Information
Specialist Notes
"Ave Maria, alle volte ciò che serba un colpo di spillo, fatto sorridendo, è una profonda ferita che non si può sapere quale conseguenze abbia. Certo è che la mia vita andava verso la piena come l'acqua al pendio, non bramando, non sperando più nulla. E invece come da un turbine è stata sconvolta, né ho più pace, né più speranza. Vi sono degli occhi che dicono tutto un poema - hanno l'altero gioire perfido degli abissi fascinatori. Essi ridono, non è vero? Ma il sorriso è crudele. Torni presto. E mi dia sue notizie subito e spesso.Ave. M". Siamo al 20 dicembre 1926, una delle prime missive di questo breve espistolario, che si interrompe evidentemente con la malattia e morte del Molmenti avvenuta nel 1928. E ancora nell'ottobre 1927, "Ave Maria, Se tu potessi misurare il vuoto doloroso che sento nel mio cuore, avresti forse la misura del mio affetto. Non ho mai provato l'esattezza di quella grande verità che...". Il tono è questo, per gran parte delle missive, ma illumina anche momenti difficili della vita di Molmenti e il grande conforto umano e spirituale che egli ricava da questa relazione. Una profonda amicizia che pudicizia e riserbo vietano di rendere pubblica, ma profondamente vissuta da entrambi come una profonda storia "d'amore". Forse tutto spirituale...