Arpels in platino, zaffiri e diamanti, venduto a 75.000 € durante le Jewelry Week dello scorso novembre.


5 stelle + SGP: 878 – 98 points
Il rating del Laphroaig Samaroli 15 Year Old Sherry Wood, 1967

 

Laphroaig Samaroli 15 Year Old Sherry Wood, 1967, imbottigliato nel 1982, bottiglia N. 42/720, battuto il 9 dicembre a 24.000 €

Whiskyfun.com, celebre portale di riferimento per appassionati e collezionisti di whisky, ha dato 5 stelle e 878-98 punti SGP al Laphroaig Samaroli 15 Year Old Sherry Wood, 1967, leggendario whisky di Islay imbottigliato da Silvano Samaroli di cui abbiamo battuto in asta la bottiglia n.42, vendendola per 24.000 € il 9 dicembre.


3800
La referenza del Patek Philippe record mondiale

 

Patek Philippe Nautilus 3800 degli anni 2000 venduto per quasi 90.000 € lo scorso 13 dicembre. Si tratta del record mondiale per questa referenza.

Questo Patek Philippe Nautilus in acciaio degli anni 2000, referenza 3800, è stato battuto a quasi 90.000 € nell’ultima asta di Orologi dell’anno, registrando un record mondiale. La referenza 3800 è la versione di media dimensione dell’iconico Patek Philippe Nautilus. Questo specifico orologio, venduto ad aprile 2007 presso Pisa Orologeria, fa parte dell’ultimissima serie di produzione, e probabilmente rappresenta uno degli ultimi Nautilus 3800 ad aver lasciato una boutique Patek Philippe.


19/250 
L’edizione di “Turtle” di Andy Warhol venduta a 75.000 €

 

Andy Warhol, Turtle, 1985, litografia a colori, es. 19/250, battuta a quasi 75.000 € durante l’asta di Grafica e Multipli il 16 dicembre

19 su 125: è il numero di esemplare della litografia a colori di Andy Warhol “Turtle” del 1985, ultimo lotto del ricco catalogo dell’asta di Grafica Internazionale e Multipli d’Autore di dicembre che ha registrato un risultato record di quasi 75.000 € 


Il 2022

 

L’inizio del nuovo anno è alle porte e noi siamo già pronti con un calendario fitto di aste. La prima, che si terrà il 14 gennaio a Milano, è dedicata agli Orologi da Tavolo, con una selezione di 70 lotti di importanti marchi come Jaeger-LeCoultre, Angelus e Imhof, tutti offerti senza riserva. Seguirà poi un’asta dedicata ai Gioielli, in prossimità della festa degli innamorati, e una vendita di Design e Arti Decorative il 9 febbraio. La seconda metà di febbraio vedrà invece protagonisti gli Incanti d’Arte, per poi passare al mese di marzo con un’asta sempre molto attesa, quella dedicata ai capolavori della Fotografia

Per tutte le altre aste in programma questa prossima primavera, consultate il nostro calendario.  Vi ricordiamo che i nostri esperti sono sempre a vostra disposizione per valutare beni e intere collezioni in vista delle aste del 2022.

 

Buon Anno Nuovo da Finarte!

Arte Africana, alle radici di una cultura

Roberto Ballarini, esperto d'Arte Africana, ci ha raccontato del catalogo della prossima asta e consigliato alcuni lotti da non perdere.

L’Arte Africana è di nuovo protagonista della stagione autunnale di Finarte: un catalogo eccezionale che raccoglie oltre 70 esemplari di maschere, sculture e coltelli tribali africani provenienti dalla collezione svizzera di Walter Schwab e da alcune importanti collezioni private italiane. Roberto Ballarini, esperto d’Arte Africana, ci ha raccontato del catalogo dell’asta e consigliato alcuni lotti da non perdere.

 

Quali sono gli elementi da considerare per la valutazione di una scultura africana?


Nell’arte africana, specialmente da quando negli ultimi tempi le quotazioni dei pezzi hanno raggiunto cifre considerevoli, ovviamente, oltre alla qualità e bellezza dell’opera, è ritenuto molto importante conoscere la sua provenienza, i collezionisti che l’hanno posseduta, le mostre dove l’opera è stata esposta, i volumi o cataloghi dove è stata pubblicata.

Lotto 14, TELLEM, Mali, regione di Bandiagara.
Stima € 12.000 – 16.000

Sono tutti elementi che concorrono alla sua valutazione. Nei lotti che sono presenti in catalogo si può osservare quanto siano stati ricercati questi dettagli: in particolare segnaliamo i lotti delle sei sculture Tellem, perchè sono opere arcaiche entrate in Europa nei primi anni ’50. Sono state presentate in poche gallerie di Parigi e, vista la loro originalità, hanno incontrato un notevole interesse tra i collezionisti.

