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Libri, Autografi e Stampe

giovedì 20 giugno 2019, ore 11:00 • Roma

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Bragaglia, Anton Giulio

(Frosinone 1890 - Roma 1960)

Lettere e cartoline autografe, 1919

Stima

€ 3.000 - 5.000

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Informazioni

Insieme di due cartoline e uno scritto di tre pagine, 172 x 122 mm., indirizzate a Francesco Bragaglia (il padre) e ad Arturo Bragaglia (il fratello), datate 1919-'20.
Anton Giulio Bragaglia, firmandosi Ninì, scrive al fratello Arturo che è presso il 9 Corpo d'Armata a Ospedaletto e gli riferisce che ha ricevuto la sua cartolina e la sua lettera. Gli parla delle condizioni del fratello Carlo,riferendogli che "ormai è fuori di pericolo e la sua ferita si rimargina prodigiosamente bene e regolarmente." E gli racconta che "chi gli ha salvato la vita è appunto un suo amico tenente." Conclude dicendo che "Carlo ha fortuna ed è forte." Nell'altra cartolina, inviata al papà sempre dal fronte, riferisce che Carlo non mangia da 8 giorni ed è assai debole: dunque c'è stato un peggioramento delle sue condizioni, ma la fiducia nella ripresa resta alta. "Non ti dico la fermezza eroica, stupefacente, di questo diavolo che dice oggi che son guarito, con una disinvoltura da far spavento." Il suo eroismo non è passato inosservato, "sarà proposto per la medaglia". Il suo capitano è "a dirittura delirante per il suo coraggio". La cartolina finisce con un bollettino medico incoraggiante, tutte le ferite si stanno rimarginando e le funzioni vitali rispondono bene. 
Due documenti familiari di assoluto rilievo, anche perché sono ben poche le testimonianze di Bragaglia dal fronte. Nello scritto di tre paginette invece disquisisce di questioni artistiche: "Il sottoscritto, organizzatore d'arte, dichiara di aver allacciato in tre suoi viaggi in Germania, uno scambio di esposizioni tedesche e italiane, con le Gallerie Paul Kassirer....di aver ottenuto di fare una grande esposizione italiana a Berlino." Sottolinea dunque come questo movimento si faccia promotore della "conoscenza dell'arte italiana all'estero", "allo scopo di studiare il meccanismo interno del mondo industriale artistico tedesco al fine di favorire l'espansione della produzione artistica italiana, nonché allo scopo di far conoscere in Italia i pittori tedeschi, polacchi...". Un interessante ruolo di promotore culturale italiano, poco conosciuto.

Note Specialistiche

Anton Giulio Bragaglia, firmandosi Ninì, scrive al fratello Arturo che è presso il 9 Corpo d'Armata a Ospedaletto e gli riferisce che ha ricevuto la sua cartolina e la sua lettera. Gli parla delle condizioni del fratello Carlo,riferendogli che "ormai è fuori di pericolo e la sua ferita si rimargina prodigiosamente bene e regolarmente." E gli racconta che "chi gli ha salvato la vita è appunto un suo amico tenente." Conclude dicendo che "Carlo ha fortuna ed è forte." Nell'altra cartolina, inviata al papà sempre dal fronte, riferisce che Carlo non mangia da 8 giorni ed è assai debole: dunque c'è stato un peggioramento delle sue condizioni, ma la fiducia nella ripresa resta alta. "Non ti dico la fermezza eroica, stupefacente, di questo diavolo che dice oggi che son guarito, con una disinvoltura da far spavento." Il suo eroismo non è passato inosservato, "sarà proposto per la medaglia". Il suo capitano è "a dirittura delirante per il suo coraggio". La cartolina finisce con un bollettino medico incoraggiante, tutte le ferite si stanno rimarginando e le funzioni vitali rispondono bene. 
Due documenti familiari di assoluto rilievo, anche perché sono ben poche le testimonianze di Bragaglia dal fronte. Nello scritto di tre paginette invece disquisisce di questioni artistiche: "Il sottoscritto, organizzatore d'arte, dichiara di aver allacciato in tre suoi viaggi in Germania, uno scambio di esposizioni tedesche e italiane, con le Gallerie Paul Kassirer....di aver ottenuto di fare una grande esposizione italiana a Berlino." Sottolinea dunque come questo movimento si faccia promotore della "conoscenza dell'arte italiana all'estero", "allo scopo di studiare il meccanismo interno del mondo industriale artistico tedesco al fine di favorire l'espansione della produzione artistica italiana, nonché allo scopo di far conoscere in Italia i pittori tedeschi, polacchi...". Un interessante ruolo di promotore culturale italiano, poco conosciuto.

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