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Dipinti e Disegni Antichi

martedì 31 maggio 2022, ore 15:00 • Roma

171

Tommaso Manzuoli, detto Maso da San Friano

(Firenze 1531 - 1571)

Ascensione di Cristo con la Vergine, gli Apostoli e le Sante Agnese ed Elena

Stima

€ 30.000 - 50.000

Lotto venduto

€ 47.380

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

olio e tempera su tavola, con sommità centinata
cm 62,3 x 36,5

in cornice dorata a tempietto


Provenienza

Collezione privata, Genova (?);
Collezione privata, Bergamo

Bibliografia

L. Berti, Nota a Maso da S. Friano, in "Scritti di Storia dell'Arte in onore di Mario Salmi", Roma, 1963, vol. III, p. 86.
V. Pace, Maso da San Friano, in "Bollettino d'Arte", serie V, anno LXI, 1976, pp. 77 e 84, fig. 13.

Il dipinto offerto nel lotto è il bozzetto preparatorio per una pala d'altare destinata alla Chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze, mai realizzata da Maso perchè il pittore morì precocemente, e quindi affidata a Giovanni Battista Naldini (Firenze 1535 - 1591).

La storia della commissione e i rapporti tra la prima versione di Maso e la pala finale di Naldini, andata distrutta in un incendio che devastò la Chiesa del Carmine nel 1771, sono stati ampiamente indagati da Peter Cannon Brookes (P. Cannon Brookes, Three notes on Maso da San Friano, in the Burlington Magazine, Aprile 1965, vol. 107, n. 745, pp. 192-197) e da Douglas Dow (D. Dow, Tradition and reform in sixteenth - century florentine paintings: Altarpieces by Naldini and Poccetti for the company of Sant'Agnese in Santa Maria del Carmine, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 60. Bd., H. 2 (2018), pp. 255-278).

Della pala di Naldini esiste infatti un interessante bozzetto preparatorio, oggi conservato ad Oxford, Ashmolean Museum, che pur differenziandosi dalla prima versione di Maso per alcuni dettagli, è fortemente legato ad essa dall'insolita iconografia, ovvero dalla presenza di Sant'Agnese e Sant'Elena, figure che di norma non dovrebbero essere presenti nella scena dell'Ascensione, soprattutto secondo i dettami del Concilio di Trento appena concluso. L'inclusione delle due Sante è ben comprensibile tuttavia se si prendono in esame le circostanze relative alla commissione: la cappella ove era destinata la pala era infatti patrocinata dalla Compagnia di Santa Agnese, che nel 1564, in occasione del tricentenario della sua fondazione, decise di rinnovare completamente l'altare e le decorazioni, incaricando quindi Maso di dipingere la pala. La somma necessaria fu finanziata grazie alla donazione della signora Elena Ottonelli, che evidentemente volle far inserire la sua Santa omonima nella composizione. Il lavoro fu sospeso tra il 1566 e il 1568, a seguito della decisione di rinnovare gli interni dell'intera Chiesa del Carmine, ma Maso morì poco dopo, nel 1571, e la commissione passò a Naldini, che evidentemente ebbe modo di conoscere il bozzetto preparatorio di Maso, di cui mantenne l'iconografia e la composizione generale.

Il bozzetto qui offerto fu menzionato per la prima volta da Luciano Berti (L. Berti, Nota a Maso da S. Friano, in "Scritti di Storia dell'Arte in onore di Mario Salmi", Roma, 1963, vol. III (pp. 77-88), p. 86), e successivamente pubblicato da Valentino Pace (V. Pace, Maso da San Friano, in "Bollettino d'Arte", serie V, anno LXI, 1976 (pp. 74 - 99), pp. 77 e 84, fig. 13), che lo mise in relazione con alcuni disegni preparatori conservati agli Uffizi: uno raffigurante l'intera composizione, due con studi della sola figura di Sant'Agnese, tra cui uno datato 1565, anno in cui è possibile collocare dunque anche il nostro bozzetto, due studi di Sant'Elena e uno studio della figura di Cristo.

Originale interprete del tardo manierismo fiorentino, Maso da San Friano fu, secondo Vasari, allievo di Piefrancesco Foschi; numerose le opere da lui dipinte per le più importanti chiese fiorentine, tra cui San Pier Maggiore, Santa Felicita e Ognissanti. Nel 1571 prese parte alla decorazione dello Studiolo di Francesco I, realizzando i due pannelli con Dedalo e Icaro e le Miniere di diamanti.

Nel bozzetto qui offerto appare evidente il debito figurativo nei confronti di Pontormo, per la struttura compositiva ricca di dinamismo e pathos, e per gli effetti di luce quasi visionaria che sfalda e sbalza le figure, creando delicati cangiantismi.

Siamo grati alla professoressa Julianna Ágoston dell’Università Elte di Budapest e al dottor Vilmos Tátrai, direttore emerito del Szépművészeti Múzeum di Budapest, per averci segnalato l'attribuzione del presente dipinto.

Ringraziamo altresì il dottor Filippo Gheri per l'assistenza fornita nella catalogazione del lotto.


Per il lotto è stato avviato in data 30/05/2022 il procedimento di dichiarazione di interesse culturale ai sensi dell’art. 14 del D/Lgs. 42/2004, da parte della Soprintendenza Speciale per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma.

For this lot a procedure of declaration of particular important cultural interest has been started on 30th May 2022 by the Soprintendenza Speciale per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma (art. 14, D/Lgs. 42/2004).

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