Lotto 24, TELLEM, Mali, regione di Bandiagara. Stima € 12.000 – 14.000

Nel caso di questi sei Tellem, alcuni collezionisti milanesi avveduti, hanno capito la rarità di queste opere primordiali, primi manufatti in legno realizzati da un popolo di uomini che abitavano dal X° secolo la falesia di Bandiagara del Mali, e le hanno acquistate. Oggi in Finarte sono disponibili perchè, per ovvii motivi, gli eredi hanno deciso di cederle. Per chi ama l’arte africana sono opere che devono essere presenti in ogni collezione!

 

Quali sono i tre lotti dell’asta che consiglierebbe a un collezionista?

 

Tra le opere in catalogo segnaliamo due sculture Fang, il lotto 17 e il lotto 18, realizzate da gruppi del Camerun e Gabon. Erano conservate nei santuari di famiglia sopra scatole di vimini che contenevano le reliquie degli antenati. Il legno è ricoperto con una patina di sostanze magiche che conferiva alle statue un forza vitale.

Lotto 17, FANG, Camerun, regione meridionale, Gabon. Stima € 16.000 – 20.000

Molte opere sono state collezionate nell XIX secolo da esploratori e missionari. Oggi queste sculture, molto caratteristiche nel loro aspetto, si possono vedere nei musei di tutto il mondo.

Lotto 18, FANG, Camerun, regione meridionale. Stima € 30.000 – 36.000

Finarte presenta in anteprima una scultura Luba del Congo di 46 cm (lotto 22)  L’opera ha caratteristiche associabili allo stile della cosiddetta scuola dei Maestri di Buli. Una ventina di opere, giunte in Europa dalla fine del 1800 ai primi anni del 1900, ha coinvolto negli anni studiosi e ricercatori di tutto il mondo. Infatti, sembra che queste sculture fossero state scolpite da un singolo artista. Le opere africane non hanno una firma che le possa identificare, tuttavia, lo stile scultoreo dei singoli personaggi è particolare e riconoscibile.

Lotto 22, LUBA, Congo Kinshasa, stima su richiesta

I primi esemplari sono entrati nei Musei, ma pochi modelli, appartenenti a privati collezionisti, sono stati offerti in vendite alle aste. Quest’opera, che proviene da una Missione svizzera, è inedita ed è la prima volta che viene presentata ed offerta al pubblico.

 

Cosa ci può raccontare della collezione Walter Schwab?

 

La passione di Schwab per l’arte tribale inizia all’età di vent’anni,  quando si trova per caso nelle mani un oggetto africano e se ne innamora: inizia così ad acquistare saltuariamente oggetti che le gallerie svizzere all’epoca esponevano, frequentando mercanti e collezionisti sul territorio elvetico, tra i quali Han Coray, Paolo Morigi, Peter Kohler, Serge Brignoni, Arnold Koller e molti altri.

La sua collezione di opere africane ha rappresentato per lui una storia identitaria. Tutte segnate e numerate con inchiostro bianco le catalogava con schede scritte a mano. Ha lasciato in eredità la testimonianza storica di una parte importante della sua vita.

Nel corso degli anni ‘50’ e ’60 frequenta gallerie e musei e si forma così una cultura su opere della tradizione oceanica e africana. Non si lascia sfuggire l’occasione di intraprendere un’attività di lavoro in Sud Africa e parte da Berna con la moglie: ben presto subisce il fascino del Continente africano e patisce il cosiddetto “mal d’Africa”, nfatti, nel tempo libero e nell’arco del soggiorno durato alcuni anni, organizza spedizioni e viaggi in tutto il Sud Africa e nei Paesi vicini.

Lotto 16, KONGO / YOMBE, Congo Brazzaville. Stima € 18.000 – 24.000

Schwab attraversa i paesi dei grandi laghi dell’Africa orientale, procede fino a Mombasa dove si imbarca per Porto Sudan. Da lì prosegue in Land Rover seguendo la valle del Nilo e costeggiando tutto il profilo dell’Africa settentrionale fino all’imbarco in Marocco per il rientro in Europa. Un lungo viaggio di 18.000 km avventuroso e difficile in quel periodo.

 

Per tutta la vita, Schwab ha approfondito la sua conoscenza sulle opere africane procurandosi una biblioteca di libri che consultava quotidianamente e sui quali prendeva gli appunti che gli sembravano più interessanti in rapporto agli esemplari che entravano nella sua raccolta. La sua collezione di opere africane ha rappresentato per lui una storia identitaria. Tutte segnate e numerate con inchiostro bianco le catalogava con schede scritte a mano. Ha lasciato in eredità la testimonianza storica di una parte importante della sua vita.

