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Napoli, Migliaccio, 1790. 8°, pp. XVI-158. Legatura coeva in piena pergamena, titolo calligrafico al dorso, lievi difetti. Restauro al frontespizio, leggera brunitura, lievi fioriture. Rarissima edizione originale. § Unito, nello stesso volume: Risposta ad alcune critiche fatte sull’opera intitolata “Dello stato presente della moneta nel Regno di Napoli e della necessita di un innalzamento”. Napoli, 1792. 8°, pp. 30.
L'opera del Diodati (Napoli 1763 - 1832) venne ritenuta dai suoi contemporanei di fondamentale importanza, mettendo a frutto la lettura delle opere di C. A. Broggia, del Galiani e di G. R. Carli (con quest'ultimo risulta essere in corrispondenza), sosteneva la necessità di elevare il valore nominale delle monete d'oro e d'argento napoletane. L'opera consegui una ampia diffusione, tanto che lo stesso D. potette vantarsi di aver ispirato le misure adottate a Genova in quello stesso anno 1790 per la monetazione dell'oro. Ma la sua proposta non fu accolta dal governo napoletano, che ricorse all'espediente di aumentare la circolazione monetaria con l'emissione di carta moneta. Non mancarono, inoltre, rilievi critici alla sua opera: nei primi anni '90 venne scritta una memoria fortemente critica, indirizzata al re, e il D. si trovò costretto a ribadire in un volumetto uscito a Napoli nel '94 le sue argomentazioni (Risposta ad alcune critiche fatte all'opera intitolata: Dello stato presente della moneta nel Regno di Napoli). Il Diodati fece anche introdurre nel Regno la circolazione di valute pregiate straniere, regolandone il cambio con listini ufficiali ("tariffa" del 1805) ed escogitò delle diciture incise lungo i bordi delle nuove emissioni di monete (piastre e mezze piastre) che impedivano la fraudolenta "tosatura" delle monete circolanti da parte della malavita. Cfr. Kress Library, 590. Catalono Einaudi, 1571. Fornari II, pag. 349 - 356.
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