 

Cosa ci può dire invece della sezione dedicata alle armi tribali?

 

Il catalogo propone una serie di pezzi selezionati raccolti da un collezionista di Udine che, entrato in contatto per caso con questi ferri africani, ne ha subito il fascino e li ha collezionati per anni. Le armi presentate appartengono a gruppi dell’Africa centrale dove i territori sono ricoperti in gran parte dalla fitta vegetazione della foresta subtropicale. Da secoli i popoli dell’Africa si sono dedicati alla produzione di armi in ferro forgiato secondo le tradizioni culturali del proprio gruppo etnico. Attraverso la armi hanno manifestato la loro fantasia e la grande capacità di esecuzione raffinata, considerando la modesta disponibilità di strumenti adeguati. Nei Musei europei sono conservati oggi alcuni dei pezzi più antichi che gli esploratori portarono in patria al loro rientro.

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Sei lotti dell’asta di Fotografia consigliati dai nostri esperti

Il 7 ottobre torna l’atteso appuntamento con la Fotografia d'Autore. Davide Battaglia e Marica Rossetti, esperti del dipartimento, hanno selezionato le loro tre fotografie preferite dal catalogo dell'asta.

LA TOP 3 DI DAVIDE BATTAGLIA

 

 

Lotto 82
GABRIELE BASILICO, Milano, dalla serie “Ritratti di Fabbriche”, 1978/1980

 

Lotto 82, GABRIELE BASILICO, Milano, dalla serie “Ritratti di Fabbriche”, 1978/1980. Stima € 2.000 – 2.500

“È uno scatto super iconico, potremmo definirlo ‘Il più Basilico dei Basilico’. Si tratta della copertina del libro “Ritratti di Fabbriche” e Gabriele Basilico in asta si compra ancora molto bene: 2000 € per questa fotografia è davvero un’ottima quotazione.”


Lotto 31
FRANCO FONTANA, Swimming Pool, 1989

 

Lotto 31, FRANCO FONTANA, Swimming Pool, 1989. Stima € 2.500 – 3.500

“Dopo un’icona ne scelgo una particolare. Tra i nudi di Fontana è abbastanza insolita, è un trionfo di colore e la tecnica cibachrome ne garantisce la perfetta conservazione della cromia, con una notevole brillantezza.”


Lotto 82
JOEL MEYEROWITZ, Dalla serie “The Porch”, 1979

 

Lotto 155, JOEL MEYEROWITZ, Dalla serie “The Porch”, 1979. Stima € 1.000 – 1.500

“Non è un lavoro di grandi dimensioni, ma una stampa a contatto di forte richiamo, delicatissima e raffinata. Per altro Meyerowitz non si trova quasi mai in Italia (ma neanche in Europa), non mi lascerei sfuggire l’occasione!”


LA TOP 3 DI MARICA ROSSETTI

 

 

Lotto 8
MIMMO JODICE, “Mediterraneo”, Pozzuoli, Anfiteatro Flavio, 1993

 

Lotto 8, MIMMO JODICE, “Mediterraneo”, Pozzuoli, Anfiteatro Flavio, 1993. Stima € 1.200 – 1.800

“Direi quasi che non si può non avere nella propria collezione almeno un’opera del grande fotografo napoletano, non è un caso che la famiglia Cotroneo ne possiede più di 200. In ‘Mediterraneo’ troviamo ‘l’essenza’ delle opere di Mimmo Jodice, la sua passione per l’architettura, l’archeologia, il mito e la cultura del Mediterraneo.”


Lotto 83
PAOLO VENTURA, Winter Stories #60, 200

 

Lotto 83, PAOLO VENTURA, Winter Stories #60, 2007. Stima € 5.000 – 7.000

“Quest’opera quasi non ha bisogno di presentazioni, ogni suo aspetto sottolinea ed afferma maggiormente il non farsi perdere l’occasione di inserirla nella propria collezione: un bellissimo formato, un’opera in tiratura limitata di soli 5 esemplari, l’iconicità del lavoro “Winter Stories” ed ovviamente il surreale poetico che contraddistingue le opere di Paolo Ventura.”


Lotto 142
DAVID LACHAPELLE, Nativity, 2014

 

Lotto 142, DAVID LACHAPELLE, Nativity, 2014. Stima € 3.500 – 4.500

“Scioccante e pop come solo LaChapelle sà essere ma dalle dimensioni più modeste rispetto alle solite opere, così perfetto per ogni parete. È lo stesso fotografo statunitense, con le sue parole, a convincere ogni collezionista a possedere una sua opera: “Una foto racconta un qualche piccolo evento e la sua impressione che questo ha nella mia mente”


 

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